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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Asta per "ò Pagliarone": chiesta la trascrizione dei video nel ristorante

Nella prossima udienza, prevista per il 7 giugno, è prevista l'audizione della parte lesa, cioè l'ex socio di Giordano nella gestione del locale

Nel contesto del processo per presunta turbativa d'asta relativa al ristorante "Pagliarone", vengono introdotte ulteriori evidenze mediante richieste di trascrizioni di file audio e video provenienti dall'interno del locale di Monteforte. Questi materiali sono stati consegnati dall'ex socio del sindaco Costantino Giordano e acquisiti dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino.

Il pubblico ministero antimafia Anna Frasca ha formalmente richiesto l'inclusione di queste prove per la trascrizione da parte di un perito nominato oggi dal Tribunale di Avellino. Le immagini riguardano episodi collegati alla struttura di Monteforte Irpino. Inoltre, davanti al collegio presieduto dalla giudice Sonia Matarazzo e composto dai giudici Fabrizio Ciccone e Michela Eligiato, è stato conferito l'incarico al perito per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche richieste sia dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli che dalle parti coinvolte, in particolare dalla difesa del sindaco Giordano. Quest'ultima, già nella udienza precedente, aveva formalizzato la richiesta di acquisizione agli atti di alcune intercettazioni che, affermava, avrebbero messo in dubbio l'affidabilità dei denuncianti. Le operazioni peritali inizieranno il prossimo 28 marzo.

Nella prossima udienza, prevista per il 7 giugno, è prevista l'audizione della parte lesa, cioè l'ex socio di Giordano nella gestione del locale.

Quanto al processo in sé, riguardante l'asta del ristorante Pagliarone, sono imputati Nicola Galdieri, difeso dagli avvocati Gaetano Aufiero e Claudio Davino, Armando Pompeo Aprile, difeso dagli avvocati Alberico Villani e Roberto Saccomanno, Renato Freda, difeso dagli avvocati Patrizio Dello Russo e Ferdinando Letizia, e Costantino Giordano, difeso dagli avvocati Rocco Antonio Briganti e Gerardo Di Martino. A questi imputati vengono contestati vari reati, tra cui estorsione aggravata dal metodo mafioso e riciclaggio. Si ricorda che il sindaco di Monteforte Irpino, Costantino Giordano, è accusato di aver collaborato con il presunto capo del Nuovo Clan Partenio, Nicola Galdieri, nell'imporre un pagamento di 120 mila euro per garantire che l'asta fosse aggiudicata alla Monteforte Srls.

L'indagine partita dalle dichiarazioni di Livia Forte

Una indagine partita dalle dichiarazioni rilasciate da Forte Livia nell'interrogatorio del 2 dicembre 2021 e che trovano ampio riscontro nel verbale di vendita degli immobili della società “Pagliarone”. Dall'analisi del predetto verbale, infatti, non solo emerge il particolare che Forte Livia ha rinunciato inspiegabilmente ad effettuare il rilancio vedendosi sfumare un importante affare da circa 400.000 euro a causa di una differenza di soli 100 euro tra la sua offerta e quella della controparte , ma soprattutto si ha la conferma che Galdieri Nicola sia riuscito nel suo intento, ovvero che Giordano Costantino, insieme ai soci, si aggiudicasse l'asta in questione estromettendo il “leader” delle aste giudiziarie in Avellino e provincia. L'interesse di Galdieri Nicola nella vicenda dell'asta “Pagliarone”, emerge con forza dalle dichiarazioni rilasciate da Gennaro Pascale, marito di una donna, all'epoca, socio di Costantino Giordano nella gestione del ristorante “Pagliarone”. Infatti, Gennaro, nel corso della sua escussione, dichiarava di aver subito una vera e propria estorsione da parte di Nicola Galdieri, il quale gli aveva chiesto la somma di 120.000 euro e in cambio avrebbe fatto “desistere” Livia Forte dalla partecipazione all'asta in questione.

Dopo le varie insistenze di Costantino Giordano, che era favorevole a pagare questa tangente, Pascale Gennaro si recava presso l'abitazione del Galdieri e consegnava la somma di 70.000 euro in contanti nelle mani di Galdieri Nicola, come anticipo sui 120.000 euro. Quest'ultimo stabiliva che i restanti 50.000 euro, dovevano essere rateizzati pagando una somma di 2.000 euro mensili, che Pascale Gennaro avrebbe dovuto consegnare nelle mani di Costantino Giordano, il quale, a sua volta, li avrebbe recapitati nelle mani di Galdieri Nicola. Dopo aver pagato sei mensilità secondo questa modalità, Pascale Gennaro, per lasciare traccia di questa estorsione chiedeva a Galdieri Nicola una modalità di pagamento tracciabile. Sempre secondo quanto riferito da Pascale Gennaro, Galdieri Nicola diceva che avrebbe fatto emettere delle fatture nei confronti della società Monteforte Srls e che le stesse sarebbero state emesse da una impresa di costruzioni.

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