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Lunedì, 29 Aprile 2024
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"Alla guida di Alto Calore un manager che crede nel pubblico": l'appello di Padre Zanotelli

"L'Irpinia possiede un grande tesoro idrico, ma manca la coscienza pubblica". Sulla gestione della grande adduzione primaria di interesse regionale: "Abbiamo protestato contro De Luca. La scelta della Regione finirà per favorire gli interessi delle multinazionali"

In vista dell'assemblea dei soci di Alto Calore, convocata per il giorno 21 marzo allo scopo di nominare il nuovo amministratore dopo le dimissioni di Michelangelo Ciarcia - giunte successivamente a una misura interdittiva di un anno, in seguito a un'indagine che lo coinvolge per presunti reati quali l'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione, peculato e false comunicazioni sociali, tutte contestate provvisoriamente in concorso - questo pomeriggio il Comitato Acqua Bene Comune "Aspettando Godot" ha tenuto, presso il Circolo della Stampa di Avellino, un incontro con Padre Alex Zanotelli nel corso del quale è stata ribadita sia la necessità di porre alla guida dell'Alto Calore un profilo manageriale che creda nella gestione pubblica della risorsa idrica sia l'opposizione alle privatizzazioni previste dall'Amministrazione Regionale De Luca e dal Governo Meloni.

Padre Zanotelli: "Vorrei che l'Irpinia comprendesse il tesoro idrico in suo possesso"

"Torno in Irpinia in un brutto momento perché il popolo capisca quanto sia importante l'acqua" esordisce Padre Alex Zanotelli. "Si sta avvicinando un'estate incandescente: il Nord non ha più acqua, i grandi depositi si trovano soprattutto in Molise, Basilicata e Campania. Una ricchezza enorme, con tutte le sorgenti che ci sono, che la gente dovrebbe difendere con i denti. E, invece, non c'è coscienza pubblica. Come dice Papa Francesco, l'acqua è un diritto alla vita, di fatto senza di essa non possiamo vivere".

Alto Calore: "Si scelga un manager che creda nella gestione pubblica"

Per quanto riguarda l'Alto Calore, Padre Zanotelli spiega: "Questo incontro è l'occasione per chiederne il risanamento e il mantenimento di una gestione che sia totalmente pubblica, soprattutto in questo momento così critico per la risorsa idrica in generale. Alla guida vada un manager che crede nel pubblico e non nel privato per evitare il disastro. Inoltre, la politica non dovrebbe avere a che fare con la gestione dell'acqua".

In merito alla scelta della Regione Campania di affidare la gestione della grande adduzione primaria di interesse regionale a una società di tipo pubblico-privato, Zanotelli ribadisce la sua opposizione nei confronti di una decisione che, secondo il suo parere, potrebbe spalancare le porte alle multinazionali: "Abbiamo lottato tanto contro De Luca organizzando manifestazioni e proteste, facendo parlare una delegazione, ma non si è smosso. È vergognoso che, alla luce di una situazione così difficile, la grande adduzione, che include anche le sorgenti, possa finire nelle mani di multinazionali che la gestiranno facendo i propri interessi e non quelli della gente. In Campania, e in particolare in Irpinia, le persone aspettano le soluzioni da chissà chi. Invece, il cambiamento deve partire dal basso con un movimento popolare che faccia presente le proprie istanze con determinazione per ottenere qualcosa".

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