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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Villa bunker vandalizzata dopo la confisca: le motivazioni dell'assoluzione dei Cava

Analisi dei motivi di assoluzione nel caso del furto e della devastazione della ex villa bunker di Via Nazionale

La Corte di Appello di Napoli, nella sua sentenza, ha assolto quattro familiari del defunto boss Biagio Cava, accusati di furto e devastazione della ex villa bunker di Via Nazionale, confiscata nel maggio 2015 in seguito alla sentenza emessa dalla Cassazione nel maxiprocesso contro il clan Cava. Questo ribaltamento completo della decisione del Tribunale di Avellino è stato determinato dall'accoglimento dei motivi di Appello presentato dalla difesa degli indiziati, guidato dal penalista Raffaele Bizzarro, che rappresentava tutti i familiari di Cava, insieme all'avvocato Rolando Iorio, difensore di un altro imputato. I giudici di secondo grado hanno enfatizzato la mancanza dell'elemento psicologico del furto aggravato, poiché non c'erano prove certe della consapevolezza degli imputati nel prelevare beni che erano diventati patrimonio dello Stato dopo la confisca della villa. Il trasloco è avvenuto effetto la sera stessa della sentenza di confisca, documentata da un ispettore del Commissariato di PS di Lauro.

È stato ipotizzato che terzi, inclusi clan rivali, abbiano vandalizzato la struttura per vari motivi

Inoltre, la difesa ha sottolineato che la stessa Cava Felicia ha informato l'amministratore giudiziario Di Stasio del vuoto della villa e che i beni asportati erano stati trovati in gran parte nella disponibilità degli imputati, non nascosti ma in un garage adiacente alla loro abitazione. Questi elementi, secondo la memoria difensiva, indicano la mancanza di intento criminale. Per quanto riguarda il danneggiamento, il periodo di 17 giorni tra l'abbandono della villa e il primo sopralluogo della Polizia ha sollevato dubbi sulla responsabilità degli imputati. È stato ipotizzato che terzi, inclusi clan rivali, abbiano vandalizzato la struttura per vari motivi, tra cui incolpare gli imputati o per sfregio nei confronti della casa che un tempo era il loro bunker. La tesi difensiva, accolta dalla Corte di Appello di Napoli, suggerisce che durante questo periodo terzi potrebbero essere entrati nella villa e averla danneggiata, rafforzando l'idea che gli imputati potrebbero non essere stati responsabili dei danni.

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