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Cronaca

Guerra in Ucraina, De Luca: "Per noi saranno decenni difficili, conseguenze economiche anche per l'Italia"

Le parole del Presidente della Regione Campania nel corso della videodiretta di oggi: "Le giovani generazioni avevano perso la memoria su che cosa fosse una guerra. La cosa più importante è la pace"

Nel corso del consueto appuntamento con la videodiretta del venerdì pomeriggio, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha fornito gli ultimi aggiornamenti sulla situazione epidemiologica, sulle principali questioni di carattere regionale, nazionale e internazionale, sulla programmazione sanitaria e sulle misure per il mondo del lavoro.

"Le giovani generazioni avevano perso la memoria su che cosa fosse una guerra"

Il Governatore ha esordito nella videodiretta odierna, parlando del conflitto in Ucraina: "Abbiamo tutti quanti davanti agli occhi le immagini della guerra. Voglio esprimere, a nome di tutti quanti noi, la nostra solidarietà più profonda al popolo ucraino, a coloro che stanno vivendo momenti drammatici in queste ore, alle famiglie che vengono sconvolte, ai profughi che cominciamo a trovare in fuga dai territori di appartenenza. Solidarietà piena e profonda, sperando ovviamente che la guerra non si scarichi in maniera drammatica sulle popolazioni civili. E' stato per tutti noi un risveglio amaro: mai ci saremmo immaginati di vedere situazioni simili, immagini che avevamo visto nei resoconti della Seconda Guerra Mondiale. Ci sono stati anche conflitti in Europa in questi anni, nel dopoguerra: nell'ex Jugoslavia episodi di barbarie e pulizia etnica, come a Srebenica; bombardamenti in Serbia. Ma non avevamo mai visto un'immagine così violenta e così pesante di una guerra vera, messa in campo da un grande Paese e da una grande potenza militare, come la Russia. Le giovani generazioni avevano perso la memoria su che cosa fosse una guerra: siamo stati tutti quanti richiamati alla drammaticità della vita e al fatto che i pericoli di nuove guerre, nuovi conflitti e nuove tragedie sono ancora presenti, accanto a noi. Queste immagini ci ricordano quanto sia precaria la civiltà umana e quei valori che abbiamo considerato acquisiti per sempre non lo sono: né i valori della democrazia, nè quelli della pace. La realtà ci ricorda che anche la democrazia è una costruzione storica, nonché un modo di governare le comunità umane, ma non scontato per sempre. Anzi, è una forma di governo minoritaria nel mondo contemporaneo. E così la pace. Possiamo conoscere nuovi grandi tragedie". 

Secondo De Luca: "Il problema non finirà con l'Ucraina e avremo davanti a noi anni, forse decenni difficili. L'episodio di questa guerra cambia gli equilibri in Europa e nel mondo e apre una nuova pagina nella storia contemporanea. Dobbiamo fare attenzione perché se la Russia mantiene quest'orientamento, per noi saranno decenni difficili". 

"Un Paese come l'Italia non può difendere la propria autonomia e libertà su un lungo periodo"

Da non sottovalutare neanche le conseguenze economiche della guerra: "Colpiranno la Russia, ma anche i Paesi occidentali, in particolare l'Italia e la Germania. L'Italia per due ragioni: in primis, perché dipendiamo dalla Russia per il gas, la dipendenza energetica più pesante di tutti i Paesi occidentali; e, insieme alla Germania in questo caso, siamo il principale Paese esportatore di tecnologie, in termini di meccanica di precisione. Le sanzioni economiche bloccheranno questi scambi commerciali. Non possiamo allontanarci dalla Nato, ma dobbiamo porre in maniera intelligente, anche ai nostri partner, il problema: siccome la realtà presenta un quadro diverso delle conseguenze delle sanzoni, dobbiamo essere solidali nel momento in cui tutti accettiamo di mettere le sanzioni alla Russia, ma anche quando accettiamo di aiutarci tutti nelle difficoltà economiche. Se noi dovessimo avere l'interruzione del gas da parte della Russia, ci deve essere un meccanismo di solidarietà generale verso l'Italia e, se necessario, verso la Germania".

Il conflitto in Ucraina pone un altro problema, quello dell'autonomia energetica dell'Italia e sulla ripresa di una politica estera intelligente, ricalcando l'esempio della Prima Repubblica: "Da questo punto di vista, siamo il Paese più debole dell'Occidente, perché siamo dipendenti dai Paesi esteri per il 95% delle risorse energetiche. Un Paese così non può difendere la propria autonomia e la propria libertà su un lungo periodo. Questa vicenda ha richiamato l'Italia a una realtà dura: non possiamo essere un Paese che può essere messo in ginocchio dalla chiusura di gasdotto o dal blocco delle forniture petrolifere. Non è possibile. Le vicende di queste ore e di questi giorni ci richiamano al dovere di non consentirci lussi che altri Paesi non si consentono. Non orientare la nostra economia in una direzione di una transizione ecologica non può significare perdita di autonomia e cambiare un sistema dalla sera alla mattina".

"Abbiamo la possibilità di investire 380 milioni di euro per la medicina territoriale"

Iniziative in campo sanitario: "Abbiamo presentato, ieri, il programma di investimenti importante nella medicina territoriale della nostra Regione. Abbiamo la possibilità di investire 380 milioni di euro per realizzare 169 case di comunità, 45 ospedali di comunità e così via. Con i fondi europei dovremmo realizzare una rete di medicina territoriale, che dovrebbe avvicinare i cittadini alla sanità pubblica ed evitare l'afflusso continuo, improprio e inutile negli ospedali e nei pronti soccorsi. Dovremmo completare questo piano in tre anni. Abbiamo anche detto che ci sono due criticità che il Governo non ha ancora risolto: 169 case di comunità significa 5.000 persone da assumere, altrimenti come le reggiamo queste case di comunità? Dobbiamo avere, innanzitutto, personale pubblico e poi fare accordi e collaborazioni con i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e così via. E' una grande sfida che ci terrà impegnati nei prossimi mesi e anni".

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