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Domenica, 28 Aprile 2024
Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia

Anginetti di Pasqua: storia e tradizione del tarallino solofrano

I fratelli Romano: "È un dolce di buon auspicio che ci riporta all'infanzia"

Dolci, golosi e di buon auspicio.

Sono gli anginetti, o ncinetti, una specialità tipica della Campania che trova la sua massima espressione la Domenica delle Palme.

È tradizione, infatti, ornare, i ramoscelli di ulivo con questi deliziosi tarallini per poi regalarli alle persone care in segno di pace e fratellanza.

Si tratta di un'usanza antichissima che affonda radici nella civiltà contadina. I taralli, con la loro forma circolare, evocano da un lato la ciclicità della natura, dall'altro simboleggiano la corona di spine posta sul capo di Gesù. Per le comunità locali hanno un forte valore simbolico, un rito senza tempo che si rinnova di anno in anno in tutta l'irpinia seppur con ricette e dimensioni differenti, a seconda della zona di appartenenza.

A Solofra, ad esempio, gli anginetti hanno la forma di un anellino, sono morbidi, profumati e ricoperti da una glassa profumata al limone. Molto apprezzati sono quelli di Raffaele e Gianfranco Romano che ci hanno raccontato la storia di questa prelibatezza locale.

 "La tradizione era di preparare questi deliziosi taralli di Pasqua prima del giorno delle Palme, per far indurire la glassa in superficie e appenderli sulla palma da benedire la domenica. Tutto ciò rendeva l’aria talmente scenografica e allegra che i bambini non vedevano l’ora che questo giorno arrivasse - dicono i due titolari del Gran Caffè Romano".

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L'anginetto nasce da un impasto detto ”sciocco”, realizzato con ingredienti molto economici: uova, zucchero e farina. Ma è proprio dallo sposalizio di questi ingredienti così semplici che viene fuori un impasto buono, elastico e tenace, a cui nessuno può resistere, soprattutto i bambini. Il nome, invece, come spiegano Raffaele e Gianfranco, deriva da uncino, ovvero il gancetto che veniva infilato all'interno dell'anello per ornare i rami d'ulivo, per questo in dialetto si chiamano 'ncinetti. 

"È un dolce a cui siamo fortemente legati perché ci fa viaggiare nel tempo. Ci riporta all'infanzia - raccontano i due titolari del Gran Caffè Romano - a quei giorni spensierati e felici quando nostro padre ornava i ramoscelli di ulivo con gli anginetti e affidava a noi il compito di portare in Chiesa la palma per la benedizione. Tuttavia, una volta benedetta, la tentazione era talmente forte che a casa arrivava soltanto l'ulivo. A distanza di anni la tradizione non è mutata e neanche la voglia di mangiare in pochi minuti tutti i tarallini che decorano il ramo d'ulivo".

Tutt'oggi nella pasticceria solofrana è possibile degustare l'antica ricetta del papà di Raffaele e Gianfranco. Un matrimonio di gusto e ricordi che regala emozioni e sorrisi, ma soprattutto tiene vive le radici, gli usi e i costumi che tengono unite le comunità.

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