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Domenica, 28 Aprile 2024
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Conto Cointestato: le complessità legali nei prelievi per le spese familiari

L'avvocato Rosaria Vietri ha recentemente espresso le sue considerazioni riguardo alle controversie che sorgono quando una coppia decide di separarsi, concentrandosi in particolare sui conti cointestati utilizzati per gestire le finanze familiari

L'avvocato Rosaria Vietri ha recentemente espresso le sue considerazioni riguardo alle controversie che sorgono quando una coppia decide di separarsi, concentrandosi in particolare sui conti cointestati utilizzati per gestire le finanze familiari: “È questo un problema che diventa enorme quando i due coniugi arrivano a separarsi. Accade spesso che durante la vita di coppia si abbia un unico conto corrente sul quale confluiscono le sostanze dei coniugi utilizzate per far fronte ai bisogni del nucleo familiare".

Nella vita di coppia, è comune avere un conto cointestato in cui confluiscono i redditi dei coniugi, utilizzati per sostenere le necessità della famiglia. Tuttavia, quando la coppia si separa, sorgono complessità legali riguardo ai prelievi effettuati dal conto cointestato: "A parere della Cassazione, se la moglie 'prosciuga' il conto cointestato del marito, quest’ultimo non può chiedere la restituzione delle somme prelevate se il conto è destinato ai bisogni della famiglia ed ella ha contribuito alla formazione dell’intero importo”.

La Cassazione, come spiega l’avvocato Vietri, sostiene che se uno dei coniugi "prosciuga" il conto cointestato, l'altro non può richiedere il rimborso se il conto è destinato alle spese familiari e entrambi hanno contribuito al suo saldo complessivo: "Il conto bancario cointestato a entrambi i coniugi si presume, di base, di proprietà di entrambe le parti in parti uguali."

La base di questa prospettiva giuridica è che il conto cointestato è presumibilmente di proprietà congiunta, e se è alimentato principalmente da uno dei coniugi, si presume che il conto serva esclusivamente per le spese comuni della famiglia: "Se detto conto, sebbene cointestato, è alimentato dai proventi di uno solo dei due cointestatari, allora si ritiene che contestazione abbia la mera funzione di consentire all’alto di attingervi per far fronte a spese comuni e necessarie della famiglia. Cade, in tal caso, la presunzione di comproprietà e le somme del conto sono da considerarsi solo di chi le ha depositate. Solo in tale situazione, dunque, se si scopre che l’altro ha 'prosciugato' il conto corrente, l’effettivo proprietario potrà agire per la restituzione delle somme indebitamente prelevate".

Tuttavia, la situazione diventa più complessa quando entrambi i coniugi contribuiscono al conto cointestato, ma non allo stesso modo: "Diverso è il caso dei coniugi che concorrono entrambi ad alimentare il conto cointestato che però non sempre è equivalente nei versamenti; ossia può capitare che l’importo con il marito alimenta il conto cointestato sia maggiore, mentre quello della moglie, può essere anche di molto inferiore. Ella può vantare la comproprietà e quindi essere manlevata dall’obbligo di restituzione delle somme".

In questo caso, se il coniuge maschile versa una somma maggiore rispetto a quello femminile, la presunzione di comproprietà potrebbe essere mantenuta, e la moglie potrebbe essere esente dall'obbligo di restituire somme prelevate: “Dette conclusioni, al di fuori di qualsivoglia considerazione sulla proporzionalità tra quanto apportato e quanto prelevato da ognuno dai cointestatari, appaiono, a parere di chi scrive, non prive di preoccupanti conseguenze. Sulla base di detto iter logico-argomentativo, a qualsiasi cointestatario basterà provare di aver contribuito alla formazione del conto versandoci una determinata somma di denaro affinché scatti la presunzione di solidarietà e di comproprietà del denaro contenuto nel conto”, conclude la penalista.

Questo orientamento legale solleva dubbi sulla tutela degli interessi di uno dei coniugi, esponendolo a una protezione limitata o addirittura lacunosa. Sarebbe auspicabile un approccio più equo e ponderato che tenga conto delle reali contribuzioni finanziarie di ciascun coniuge al conto cointestato, garantendo una tutela più completa e giusta per entrambi.

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