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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Maxi frode fiscale da 45 milioni di euro: attenuata anche la misura cautelare di Alessandro Romano

Per quanto concerne l'indagato, i giudici hanno accolto la richiesta del suo difensore di fiducia, Ennio Napolillo, e hanno attenuato la misura cautelare dalla detenzione in carcere a quella domiciliare

I finanzieri del Comando Provinciale di Avellino, guidati dal Colonnello Salvatore Minale, hanno eseguito l'ordinanza applicativa delle misure cautelari personali e reali disposta dal GIP del Tribunale di Avellino nei confronti di cinque individui, di cui due destinati alla detenzione e tre agli arresti domiciliari. In carcere sono stati condotti Ermanno Siano, 46 anni di Avellino, e Alessandro Romano, 39 anni, di Atripalda. Mentre Alfonso Oliva, 41 anni, di Nocera Inferiore, Domenico Calabrese, 44 anni, e Dario Alderisi, 57 anni, di origine rispettivamente tedesca e brasiliana, sono stati posti agli arresti domiciliari. La difesa degli indagati è stata affidata agli avvocati Ennio Napolillo, Claudio Frongillo, Raffaele Tecce e Assia Iannaccone.

Parallelamente, sono state eseguite 12 perquisizioni nei confronti di persone fisiche e giuridiche, e sono stati effettuati sequestri preventivi per un totale di circa 3 milioni di euro, in relazione ai reati di riciclaggio, reimpiego di profitti illeciti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Gli interventi, condotti con il supporto dei finanzieri del Gruppo di Fermo e delle Compagnie di Castellammare di Stabia (Na) e di Cava dei Tirreni (Sa), rappresentano l'epilogo di complesse e articolate indagini condotte dai militari della Guardia di Finanza della Tenenza di Solofra. Queste investigazioni hanno individuato una struttura organizzativa con base nel polo conciario di Solofra e diverse ramificazioni nelle province di Avellino, Salerno, Napoli e Fermo.

Il Tribunale del Riesame, alla ricezione degli atti, è obbligato a esprimersi. Alla scadenza del suddetto termine, la misura cautelare perde di efficacia. Quindi, in data odierna, Alfonso Oliva, 41enne di Nocera Inferiore - difeso di fiducia dall'avvocato Claudio Frongillo - è stato immediatamente scarcerato. L'avvocato Frongillo ha sollevato la questione che i giudici non potevano trattare la procedura in quanto c'era un vizio di notifica al suo assistito e i termini sarebbero scaduti a breve; il penalista ha chiesto che dichiarassero la perdita di efficacia della misura. La X Sezione del Tribunale del Riesame ha accolto la questione procedurale e la scarcerazione di Oliva è stata disposta. 

Sempre oggi, anche l'avvocato Ennio Napolillo ha discusso per Alessandro Romano, detenuto in carcere, e Domenico Calabrese, detenuto ai domiciliari. Per quanto concerne Alessandro Romano, i giudici hanno accolto la richiesta del suo difensore e attenuato la misura cautelare dalla detenzione in carcere a quella domiciliare. Non si sono ancora espressi, invece, per quanto riguarda Domenico Calabrese. Il 13 aprile scorso, invece, il Tribunale del Riesame ha accolto la richiesta di attenuazione della misura cautelare dell'avvocato Raffaele Tecce e, per l'indagato Ermanno Siano, ha sostituito la detenzione in carcere con i domiciliari. 

Movimenti bancari verso paesi extracomunitari, in particolare verso la Cina

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno portato alla luce elementi che indicano come i due individui sottoposti a custodia cautelare in carcere, tramite "prestanome" compiacenti e società "cartiere", abbiano messo in atto un sistema di frode fiscale di oltre 45 milioni di euro. Una parte di queste somme, circa 1,7 milioni di euro, è stata trasferita attraverso numerosi movimenti bancari verso paesi extracomunitari, con una particolare destinazione verso la Repubblica Popolare Cinese. Le indagini hanno rivelato che gli indagati hanno eseguito diversi trasferimenti di capitali tra le società coinvolte nel sistema fraudolento, alternando cambi di amministratori e cessioni di quote societarie per eludere i sospetti e mascherare i capitali utilizzati. È stato anche accertato che i proventi illeciti sono stati riciclati attraverso contratti fittizi con altre aziende e la cessione di crediti, al fine di allontanare le responsabilità dalle società principali coinvolte.

L'operazione è stata inoltre agevolata dall'analisi dei dati informatici, che ha fornito elementi cruciali per delineare il contesto investigativo e individuare le responsabilità penali degli indagati. Questa inchiesta dimostra l'importanza del monitoraggio dei flussi finanziari nel contrasto al riciclaggio di capitali illeciti, sottolineando l'impegno delle Fiamme Gialle nel prevenire la contaminazione dell'economia legale e garantire le condizioni di concorrenza equa.

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