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Cronaca Sant'Angelo dei Lombardi

Preside multato con 5.000 euro per ritorsioni contro l'insegnante: la vicenda svelata dall'ANAC

Il dirigente scolastico di una scuola irpina si è trovato al centro di una controversia legata ad accuse di politiche discriminatorie e abuso di potere nei confronti di una docente che aveva denunciato presunti comportamenti illeciti all'interno dell'istituzione

Il dirigente scolastico di una scuola di Sant'Angelo dei Lombardi si è trovato al centro di una controversia legata ad accuse di politiche discriminatorie e abuso di potere nei confronti di una docente che aveva denunciato presunti comportamenti illeciti all'interno dell'istituzione. L'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha indagato sul caso e ha rilevato diverse violazioni, culminate con l'applicazione di una multa di 5.000 euro al dirigente scolastico. Questo episodio mette in luce l'importanza del whistleblowing e il ruolo fondamentale dell'ANAC nella lotta contro la corruzione nella pubblica amministrazione.

Il whistleblowing e la denuncia della docente

Il whistleblowing, o segnalazione di presunti illeciti o irregolarità all'interno di un'organizzazione, è un atto coraggioso che merita protezione e riconoscimento. In questo caso, una docente ha deciso di denunciare presunti abusi del dirigente scolastico alla Procura della Repubblica, all'Ufficio Scolastico Regionale della Campania e alla Procura della Corte dei Conti. Le accuse riguardavano la discrezionalità e la cattiva amministrazione nelle decisioni organizzative del preside, nonché l'offerta di un incarico di collaboratrice in cambio del ritiro delle denunce contro un collega coinvolto in un illecito ricevimento di bonus. Le denunce della docente hanno fatto emergere un ambiente lavorativo ostile e poco propenso a tollerare critiche e segnalazioni di illeciti. Durante le riunioni del corpo docente, sono state riportate censure e minacce rivolte alla docente, il che ha reso chiaro quanto fosse urgente intervenire per garantire un ambiente di lavoro sano e rispettoso.

Un elemento decisivo per l'ANAC è stata una registrazione in cui il dirigente scolastico accenna a revocare i procedimenti disciplinari e le sanzioni contro la docente a condizione che ritiri la denuncia presentata alla Procura. Questo aspetto è stato ritenuto fondamentale per dimostrare l'abuso di potere e la volontà del dirigente di manipolare le azioni disciplinari a suo vantaggio. L'ANAC ha sottolineato che qualsiasi tentativo di negoziare un provvedimento disciplinare rende tale provvedimento falso e privo di fondamento.

L'intervento dell'ANAC e le sanzioni

L'ANAC, nell'ambito della sua competenza diretta nei casi di whistleblowing, ha indagato a fondo sulle denunce della docente e ha stabilito che erano fondate. Di conseguenza, ha deciso di infliggere al dirigente scolastico una multa di 5.000 euro come sanzione per le politiche discriminatorie e l'abuso di potere. Inoltre, ha invalidato i procedimenti disciplinari avviati contro la docente, considerandoli come ritorsioni ingiustificate.

Prima di tutto, è fondamentale sottolineare come nella generalità della pubblica amministrazione, il responsabile della struttura può irrogare soltanto la sanzione del rimprovero verbale. Tuttavia, nel comparto scuola, la competenza per irrogare sanzioni al personale docente viene mantenuta in capo ai dirigenti scolastici. Questa dinamica minaccia profondamente il ruolo del docente, riducendone la funzione e la professionalità.

Se un dirigente scolastico ritiene che un docente abbia violato il codice etico, ad esempio, indossando scarpette bianche, è legittimato ad avviare un procedimento disciplinare attraverso la contestazione scritta dell’addebito. Il docente dovrà difendersi in audizione, ma il giudice sarà il Dirigente stesso che avrà il potere di sanzionare il docente per il colore "osceno" delle scarpette. Il Dirigente scolastico agisce sia come "giudice istruttore" che come "giudice" che irroga le sanzioni!

Il docente, colpevole di aver scelto un colore inappropriato, dovrà difendersi a proprie spese, solo dinanzi al Giudice del Lavoro, con costi che possono aggirarsi intorno ai 1000/2000 euro. Inoltre, il Dirigente potrà andare in giudizio senza dover affrontare alcuna spesa, poiché avrà l'assistenza dell’Avvocatura dello Stato.

In caso di vittoria del docente, come spesso accade, il giudice può decidere di compensare le spese, quindi nessun danno economico per il Dirigente, oppure addebitare le spese, ma anche in questo caso sarà lo Stato a pagare per lui. L’Amministrazione può rivalersi nei confronti del dirigente, soprattutto se il danno è stato causato da un comportamento che configura dolo o una colpa grave. Tuttavia, l'azione di rivalsa non è immediata, ma deve essere proposta dall’Amministrazione davanti alla Corte dei Conti, che avrà il compito di stabilire se e in che misura il dirigente debba rifondere l’Amministrazione.

Tutte queste circostanze mettono i docenti in una situazione di profonda incertezza e vulnerabilità, minando la loro serenità emotiva e psicologica. La presenza costante di un Dirigente con un potere "assoluto" di sanzionare espone tutti al silenzio e all'accettazione di una condizione di sudditanza. È importante, quindi, che il contratto scuola non si limiti solo a occuparsi di retribuzioni, ma garantisca diritti veri, quelli che tutelano la dignità della persona. Solo così i docenti potranno operare in un ambiente più sereno e stimolante, contribuendo positivamente all'educazione e al futuro delle nuove generazioni.

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