Il vino di Vallisassoli allo Slow Wine Fair
L'azienda di San Martino Valle Caudina utilizza protocolli di coltivazioni “Chemical Free - Agricoltura Biodinamica" sia nella fase di coltivazione delle uve, che nella vinificazione, restituendo un vino sano e senza solfiti aggiunti che punta ad essere il CRU del Partenio
“L’agricoltura biodinamica non è un modo o una tecnica di lavorare la terra, bensì un modo di vivere la terra, di entrare con essa in una relazione di convivenza armoniosa, di conoscenza profonda e di reciproco arricchimento”. A parlare è Paolo Clemente, mente a anima dell'azienda Agricola Vallisassoli, a San Martino Valle Caudina.
Una cantina fortemente territoriale, che sin da principio ha sposato una filosofia slow attenta all'ambiente e alla sostenibilità. Valori che il vigneron ha espresso tra i banchi dello Slow Wine Fair, la fiera internazionale del vino buono, pulito e giusto targata Slow Food.
In un mondo in cui le regole le detta il mercato, spesso a discapito del pianeta, Paolo Clemente sta provando a dimostrare che un'altra strada è possibile, un percorso capace di dare frutti d’eccellenza, senza distruggere ciò che i nostri antenati ci hanno consegnato e che noi abbiamo il dovere di consegnare ai nostri figli nello stato migliore possibile.
Nasce così il suo vino, divenuto un'icona per la Valle Caudina, 33/33/33, ottenuto da uve Greco, Fiano e Coda di Volpe. Un'etichetta che è il risultato di protocolli di coltivazione “Chemical Free”– Agricoltura Biodinamica – sia nella fase di coltivazione delle uve, che nella vinificazione, con l'obiettivo di dare forma ad un vino sano e senza solfiti aggiunti che punta ad essere il CRU del Partenio.