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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Imprenditore denuncia le estorsioni del clan Cava: la camorra non fa più paura a nessuno

Questa mattina, Bernardo Cava e Pellegrino Crisci sono stati sottoposti a interrogatorio di garanzia nel quale hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere

Nella giornata di ieri, i Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di due persone, ritenute gravemente indiziate del delitto di tentata estorsione ai danni di un imprenditore, reato aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan camorristico Cava, operante nei territori di Baiano e nel Vallo di Lauro.

Gli arrestati sono Bernardo Cava, detto "Aldo", e Pellegrino Crisci. Le indagini del pool di magistrati coordinato dal Procuratore Aggiunto Sergio Ferrigno hanno riportato alla ribalta il cinquantenne fratello del boss Antonio Cava, detto N’do N’do, ritenuto uno dei capi della famiglia (l’altro era il defunto Biagio Cava) e attualmente detenuto proprio con l’accusa di essere il promotore e organizzatore del gruppo in regime di 41 bis nel carcere de L’Aquila.

Dal dicembre del 2019, data della sua scarcerazione dopo undici anni di reclusione, Bernardo Cava si era trasferito a Mugnano e, due anni fa, era stato denunciato per truffa ai danni dello Stato per l'indebita percezione del reddito di cittadinanza. Nella mattinata di oggi, presso il carcere di Secondigliano, sono stati ascoltati dal Gip del Tribunale di Napoli Leda Rosetti. Cava e Crisci, accompagnati dai legali di fiducia - rispettivamente - l'avvocato Alessandro Del Grosso e l'avvocato Gaetano Aufiero,  sono stati sottoposti a interrogatorio di garanzia nel quale hanno deciso entrambi di avvalersi della facoltà di non rispondere. 

Il coraggio di un imprenditore ha dimostrato che i clan non fanno paura a nessuno

Per fortuna, in questo caso, la denuncia di un imprenditore e le indagini di Carabinieri e Direzione Distrettuale Antimafia hanno condotto a un’immediata risposta ai tentativi estorsivi del clan. Una risposta che, senza ombra di dubbio, sembra anche e soprattutto di tipo "culturale". Nel Vallo di Lauro operano i gruppi antagonisti Cava e Graziano con proiezioni, rispettivamente, nell’agro nolano (NA) e nell’alta Valle dell’Irno ai confini con Salerno. Negli anni, la morte di alcuni esponenti apicali e molteplici attività investigative hanno fiaccato la famiglia Cava. Anche il clan Graziano ha recentemente registrato la perdita di alcune figure apicali e, pertanto, non si escludono possibili involuzioni nella ricerca di nuovi equilibri nel territorio laurese. Tutto questo, ovviamente, ha portato a un vuoto di potere nella zona e, quindi, a un nuovo tentativo d'interesse da parte del clan. Un interesse che, questa volta, è andato a infrangersi contro il muro di gomma della legalità. 

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