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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Sotto il giogo del Clan Sangermano: provata l'esistenza dell'associazione mafiosa

"Emergono in maniera inequivocabile prove dell'esistenza, durante il periodo di indagine, di un'associazione camorristica nota come clan Sangermano", è quanto si legge nelle motivazioni della sentenza del processo

Nel processo con rito abbreviato presso il Tribunale di Napoli, il Giudice per l'udienza preliminare, Chiara Bardi, ha emesso una sentenza di 755 pagine, confermando l'esistenza dell'associazione camorristica denominata clan Sangermano. Gli imputati coinvolti sono stati condannati o assolti in base alle prove presentate durante il procedimento.

I condannati sono:

- Buonincontri Giuseppe: 8 anni e 4 mesi (difeso dagli avvocati Pasquale Napolitano e Francesco Picca);
- Sepe Onofrio: 9 anni e 4 mesi (difeso dall’avvocato Raffaele Bizzarro);
- Nappi Paolo: 8 anni e 8 mesi (difeso dagli avvocati Raffaele Bizzarro e Marco Massimiliano Maffei);
- Sepe Salvatore: 12 anni e 8 mesi (difeso dagli avvocati Antonio Iorio e Giovanna Russo);
- Sangermano Agostino: 13 anni e 8 mesi (difeso dagli avvocati Raffaele Bizzarro e Nicola Quatrano).

Ezio Mercogliano, invece, è stato assolto da tutti i capi di imputazione, difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero.

La sentenza si basa sul materiale probatorio raccolto dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e dalla Dia, sotto il coordinamento del pm antimafia Gianfranco Scarfo, e successivamente dai pm Simona Rossi e Antonio D’Alessio. Il Giudice ha sottolineato la provenienza delle prove e la loro consistenza, affermando che gli imputati hanno garantito la sopravvivenza e l'operatività del gruppo camorristico legato alla famiglia Sangermano.

Secondo il Gup, l'associazione camorristica presenta tutte le caratteristiche dell'art. 416 bis c.p., includendo l'utilizzo del metodo mafioso per fini illeciti, legami stretti tra i membri, e una precisa gerarchia organizzativa. Agostino Sangermano è stato identificato come il capo del sodalizio, confermando le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e le intercettazioni ambientali e telefoniche. Salvatore Sepe, noto come "Leoluca Bagarella", è stato implicato in attività illecite, specialmente nel campo dell'estorsione e dell'usura. Ezio Mercogliano è stato assolto da ogni accusa, in quanto non è emerso alcun contributo rilevante alla vita dell'associazione camorristica, secondo quanto stabilito dalla sentenza. La sentenza evidenzia la complessità e la gravità delle attività criminali svolte dal clan Sangermano e conferma l'impegno delle autorità nel contrastare il crimine organizzato nel territorio.

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