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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Aggressione ai tifosi in viale Italia, il racconto di una delle vittime: "Mio figlio era terrorizzato"

Hanno fatto il giro del Paese le immagini di quanto accaduto la sera del 4 maggio, in viale Italia, dove alcuni ignoti hanno aggredito le auto di alcuni tifosi del Napoli che stavano festeggiando la vittoria del terzo scudetto

Hanno fatto il giro del Paese le immagini di quanto accaduto la sera del 4 maggio, in viale Italia, dove alcuni ignoti hanno aggredito le auto di alcuni tifosi del Napoli che stavano festeggiando la vittoria del terzo scudetto. Le aggressioni avvenute in strada hanno richiesto anche l'intervento dei Carabinieri di Avellino. La Procura di Avellino ha deciso di aprire un’inchiesta. Le immagini delle telecamere di sorveglianza cittadine relative agli episodi di aggressione sarebbero già state acquisite dagli agenti della Digos che, ovviamente, hanno chiesto e ottenuto anche le immagini di videosorveglianza registrate da tutte le attività commerciali di viale Italia.

"C'era paura ed incredulità sul viso di mio figlio"

Una delle persone avvicinate dagli ultras in viale Italia, ha voluto raccontarci l'accaduto: "Io sono nato a Napoli e, per motivi di lavoro, abito ad Avellino con la mia famiglia da tanti anni. Per questo motivo ho conosciuto tante persone perbene e disponibili e vivo ormai a mio agio nel capoluogo irpino. La sera del 4 maggio, al fischio finale della partita del Napoli, con mio figlio ci siamo preparati per andare un po’ in giro per le vie della città a festeggiare la vittoria dello scudetto del Napoli. Per strada si vedevano auto e scooter con bandiere, sciarpe e tanta voglia di gioire della vittoria; almeno, fino a quando mi sono trovato fermo nel traffico (pensavo) dopo la chiesa di S. Ciro in viale Italia. All’improvviso si sono avvicinati dei ragazzi che ci sconsigliavano di proseguire perché c’erano persone che strappavano bandiere e danneggiavano le vetture. Dopo pochi secondi, ci affiancava un grosso scooter con due persone che - prima - ci intimavano di togliere bandiere e sciarpe e, alla mia richiesta di spiegazioni, ci strappavano la bandiera del Napoli e fuggivano via. Dopo poco si avvicinavano altre persone, tra cui anche esponenti della Curva Sud, che ci intimavano di togliere anche maglia e sciarpe. Al mio diniego iniziava una discussione animata e qualcuno apriva la porta dal lato di mio figlio con brutte intenzioni; solo il passaggio (senza intervento alcuno) dei carabinieri faceva terminare la discussione, anche perché decidevo di imboccare una stradina laterale per andare via leggendo paura ed incredulità sul viso di mio figlio che continuava a chiedermi cosa stesse accadendo e di tornare a casa. Questi i fatti.

"Di una cosa sono certo, Avellino e gli avellinesi non sono questo"

Il racconto di quanto accaduto la sera del 4 maggio prosegue: "Nei giorni seguenti ho letto articoli e post relativi al senso di appartenenza e altro; per me il senso di appartenenza si dimostra tifando e sostenendo sempre la mia squadra del cuore, non certo impedendo a tifosi di altre squadre di festeggiare e gioire delle loro vittorie. Guardando i TG nazionali e regionali ho visto con piacere che si è festeggiato liberamente a Milano, Torino, Roma, e potrei continuare ancora, ma anche nella vicina Monteforte, Grottaminarda, Baiano ecc. Di una cosa sono certo, Avellino e gli avellinesi non sono questo. Non penso che una decina di balordi rappresentino Avellino e la tifoseria della vostra gloriosa squadra, per cui spero che presto si volti pagina e questo rimanga solo un brutto ricordo. Infine, una curiosità: ma le offese gratuite espresse nei confronti degli avellinesi simpatizzanti per il Napoli valgono solo per loro o anche per quelli simpatizzanti per la Juventus (tanti) Milan, Inter ecc.? Io non credo proprio", conclude. 

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