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Green pass per tutti dal 15 ottobre: le multe, gli ultimi dubbi e come averlo anche senza vaccino

Da venerdì la certificazione verde diventa uno strumento indispensabile di accesso al lavoro: tutte le cose da sapere e i chiarimenti indispensabili

Il Green Pass a 72 ore? "Penso che per ora dobbiamo lasciarlo così com'è e poi valutare se adattarlo. Abbiamo scelto questo impianto" dice il ministro della Salute Roberto Speranza a Che tempo che fa riferendosi alla validità dei tamponi negativi. ''Faremo una valutazione di questo impianto, ma il green pass è uno strumento di libertà, ci consente di tornare a vivere, di avere più spazi dove stare insieme''. "I numeri segnalano che scelta del governo ha ottenuto risultati molto incoraggianti. C'è una capacità del paese di tenere la curva sotto controllo e la campagna di vaccinazione sta andando molto bene, quindi le scelte del governo stanno portando dei risultati. Il modello che abbiamo scelto sta funzionando". Il vaccino obbligatorio? "E' tra le possibilità, la costituzione lo prevede, il governo ha scelto un'altra strategia che sta portando risultati positivi" e "il passaggio del 15 ottobre sarà importante" sottolinea il ministro della Salute.

Da venerdì il Green Pass diventa uno strumento indispensabile di accesso al lavoro, per 14,6 milioni di dipendenti da aziende private, 3,2 milioni di dipendenti pubblici e 4,9 milioni di autonomi. Il datore che non controlla il rispetto delle regole sul green pass rischia una sanzione da 400 a mille euro. Il lavoratore che accede al lavoro senza green pass, è sanzionato con una multa che va da 600 a 1.500 euro. Le multe saranno irrogate dal prefetto. I nodi aperti restano tanti. Per semplificare i controlli sul lavoro dovrebbe arrivare poi una nuova versione della App «Verifica C19», alla quale stanno lavorando senza sosta i tecnici di Sogei, il braccio operativo del Mef per l’It. Stesso funzionamente dell'App già usata oggi da ristoranti e palestre.

Green Pass per i lavoratori dal 15 ottobre: ultimi dubbi

Chi può controllare, materialmente, chi entra in azienda? A fare le verifiche, specifica oggi il Sole 24 Ore, può essere direttamente il datore di lavoro (si pensi alle piccole aziende) oppure possono procedere uno o più incaricati appositamente designati dal datore. Gli esterni che entrano in azienda devono avere il green pass: infatti sono soggetti al controllo tutti i lavoratori che prestano attività lavorativa nei luoghi di lavoro, anche a titolo di formazione o volontariato, sulla base di contratti esterni. 

Attenzione: la verifica del green pass - assicura il quotidiano di Confindustria - va effettuata anche nei confronti dei lavoratori che accedono al luogo di lavoro di cui l’impresa ha la titolarità: quindi, anche i lavoratori dipendenti di altre aziende ovvero i lavoratori autonomi ai quali sono state affidate fasi lavorative. Chi deve segnalare le violazioni dell’obbligo di green pass in azienda al prefetto? Spetta solo e soltanto al datore di lavoro. Chi controlla può chiedere il documento di identità per accertare l’identità personale del lavoratore. Il datore non può trattenere documenti o dati in fase di verifica

E' possibile incaricare dei controlli i vigilantes esterni presenti in azienda? La norma non lo esclude L'azienda può essere a sua volta controllata, ovviamente. Ma da chi? Gli accertamenti possono essere condotti dal personale ispettivo dell’azienda sanitaria locale e – nella sfera di competenza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – dell’Ispettorato nazionale del lavoro competente per territorio.. Inoltre, possono verificare l’osservanza del 127/2021 le Forze di polizia, il personale di polizia municipale dotato della qualifica di agente di P.S. e, ove occorra, le Forze armate. Chi è senza Green Pass va incontro alla perdita della retribuzione per tutte le giornate in cui il lavoratore non sia in grado di esibirlo: gli effetti impattano anche sulla retribuzione indiretta e differita, compresa la maturazione del Tfr. Ciò determina anche la mancata copertura ai fini pensionistici.

Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus sull'obbligo di green pass per i lavoratori. "Noi oggi abbiamo raggiunto una percentuale importante di vaccinati, forse anche inimmaginabili fino a qualche mese fa - ha affermato Cartabellotta -. Bisogna però anche tenere conto che oggi abbiamo 8,4 milioni di italiani over 12 che non hanno fatto nemmeno una dose, tra questi ci sono 4-5 milioni in età lavorativa. L`obbligo di Green pass per tutti i lavoratori finora ha prodotto un effetto modesto sulle vaccinazioni. Mi aspettavo di più in questo senso. Se questi 4-5 milioni di lavoratori non si vaccineranno in questa settimana bisognerebbe fare 12-15 milioni di tamponi a settimana e questo non sarebbe proprio fattibile perché non abbiamo questa capacità produttiva. La soluzione è che questi 4-5 milioni di lavoratori si vada a vaccinare oppure bisognerà andare verso un obbligo vaccinale".

Tutte le info sul Green Pass

Il green pass obbligatorio dal 15 ottobre sul lavoro, previsto dall'ultimo decreto per dipendenti pubblici e privati, è sempre più vicino e i riflettori in particolare si accendono sui tamponi, indispensabili per avere il green pass senza aver ricevuto il vaccino. Le regole prevedono che il green pass possa essere rilasciato in caso di negatività ad un tampone eseguito 48 ore prima. Il decreto green pass prevede tamponi covid gratis per i soggetti fragili che non possono vaccinarsi. Prezzi dei tamponi calmierati per gli altri cittadini. Scendono a 15 e 8 euro fino al 31 dicembre, data in cui dovrebbe terminare lo stato di emergenza, con ampliamento per le farmacie. Per tutti i fragili che non possono vaccinarsi sarà gratuito, mentre sarà fissato a 8 euro per gli under 18 e a 15 euro per tutti gli altri.

Il Green pass spetta a i cittadini di età superiore ai 12 anni che rientrino in una delle 3 categorie: aver ricevuto il vaccino contro il coronavirus; risultare negativi al test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore; essere guariti dalla Covid 19 negli ultimi sei mesi. La certificazione verde viene generata in automatico e messa a disposizione gratuitamente nei seguenti casi: aver effettuato la prima dose o il vaccino monodose da almeno 15 giorni; aver completato il ciclo vaccinale; essere risultati negativi a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti; essere guariti dal Covid nei sei mesi precedenti.

Il Green pass non è obbligatorio per:

- i bambini sotto i 12 anni, esclusi per età dalla campagna vaccinale.

- i soggetti esenti per motivi di salute dalla vaccinazione sulla base di idonea certificazione medica.

- i cittadini che hanno ricevuto il vaccino ReiThera (una o due dosi) nell’ambito della sperimentazione Covitar.

Il Green pass si potrà visualizzare, acquisire e scaricare -nonché stampare- attraverso diversi canali digitali. Le fonti sono diverse: sul sito dedicato; attraverso il sito del fascicolo sanitario elettronico regionale; sull’app Immuni; con l’app IO. Per chi ha difficoltà, o indisponibilità, nell’uso di questi strumenti digitali, saranno coinvolti medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e farmacisti che hanno accesso al sistema tessera sanitaria. Per maggiori informazioni si può visitare il sito appositamente creato dal governo (www.dgc.gov.it/web/) o contattare il numero verde dell’App Immuni al 800.91.24.91 attivo tutti i giorni dalle 8 alle 20.

Il Green pass in Italia è destinato ad avere una durata di 12 mesi. Il Cts ha dato infatti il via libera alla proroga da 9 mesi a un anno della scadenza del certificato verde covid-19. Secondo le regole inizialmente stabilite, la validità del documento è stata collegata alla modalità di rilascio del documento. Nei casi di tampone negativo, certificato Covid generato in poche ore e validità per 48 ore dalla dall’ora del prelievo. Nei casi di guarigione, generato entro il giorno seguente e validità di 180 giorni.

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