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Domenica, 28 Aprile 2024
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Morti sul lavoro in Irpinia: sindacati a confronto dopo l'inchiesta "Vite spezzate"

"La loro memoria ci ispira a lottare per un ambiente di lavoro più sicuro, perché ogni vita è preziosa, e ogni tragedia evitabile rappresenta una vittoria per la vita stessa"

"La loro memoria ci ispira a lottare per un ambiente di lavoro più sicuro, perché ogni vita è preziosa, e ogni tragedia evitabile rappresenta una vittoria per la vita stessa". Queste parole fanno eco alla recente inchiesta giornalistica di Avellino Today sui decessi sul luogo di lavoro in Irpinia e promossa con determinazione da Annibale Cogliano, professore di Storia e Filosofia, e Domenico Limongiello, Vicepresidente ANPI Provinciale.

Annibale Cogliano sottolinea l'importanza di promuovere una cultura della prevenzione sia nelle piccole che nelle grandi aziende e di potenziare il ruolo dei sindacati. Egli afferma: "Non è sufficiente rivolgersi all'ispettorato del lavoro, così come non bastano le misure repressive. Dobbiamo fare i conti con un'emergenza legata alla precarietà del lavoro che rende ricattabili tutti, anche coloro che sono a tempo indeterminato." Cogliano spera che questa inchiesta possa segnare l'inizio di un processo di rinnovata attenzione alla cultura dei diritti. Sottolinea anche che la provincia di Irpinia ha un numero elevatissimo di morti sul lavoro in proporzione alla sua popolazione e struttura industriale, con oltre 1600 infortuni sul lavoro denunciati. La precarietà del lavoro è un elemento che non può essere ignorato.

Domenico Limongiello mette in luce che questo problema è diffuso in tutti i settori e in tutti gli ambienti di lavoro, dall'edilizia ai trasporti, dall'artigianato all'agricoltura. Egli dichiara: "Non esiste la fatalità, esistono cause e responsabilità precise. In molte aziende si stabilisce un rapporto paternalistico tra proprietario e lavoratore e questo fa sì che la guardia si abbassi." Limongiello sottolinea la necessità di aggiornare la legislazione, in particolare il Codice degli appalti, per agevolare i controlli sulla sicurezza sul lavoro.

Luigi Simeone, segretario provinciale della Uil, ribadisce l'alto tasso di incidentalità nella provincia di Avellino. Egli afferma: "Ecco perché abbiamo istituito un tavolo in Prefettura con indagini ispettive e controlli nei settori più esposti, come l'edilizia e l'artigianato. Al tempo stesso, stiamo lavorando su programmi di prevenzione e cultura della sicurezza sul lavoro in collaborazione con l'Ufficio scolastico provinciale."

Ora è il momento di trasformare il dolore in un impegno tangibile

Franco Fiordellisi, segretario provinciale Cgil, spiega: "In Irpinia manca la cultura della prevenzione. È su questo aspetto che dobbiamo concentrarci. Le aziende devono comprendere che la sicurezza non è un costo, ma un'opportunità straordinaria. Sono sempre i lavoratori più deboli a essere colpiti, in particolare coloro che iniziano a lavorare e quelli che si avvicinano alla fine del percorso lavorativo. Siamo pronti a intraprendere azioni concrete e unite per migliorare le condizioni nei luoghi di lavoro."

Anche Fernando Vecchione della Cisl sottolinea la sfida rappresentata dall'Osservatorio sulla salute presso la Prefettura. Egli afferma: "Dai dati delle prime ispezioni, l'80% delle aziende non rispetta le norme basilari della sicurezza sul lavoro. Questo rende urgente l'inasprimento delle pene. Dobbiamo anche insegnare la cultura della sicurezza fin dai banchi di scuola e riscoprire la dignità dei lavoratori”.

Ora è il momento di tradurre le parole in azioni concrete e di trasformare il dolore in un impegno tangibile. Dobbiamo garantire che nessun lavoratore debba mai mettere a rischio la propria vita per guadagnarsi da vivere.

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