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Cronaca

Traffico aereo dietro le sbarre: il mercato nascosto dei telefoni e della droga orchestrato da un detenuto

Le operazioni aeree del drone, finalizzate all'introduzione di cellulari, SIM e caricabatterie all'interno del carcere, sono state coordinate da un detenuto al suo interno

Le manovre del drone per introdurre cellulari, SIM e caricabatterie all'interno del carcere sono orchestrati da un detenuto confinato nello stesso istituto penitenziario. È il 19 febbraio 2022, le 18:41, quando gli investigatori del Nic (Nucleo Investigativo Centrale) della Polizia Penitenziaria intercettano in diretta le istruzioni del detenuto, detenuto nell'Alta Sicurezza, che guida il complice Vincenzo Scognamiglio nella manovra. Scognamiglio, affiliato a un potente cartello legato all'Alleanza di Secondigliano, ha appena cercato una zona tranquilla vicino al carcere di Avellino per consegnare illegalmente telefoni cellulari agli altri detenuti che li avevano ordinati, insieme alla droga.

Tutto ha avuto origine dal carcere di Secondigliano

Scognamiglio è un elemento chiave del cartello che, dal lockdown fino al 2022, ha rifornito di telefoni e droga i detenuti di Alta Sicurezza in varie parti d'Italia. Tutto ha avuto origine dal carcere di Secondigliano, dove un detenuto, ora a Bellizzi, aveva precedentemente risieduto. L'organizzazione è stata smantellata da un blitz della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli, che ha portato a 21 arresti per associazione di stampo mafioso, traffico di droga, detenzione di armi e accesso illecito a dispositivi di comunicazione. Le indagini sono state avviate grazie a segnalazioni del Nic riguardanti un aumento anomalo di telefoni, soprattutto di ultima generazione, all'interno del carcere di Secondigliano. Tramite l'analisi dei codici IMEI e del traffico telefonico, è emerso che molti detenuti, in particolare quelli legati alla criminalità organizzata, avevano accesso a un gran numero di telefoni.

Nove collaboratori di giustizia hanno contribuito a ricostruire l'organizzazione

Si è scoperto che un gruppo organizzato all'interno del carcere di Secondigliano, con la collaborazione di un esperto manovratore di droni identificato come Scognamiglio, era responsabile delle consegne. Scognamiglio era stato fermato in precedenza con un drone e telefoni nei pressi di Frosinone. Le indagini hanno rivelato un vero e proprio mercato dei telefoni all'interno del carcere, con centinaia di contatti tra Scognamiglio e detenuti in tutta Italia. Nove collaboratori di giustizia hanno contribuito a ricostruire l'organizzazione, che operava in 18 istituti penitenziari in tutto il Paese. Uno di loro ha parlato dell'attività di spaccio di telefoni e droga avviata dal detenuto M.O nel carcere di Bellizzi Irpino, che aveva già operato in modo simile a Secondigliano, guadagnando fino a ventimila euro al mese. Scognamiglio stesso vantava guadagni fino a diecimila euro al giorno, come riferito dai collaboratori.

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