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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus in Campania, De Luca: "Normale che dopo due anni siamo stanchi, ma dobbiamo mantenere comportamenti prudenti"

Le parole del Presidente della Regione Campania: "Le vicende legate alla guerra in Ucraina hanno distolto l'attenzione da quest'emergenza". E poi ironizza: "Possiamo decidere con i decreti quello che vogliamo, ma poi dobbiamo vedere se anche il Covid si attiene a quello che decidiamo"

Nel corso del consueto appuntamento con la videodiretta del venerdì pomeriggio, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha tracciato il punto della situazione sull'andamento dell'epidemia Covid in Campania, sulla guerra in Ucraina e sugli altri fatti d'attualità che riguardano la nostra regione.

"In altri Paesi registriamo l'accensione di focolai di Omicron 2, variante più aggressiva della prima"

Sull'emergenza Covid: "Le vicende legate alla guerra in Ucraina ci hanno distolto l'attenzione da quest'aspetto. Il Governo ha deciso la conclusione della fase di emergenza. Ovviamente, noi possiamo decidere con i decreti del Governo tutto quello che vogliamo, poi dobbiamo vedere pure il Covid se si attiene a quello che decidiamo. Io invito i nostri concittadini ad avere sempre molta prudenza: è normale che dopo due anni siamo stanchi, stremati, abbiamo voglia di vivere e dobbiamo tornare a vivere. Ma, siccome in altri Paesi, registriamo l'accensione di nuovi focolai, la diffusione di Omicron 2, che sembra più aggressiva di Omicron 1, credo che sia ragionevole che ognuno di noi mantenga comportamenti prudenti: semplicemente, l'uso della mascherina. Chi non si è vaccinato, vada a vaccinarsi. Ormai, da una decina di giorni, registriamo un aumento dei contagi e degli ingressi nelle terapie intensive. Sono piccoli segnali, ma che ci devono mettere in guardia rispetto al futuro".

"20 positivi tra i 103 profughi ucraini ospitati presso il Covid Center"

Capitolo guerra in Ucraina: "In questo momento abbiamo, nel Covid Residence della Napoli 1, 37 nuclei familiari ospitati: sono complessivamente 103 persone, di cui 40 minori. Fra queste persone, abbiamo 20 persone positive, 13 adulti e 7 bambini che sono in cura presso il Covid Center. Abbiamo accolto, complessivamente, oltre 3.500 persone, solo a Napoli, e stiamo continuando in un'attività doverosa di accoglienza e ospitalità per chi fugge dall'Ucraina. La prossima settimana l'Air organizzerà un viaggio di due pullman in Ucraina, viaggio organizzato con la Parrocchia ucraina di Caserta: partiranno due bus che, all'andata, trasporteranno medicinali e derrate alimentari a lunga conservazione e, al ritorno, porteranno qui in Italia 100 profughi. Sono aperti fino a lunedì 21 marzo, presso le sedi di Avellino, a Pianodardine, e Caserta, Firema, due punti di raccolta per medicinali (Tachipirina/Paracetamolo, kit di primo soccorso, acqua ossigenata, prodotti per l'igiene intima, siringhe, disinfettanti, mascherine chirurgiche, guanti monouso e quant'altro), nonché derrate alimentari. Poi, completata la raccolta, per martedì ore 13, saranno pronti a partire i pullman dell'azienda di trasporto".

Nel frattempo: "Abbiamo guarito Julia, una ragazza di 26 anni che era affetta da una malattia rara, una cardiopatia congenita complessa e una grave ipertensione polmonare, ed è stata curata al Monaldi di Napoli dall'equipe del prof. Michele D'Alto. Ho fatto, poi, un decreto per approvare una convenzione con gli albergatori per utilizzare gli alberghi liberi, per accogliere famiglie di profughi, al di là del centro di raccolta al Covid Center di Napoli e per evitare di disperderci in tutto il territorio regionale. Nei nostri alberghi, possiamo accogliere famiglie, ragazzi e ragazze e, in prospettiva, dare anche lavoro stagionale negli alberghi e nel settore turistico, nel settore agricolo e agro-industriale, visto che, nell'anno passato, abbiamo avuto delle difficoltà a trovare personale per i lavori stagionali. Stiamo facendo quello che riteniamo sia doveroso in termini di umanità e civiltà".

"Il dibattito è ideologizzato: una cosa francamente deprimente"

Sul dibattito politico: "Avremmo non voluto parlare di guerra e, in modo particolare in Italia, mi capita di ascoltare qualche volta trasmissioni televisive dove il dibattito, ormai, è ideologizzato. Qualsiasi cosa si dica non fa parte della ragione, fa capo agli schieramenti: sei a favore di questo, o di quello. E' una cosa francamente deprimente. Per quel che mi riguarda, da queste tre settimane di guerra fuoriescono alcune cose chiare: innanzitutto, la straordinaria resistenza del popolo ucraino di fronte all'aggressione da parte della Russia, un qualcosa di grande valore che testimonia che, anche nelle guerre, a volte pesa di più la motivazione ideale di chi combatte rispetto anche alla forza militare che si mette in campo. La sensazione è che la Russia abbia una grandissima difficoltà, si sia impantanata in questa guerra di fronte alla grande capacità di resistenza mostrata dagli ucraini. E' un dato di grande significato che dice anche tanto rispetto al futuro. In Ucraina si stanno confrontando due logiche: la logica del Novecento e quella moderna del Duemila. La cosa che mi stupisce è che, almeno da quel che si percepisce, incredibilmente ci sono più morti dalla parte degli invasori (i russi) che dalla parte degli ucraini. L'Ucraina è un Paese che uscirà distrutto da questa guerra, nelle infrastrutture, nelle città, ma quello che colpisce, ripeto, ascoltando i dati è che ci sono circa 10-12mila morti tra i russi, molti più di quanti non ve ne siano tra i cittadini ucraini. A conferma del fatto che quella che si immaginava una guerra rapida è diventata una guerra atroce, anche per gli invasori".

Mancano, secondo De Luca, grandi personalità politiche e morali che avrebbero potuto svolgere un ruolo di mediazione nella scena mondiale per evitare il conflitto: "Non vi sono più Olof Palme, Willy Brandt, Henry Kissinger, Nelson Mandela. Infine, mi colpisce lo scarso interesse che c'è rispetto alla vita dei cittadini ucraini. Vedo in atto una guerra per procura, anche da parte dell'Occidente: una guerra nella quale la vita ce la rimettono gli ucraini e non vedo grande efficacia nell'azione diplomatica per arrivare al 'cessate al fuoco', ancora oggi la priorità perché i bombardamenti continuano e la gente muore. Il bagno di sangue è in corso".

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