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Il plesso di San Francesco a Folloni diventa presidio sanitario, l'ex sindaco Capone: "Non permetteremo che venga snaturato"

L'ex sindaco di Montella, Ferruccio Capone, ha anticipato ai nostri microfoni la volontà di voler costituire un comitato che dovrà, negli intenti, conoscere il dettaglio del progetto

Ormai non ci sono più dubbi in merito: il Covid Residence di San Francesco a Folloni a Montella sta per diventare una struttura socio sanitaria accreditata al servizio al territorio. Una trasformazione che si concretizzerà quando l’emergenza sanitaria sarà completamente finita. A stabilirlo è l’amministrazione comunale di Montella che, nei giorni scorsi, ha fatto pervenire senza possibilità d’appello un avviso ai Frati Conventuali Minori che, di fatto, vivono all’interno della struttura. Avellinotoday ha intervistato l’ex sindaco di Montella, Ferruccio Capone, che ha anticipato la volontà di voler costituire un comitato che dovrà, negli intenti, conoscere il dettaglio del progetto e, soprattutto, verificare che il plesso di San Francesco a Folloni non venga snaturato.  

“Questa struttura è stata costruita con lo sforzo di Padre Silvio, un francescano che tanto ha fatto per la comunità di Montella. Questa iniziativa che - da quel poco che sappiamo - dovrebbe portare alla creazione di un centro socio sanitario, non è chiara”.

Possibile che, a Montella, non sia presente una struttura alternativa in grado di accogliere questo presidio socio sanitario?

“Assolutamente sì. Abbiamo un patrimonio abbastanza importante. Abbiamo una casa patronale ristrutturata che può assolutamente accogliere un presidio socio sanitario. Abbiamo anche altri stabili che potrebbero accogliere un’idea di questo tipo. Il problema principale è la poca chiarezza di questa iniziativa. È pubblica? È privata? Quali sono le condizioni? Ad ogni modo, estromettere i francescani è un’azione troppo forte”.

Trasformare un luogo storico come il plesso di San Francesco a Folloni non le pare un autogol clamoroso?

“Infatti noi abbiamo anche un’aula dedicata al museo, gestita dalla Sovrintendenza e anche molto visitata. Per Montella è un riferimento storico per la presenza di San Francesco e per tante altre cose. È sempre stato gestito dai francescani e può anche avere un altro scopo ma, ovviamente, senza snaturare il criterio dei francescani. Ora appare anche difficile comprendere fino in fondo questa iniziativa; perché non ci viene spiegata. Non sappiamo che ambulatori ci saranno. Non sappiamo nulla”.

Prima del nostro articolo non si sapeva assolutamente nulla di questo progetto. Per sua stessa ammissione ANCORA si sa poco o nulla. Perché l’amministrazione sta cercando in tutti i modi di fare scorrere questa idea nel silenzio?

“Non lo sappiamo. Io sono stato sollecitato da più parti per capire se questa iniziativa sarà pubblica o privata. Noi istituiremo, senza ombra di dubbio, un comitato per comprendere, perché io sono assolutamente convinto che tutta la comunità montellese conservi ancora affetto e vicinanza per i nostri francescani. Per quello che hanno rappresentato e per quello che rappresentano ancora. Il plesso di San Francesco a Folloni rappresenta la nostra storia e, sono certo, andrebbe utilizzata la massima attenzione e la massima delicatezza”.

Cosa sarà fatto per ascoltare il malcontento della comunità montellese?

“Come ho già anticipato, costituiremo un comitato per realizzare un’istanza da destinare all’amministrazione e al sindaco per conoscere nei dettagli questo progetto e l’esatta destinazione. Posso garantirle che non consentiremo mai che venga arrecato danno ai nostri francescani. È un riconoscimento alla storia e al ruolo che i francescani hanno sempre avuto per la nostra comunità”.

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