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Omicidio Gioia, l'avvocato Rossi: "Per Elena, 24 anni di reclusione non sono una passeggiata di salute"

Le difese degli imputati, Elena Gioia e Giovanni Limata, hanno già dichiarato che cercheranno di ottenere una ulteriore riduzione di pena in Appello. L'Avv. Cesta: "Ho sentito la parola perdono soltanto dalle difese"

Nella giornata di oggi è stata emessa la sentenza di primo grado del processo per l’omicidio Gioia. Le difese degli imputati, Elena Gioia - assistita dai legali Livia Rossi e Francesca Sartori del foro di Roma - e Giovanni Limata - difeso dall'avv. Rolando Iorio - cercheranno di ottenere una ulteriore riduzione di pena in Appello. Intanto, però, il presidente della Corte d’Assise, il giudice Scarlato, ha dichiarato che Giovanni Limata ed Elena Gioia sono colpevoli dell’assassinio di Aldo Gioia e, per entrambi, ha emesso la sentenza di condanna alla pena di anni 24 di reclusione. Condanna, inoltre, Giovanni Limata ed Elena Gioia a risarcire i danni cagionati a Gaetano e Giancarlo, i fratelli di Aldo Gioia, pagando – a ciascuno di essi – la somma di 30mila euro. Condanna, altresì, Giovanni Limata a risarcire anche Liana Ferrajolo ed Emilia Gioia, rispettivamente moglie e figlia di Aldo Gioia, al pagamento di 30mila euro a ciascuna di esse. Tra novanta giorni, saranno depositate le motivazioni della sentenza. Dopo, ci sarà l’Appello.

L'Avv. Rossi: "Questa sentenza, poteva essere più contenuta

L’avvocato Livia Rossi, che difende Elena Gioia, ha detto chiaramente che presenterà ricorso: “Leggeremo le motivazioni e valuteremo, ovviamente non possiamo dare un giudizio a caldo sulla decisione dei giudici. Cercheremo di dimostrare questo in Appello. Io ritengo che, questa sentenza, poteva essere un po' più contenuta, se non altro valutando anche alcuni fattori che abbiamo fatto emergere in fase dibattimentale”. L’avvocato Rossi, infine, ha descritto anche la reazione di Elena e dei familiari al momento della lettura della sentenza: “Ovviamente sapevano tutti a cosa andavano incontro, chiaramente, questo è un tipo di contestazione per cui si rischia anche l’ergastolo. Nessuno si aspettava miracoli ed Elena non ha mai negato ciò che è accaduto. Sicuramente, per una ragazza di 19 anni, 24 anni non sono una passeggiata di salute. Inoltre, la madre di Elena, si trova a essere attaccata da tutte le parti. Oltre ad aver perso il marito, oltre ad avere un’altra figlia duramente colpita, ora ha anche una figlia condannata per omicidio. Speriamo che un giudizio d’impugnazione possa darci ragione. Elena, ad ogni modo, non è mai stata lasciata sola e, accanto, continua ad avere la sua famiglia”.  

L'avv. Cesta: "Ho sentito la parola perdono soltanto dalle difese"

Ovviamente affranti i fratelli di Aldo Gioia, Gaetano e Giancarlo, che si sono costituiti parte civile, assistiti dall’avvocato Brigida Cesta: “Questa sentenza per noi cambia ben poco”, ha dichiarato Giancarlo Gioia. “Non sono di certo gli ultimi minuti di questa vicenda tremenda a ciò che è successo. L’accogliamo con tanta serenità ed immutato dolore e con piena fiducia nella giustizia. Crediamo sia una sentenza giusta, non chiedevamo di certo una sentenza esemplare ma solo giustizia per Aldo”. “Spesso in Aula abbiamo sentito la parola perdono”, aggiunge l’avvocato Cesta. “Il perdono però, in Aula, è stato invocato soltanto dalle difese e solo per giustificare la richiesta delle attenuanti. Nessuna lettera, nessuna parola potrà lenire il nostro dolore ma, sinceramente, ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso da parte di Elena. Almeno una lettera agli zii. Questo non è avvenuto, comprendiamo la sua fragilità e quella del momento. In questa circostanza siamo assolutamente allineati con quelle che sono state le decisioni della Corte d’Assise”, conclude.

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