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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Covid: Gimbe, oltre 5,6 mln 'over 60' ancora a zero dosi di vaccino

Eppure, per quanto concerne l'Irpinia, appena ieri il dg dell'Asl, Maria Morgante, dichiarava che, per completare gli over-60, mancano pochi giorni

Ancora a zero dosi di vaccini anti-Covid oltre 5,6 milioni di over 60. Lo evidenzia la Fondazione Gimbe, nel monitoraggio settimanale indipendente sulla situazione epidemiologica e sull'andamento della campagna vaccinale nel nostro Paese.

Maria Morgante (Asl): "Il numero degli over-60 non vaccinati è assolutamente esiguo"

Eppure, nella giornata di ieri, il direttore generale dell'Asl di Avellino aveva dichiarato quanto segue: "Per quanto riguarda la vaccinazione degli over-60, abbiamo pochi centri. C'è il Campo Coni, Montefalcione, Montoro e, sicuramente, il numero dei 60enni ancora non vaccinati è assolutamente esiguo. Naturalmente dobbiamo tenere conto del fatto che, in questo momento, c'è da recuperare i tre giorni in cui c'è stato lo slittamento per la seconda dose. Abbiamo circa 2500 seconde dosi da recuperare. Intanto, stiamo aspettando la seconda dose di AstraZeneca per scuola e forze dell'Ordine. Stiamo per ultimare una serie di scadenze". 

Una affermazione che, ai cronisti presenti, è immediatamente apparsa come estremamente ottimistica. Sarebbe certamente cosa buona se, la campagna vaccinale in Irpinia, viaggiasse così spedita ma, purtroppo, numeri e testimonianze raccontano una realtà ben diversa da quella descritta dalla dirigente dell'Azienda Sanitaria Locale. 

Il report Gimbe dice ben altro

Infatti, stando a quanto afferma l'ultimo report nazionale, la copertura degli over 60 è complessivamente insufficiente. Solo il 9,9% degli over 80 (439.599) non ha ricevuto neppure una dose, la percentuale sale al 25,9% nella fascia 70-79 (1.548.525) e al 49,6% per quella 60-69 anni (3.650.078). Oltre 5,6 milioni di persone a rischio elevato di ospedalizzazione, dunque - evidenzia Gimbe - sono ancora totalmente scoperte dalla protezione vaccinale.

"A fronte di percentuali così elevate di over 60 non ancora coperte dalla prima dose - afferma Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe - da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall'altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno 'costretto' ad estendere l'intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRna". "Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca - rileva Cartabellotta - finora Johnson & Johnson ha consegnato solo 'briciole' e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell'Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente".

Occorre integrare la prenotazione volontaria con la chiamata attiva 

Secondo la Fondazione Gimbe, inoltre, "considerato che la campagna vaccinale sta entrando in una fase condizionata dall'adesione della popolazione, occorre integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, coinvolgendo in maniera sistematica e capillare i medici di famiglia e mettendo in campo un'adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale".

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