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Cronaca

La denuncia di un medico: “Sono stato lasciato per ore nudo su di una barella”

I fatti si sono svolti al Moscati, questa la risposta dei colleghi accusati: “Lo abbiamo denudato come da prassi per effettuare la coronografia. Sono tempi tecnici necessari per operare in sicurezza”

Questa è la gravissima denuncia del dottor. Benito Peluso, medico e psichiatra di Villa del Sorriso a Chianche:

“Il giorno 10 novembre 2020 - alle ore 15:30 circa - sono giunto in codice rosso al pronto soccorso dell’Ospedale Moscati di Avellino. Avevo una ischemia miocardica in atto. Sono stato trasferito immediatamente presso la stanza di coronografia. Qui sono stato spogliato degli indumenti e cateterizzato dai due medici presenti, i colleghi Capasso e Ambrosini, i quali hanno iniziato la coronografia attraverso l’arteria brachiale destra, ma senza portare a termine l’esame. Infatti, i due, mi hanno letteralmente cacciato fuori dalla loro stanza, completamente nudo, affidandomi alla barellante che avrebbe dovuto portarmi in UTIC”.

“Il trasferimento in UTIC, però - in quel momento - non era possibile perché non era ancora arrivato il risultato del tampone effettuato al pronto soccorso. Per questo sono rimasto completamente nudo, all’aperto, per circa due ore. I colleghi, prima di cacciarmi fuori dalla loro stanza, avrebbero potuto rivestirmi. I miei indumenti personali, in fondo, erano a loro disposizione… erano stati proprio loro a svestirmi. La loro negligenza è stata molto grave e ha messo in serio pericolo la mia incolumità personale”.

“Intanto, io, morivo di freddo e imploravo ad alta voce una coperta o che mi vestissero. Era subentrata una tosse ostinata, con catarro abbondante. Respiravo a bocca aperta. Imploravo che mi coprissero. I miei indumenti stavano sulla barella, dietro la mia testa, quando ho urlato ad alta voce: “Volete che domani mattina mi sveglio con una polmonite?” La barellante ha risposto: “Adesso fa pure le diagnosi?”.

“Il comportamento della barellante è ugualmente negligente e ha messo in pericolo la mia incolumità personale. Aveva a disposizione i miei abiti e avrebbe potuto facilmente aiutarmi. Non solo non l’ha fatto, ma mi ha anche oltraggiato”.

“Successivamente è giunta una donna in camice azzurro. Quest’ultima avrebbe dovuto visitarmi a causa delle mie gravi condizioni di salute e somministrarmi una terapia adeguata. Anche lei, non ha fatto nulla di tutto questo. Avevo perduto completamente ogni speranza. Tossivo, non riuscivo a respirare. Ho 81 anni e ho trascorso due ore a chiedere aiuto. In uno Stato di diritto, i due medici dell’emodinamica, la barellante e il terzo medico sarebbero già stati sospesi dal servizio. La repubblica italiana, però, è uno stato di diritto solo a parole”.

Dr. Benito Peluso

La replica del dottore Michele Capasso

In merito alla denuncia del dott. Benito Peluso, abbiamo ascoltato la posizione del dott. Michele Capasso, pesantemente accusato di negligenza da parte del collega:  

“Voglio da subito precisare che il dottore Ambrosini non era in sevizio. Il paziente, Benito Peluso, è arrivato in condizioni critiche dal punto di vista cardiologico. Abbiamo, effettuato subito un tampone rapido poi, immediatamente, lo abbiamo denudato come da prassi per effettuare la coronografia. Sono tempi tecnici necessari per operare in sicurezza. Non abbiamo lasciato il paziente nudo per ore. Ripeto, solo il tempo di trasportarlo in terapia intensiva, sempre scoperto, perché in caso di necessità dobbiamo essere pronti ad intervenire. Il giorno dopo sono state ripetute le indagini che hanno mostrato un quadro clinico compromesso. Una situazione che non c’ha permesso di poter effettuare un’angioplastica. Questa è la verità dei fatti”.

Ambrosini: “Solo bugie! Non ero neanche in servizio”

Rapida e concisa anche le risposta del dott. Vittorio Ambrosini, che ha chiarito la sua posizione: “Sono del tutto estraneo ai fatti citati nella denuncia del dottore Benito Peluso. Non ero neanche in servizio”.

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