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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Cesinali

Sparatoria di Cesinali, gli indiziati tratti in arresto hanno scelto il patteggiamento

Tutto è iniziato la sera del 13 ottobre 2022, a Foggia; quando una pattuglia della squadra mobile della polizia era sulle tracce di cinque vetture rubate

Sparatoria a Cesinali: Giuseppe Valentini, 56 anni, originario di Bitonto, Vincenzo Montereale, 37 anni, anch'egli proveniente da Bitonto, e Valentino Capocchiano, 34 anni, di Grumo Appula, hanno concordato una pena di 4 anni di arresti domiciliari. Questi soggetti, assistiti dall'avvocato Massimo Chiusolo del foro di Bari, sono stati scagionati dall'accusa di tentata rapina dal giudice per le indagini preliminari Marcello Rotondi del tribunale di Avellino, poiché l'evento in questione non si è verificato. Inoltre, fin dall'interrogatorio di garanzia, i tre avevano negato questa accusa, sostenendo che erano in Irpinia per rubare automobili.

Anche il giudice per le indagini preliminari Paolo Cassano, durante la convalida delle misure, ha considerato l'ipotesi di un assalto a un furgone portavalori dell'istituto di vigilanza privata Cosmopol come "una mera illazione", sottolineando che non vi erano prove a supporto dell'idea che questo gruppo criminale stesse pianificando tale azione.

Il terrore a Cesinali

Tutto è iniziato la sera del 13 ottobre 2022, a Foggia; quando una pattuglia della squadra mobile della polizia era sulle tracce di cinque vetture rubate. Quest’ultime sono state inseguite fino al casello autostradale di Cerignola est; proseguendo fino alla provincia di Avellino. Sull’Ofantina, all’altezza di Cesinali, tre auto sono riuscite a far perdere le proprie tracce. Due Jeep Compass, invece, raggiungono e si fermano nel piazzale davanti al cimitero del paese. La pattuglia di Foggia, assieme a tre volanti della mobile di Avellino, si fermano per sottoporre a controllo gli occupanti dei veicoli. Il conducente della Jeep bianca, però, tenta la fuga e con una prima manovra tenta d'investire due agenti di Foggia ed esplode due colpi nei loro confronti. Gli agenti rispondono al fuoco e dalla Jeep vengono esplosi altri due colpi di pistola, stavolta verso un terzo agente intervenuto. A questo punto la vettura accelera e si dà alla fuga; per aprirsi la strada puntano un altro agente che rischia di essere investito, intanto i poliziotti aprono il fuoco nei confronti dell’auto.

Mentre vengono arrestati i criminali all’interno dell’altra Jeep, quella nera, rimasta ferma nel piazzale, una pattuglia insegue la Jeep bianca fino ai binari della frazione Villa San Nicola. Qui, all’interno dell’auto, con il volto ancora coperto dal passamontagna, troveranno il corpo senza vita di Giovanni Rinaldi, un 31enne pregiudicato pugliese, attinto dai colpi di pistola sparati dagli agenti. Gli altri malviventi riescono a scappare, uno di loro, il boss foggiano Savino Ariostini, verrà arrestato la mattina dopo. Quest’ultimo, 53enne, è ritenuto elemento di spicco della criminalità organizzata foggiana e vicino al clan Moretti-Pellegrino-Lanza.  Latitante dal 2020, condannato a quindici anni di carcere, sette dei quali scontati, per associazione a delinquere di stampo mafioso per una serie di rapine a mano armata e assalti a portavalori.

All’interno dell’auto la polizia non trova nessuna arma. L’unica pistola - una Beretta - viene trovata in possesso delle persone arrestate nell’altra Jeep; a bordo delle auto sono stati trovati inoltre una bomboletta di gas butano, cinque bottigliette di liquido infiammabile, ricetrasmittenti, utensili utili allo scasso e 149 chiodi in acciaio a quattro piedi di grandi e piccole dimensioni (Kalashnikov e bombe a mano e altre armi pesanti, secondo le fonti investigative foggiane, erano a bordo di una Stelvio, una delle tre auto riuscite a far perdere le proprie tracce). Nel dettaglio, sono stati arrestati Giuseppe Valentini, 56enne di Bitonto, Vincenzo Montereale, 37enne di Bitonto, Valentino Capocchiano, 34enne di Grumo Appula e, appunto, Savino Ariostini, 53enne di Foggia. 

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