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Tutto pronto per il ritorno in classe: le novità negli istituti avellinesi

AvellinoToday ne ha parlato con il Dirigente del De Sanctis e dell'Amatucci, Pietro Caterini

Nelle prossime ore il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, dovrebbe comunicare la sua decisione in merito alla data di apertura delle scuole. Il ritorno in classe, salvo sorprese, dovrebbe avvenire il 24 settembre, subito dopo le elezioni. Ad Avellino, come nel resto del Paese, c’è grande attesa, anche per verificare se le norme anti-Covid stabilite dal Ministero dell’Istruzione basteranno a prevenire i tanto temuti contagi. Ma come si stanno preparando gli istituti avellinesi? AvellinoToday ne ha parlato con Pietro Caterini, Dirigente scolastico dell’Istituto agrario “De Sanctis” e dell’IPIA “Amatucci”.

“Una settimana a scuola e una a casa”

Per quelle aule che non riuscivano a contenere tutti gli alunni, nel rispetto delle distanze, abbiamo previsto una didattica integrata alternata. Cioè, una parte della classe è in presenza e un’altra segue in contemporanea le lezioni di casa, grazie all’installazione di diverse webcam”, ha spiegato il preside.

I ragazzi diversamente abili avranno sempre un banco disponibile per seguire in presenza – ha continuato - Lo stesso vale per chi presenta disturbi di apprendimento. In presenza seguiranno anche quegli alunni che non hanno la possibilità di connettersi dai Comuni dove risiedono. Infine, per gli alunni con difficoltà economiche è prevista l’offerta di un computer per poter seguire le lezioni da casa. Questo tipo di didattica prevede l’alternanza di una settimana a casa e una a scuola

“La febbre meglio misurarla a casa”

All’ingresso – ha spiegato ancora Caterini - è previsto un registro delle presenze e sarà misurata la temperatura a chiunque entri nell’istituto; mentre restano obbligatorie, negli spazi comuni, le mascherine. Gli alunni potranno togliere la mascherina solo una volta seduti nel banco. Avremo anche un’aula Covid dove sarà portato chi non si sente bene. Ci sarà un responsabile – e un vice- che gestiranno l’aula, con il compito di attivare tutte le procedure necessarie in caso di possibili soggetti positivi”.

Far misurare la febbre a casa credo sia più opportuno – suggerisce il Dirigente – Avendo comunque in presenza di più del 50% degli alunni (circa 300 alunni), diventa difficile da gestire la misurazione, anche per motivi di tempo. Sarebbe utile misurarla a casa e nel caso di temperatura oltre i 37,5 non venire a scuola. C’è bisogno anche di un po’ di responsabilità da parte delle famiglie. Ai docenti la temperatura la possiamo misurare, anche perché ne sono di meno. In caso di soggetti fragili, saranno visitati dal medico che poi deciderà se è il caso di farli venire a scuola o predisporre la didattica a distanza”.

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