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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Maxitruffa ristori Covid, ordine di scarcerazione per Vuolo, anzi no: nuovo mandato di cattura

Il Tribunale del Riesame ha emesso un ordine di scarcerazione, accogliendo la tesi difensiva però – contestualmente - è giunto un nuovo ordine di cattura da parte della Guardia di Finanza nei confronti dell'indagato

Colpo di scena clamoroso nell'inchiesta sulla maxi-truffa dei ristori Covid. Nella serata di ieri, il Tribunale del Riesame ha accolto la tesi difensiva dell'Avvocato Alberto Biancardo, difensore di fiducia insieme all'Avvocato Vincenzo Di Vaio, di Pasqualino Vuolo, il commercialista arrestato dalla Guardia di Finanza per la maxi-truffa da un milione e duecentomila euro sui ristori Covid. Per Vuolo, il Tribunale del Riesame ha dunque emesso un ordine di scarcerazione. Tuttavia, contestualmente, è giunto un nuovo ordine di cattura da parte della Guardia di Finanza, "per eccezionale gravità" nei confronti dell'indagato. Pasqualino Vuolo, dunque, resta in carcere. Il 10 novembre scorso, invece, il GIP ha accolto la richiesta di attenuazione della misura cautelare per l'altro indagato, Ramon Irizzarry, difeso dall'Avvocato Alfonso Laudonia.

L'indagine sulla presunta truffa sui ristori Covid

In data 07 Novembre, i Finanzieri del Comando Provinciale di Avellino hanno dato esecuzione all'Ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali disposta dal G.I.P. del Tribunale di Avellino nei confronti di quattro soggetti, di cui due professionisti, Pasqualino Vuolo Ramon Irizzarry, e due con funzioni da "prestanome", Giorgio Cappiello di Monteforte Irpino e Osadolor Osawe, nigeriano residente a Mercogliano. Gli indagati sono difesi dall'Avvocato d'ufficio Eliana Giugliano, dall'Avvocato di fiducia Alberto Biancardo e dall'Avvocato Vincenzo Di Vaio, dall'Avvocato di fiducia Lucio Seconnino, e dall'Avvocato di fiducia Alfonso Laudonia. 

Nel contempo, è stata data esecuzione alla misura ablativa di carattere reale del sequestro preventivo per un ammontare complessivo di € 1.190.968,00, in relazione ai reati di truffa continuata in danno di ente pubblico e autoriciclaggio. Il provvedimento restrittivo costituisce l'epilogo di articolate investigazioni eseguite dal Gruppo di Avellino della Guardia di Finanza, nell'ambito delle quali veniva si acquisivano elementi gravemente indiziari nei confronti dei due professionisti irpini, i quali, avvalendosi di quattro società e di due "prestanome" compiacenti, nell'anno 2021, avevano indebitamente beneficiato delle misure di sostegno economico destinate a soggetti colpiti dall' emergenza epidemiologica da Covid 19.

Tali misure, previste dai Decreti Legge 41/2021 (c.d. "Decreto Sostegni") e 73/2021 (c.d. "Decreto Sostegni-bis"), consentivano all'Agenzia delle Entrate di erogare direttamente agli operatori economici, che ne avevano fatto istanza, contributi a fondo perduto, determinati applicando una percentuale alla differenza tra l'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell'anno 2020 e I'ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell'anno 2019. In particolare, le indagini, dirette e coordinate da questa Procura della Repubblica, consentivano di ritenere che i due professionisti avevano posto in essere un articolato sistema di frode al fine di ottenere il beneficio in questione, attraverso la presentazione di istanze, da parte delle società coinvolte, nelle quali veniva dichiarata falsamente una flessione media mensile del fatturato tra gli anni 2019 e 2020, che ha consentito poi di percepire illecitamente contributi per un importo complessivo pari ad euro 1.190.968,00.

Gli accertamenti hanno permesso, altresi, di accertare che le società coinvolte a supporto delle istanze, avevano presentato dichiarazioni integrative fiscali ai fini IVA ed Imposte Dirette, in rettifica di quelle originariamente presentate per gli anni d'imposta 2019 e 2020, nelle quali avevano riportato dati non veritieri, indicando, per ogni società, un volume d'affari di circa 9 milioni di euro, solo per creare e dimostrare artificiosamente una flessione media del fatturato di circa 750 mila, tra l'anno 2019 e l'anno 2020. All'atto del controllo da parte dei finanzieri non veniva acquisita e reperita documentazione fiscale, amministrativo e contabile che dimostrasse il fatturato indicato nelle predette dichiarazioni integrative. I due professionisti, inoltre, in concorso fra loro, trasferivano parte delle somme indebitamente percepite ad una società per azioni con sede in Milano, riconducibile agli stessi, in quanto rispettivamente rappresentante legale e presidente del collegio sindacale, attraverso la creazione di falsi dati fiscali e contabili, al fine di ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa. Uno dei due professionisti è, inoltre, indiziato del reato di false comunicazioni sociali, per aver esposto in bilancio, per una delle società, fatti materiali rilevanti non rispondendo al vero.

L'operazione svolta costituisce ulteriore e concreta testimonianza del costante impegno da parte di questa Procura, in sinergia con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino, a tutela dell'economia legale e della corretta destinazione delle risorse erogate per far fronte alle conseguenze della pandemia da Covid-19. 

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