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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Clan Pagnozzi: Fiore Clemente respinge le accuse mosse dalla DDA di Napoli

Il presunto boss, affiancato dall'avvocato Valeria Verrusio, ha dichiarato di non avere alcun legame con i giovani di Moiano, Airola e Sant'Agata

Il presunto capo, Fiore Clemente, ha respinto con fermezza le accuse che gli sono state mosse dalla DDA di Napoli. Attualmente recluso nel carcere di Benevento dall'alba del 25 ottobre scorso, con l'accusa di associazione a delinquere, ha dichiarato, affiancato dall'avvocato Valeria Verrusio, di non avere alcun legame con i giovani di Moiano, Airola e Sant'Agata. Inoltre, ha chiarito la natura dei suoi rapporti con suo figlio Rinaldo Clemente. 

Nella giornata di ieri, invece, gli altri due irpini arrestati durante l'operazione condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Benevento e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli hanno scelto di rispondere alle domande del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Benevento, che li ha ascoltati su richiesta formale. Clemente Rinaldo, il figlio del presunto capo mafioso Fiore Clemente, e Umberto Vitagliano, noto anche come geometra e cognato di Fiore Clemente, entrambi assistiti dall'avvocato Valeria Verrusio, hanno presentato al Giudice Vinetti la loro versione dei fatti.

In particolare, Vitagliano ha negato categoricamente di aver mai avuto contatti con membri dell'organizzazione criminale e, in particolare, ha dichiarato di non conoscere i giovani provenienti dai comuni di Moiano, Airola e dalla Valle Caudina che sarebbero stati coinvolti nell'operazione dei Carabinieri condotta due giorni prima. Ha spiegato che i suoi contatti erano limitati a quelli familiari con il cognato Clemente Fiore e il nipote Clemente Rinaldo, sottolineando che questi incontri erano sporadici e privi di qualsiasi connessione criminale.

D'altra parte, Clemente Rinaldo ha ammesso di conoscere alcuni dei soggetti coinvolti nell'operazione, ma ha enfatizzato che i suoi rapporti con loro non avevano nulla a che fare con attività criminali. Ha inoltre negato qualsiasi coinvolgimento nel presunto clan. Ha spiegato che il suo unico legame con questi individui era dovuto al fatto che, nel periodo compreso tra il 2018 e il 2021, svolgeva un'attività come rappresentante di prodotti alimentari sul territorio.

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