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“Chi volete che vi liberi”: il viaggio introspettivo di Michele Maffei alla riscoperta della Passione di Cristo

L’attore e regista solofrano svela i retroscena dell’evento in programma il 7 e 8 aprile 2022 presso la Chiesa di Santa Teresa: “Sarà uno spettacolo molto forte, ma bello da vedere, il cui messaggio non solo è racchiuso nella citazione, ma anche imperniato su ciò che viviamo quotidianamente”

Mancano pochi giorni alla messa in scena dello spettacolo teatrale “Chi volete che vi liberi”, in programma a Solofra giovedì 7 (ore 20) e venerdì 8 aprile 2022 (ore 20:30) presso la Chiesa di Santa Teresa.

L’evento, a cura dei Miro Performers, in collaborazione con la Proloco Solofra e con la produzione del Comitato Santa Teresa Solofra, sarà anche trasmesso in live streaming, mercoledì 13 aprile 2022 alle ore 21, sulle pagine Facebook e Instagram di Proloco Solofra e Miro Performers.

In vista dell’attesissima due giorni, AvellinoToday ha intervistato Michele Maffei, presidente di Miro Perfomers, attore e regista dello spettacolo, il quale ha svelato, ai nostri microfoni, il profondo significato dell’opera che riprende, con un interrogativo tuttora attuale, il tema della Passione di Cristo, e il lungo percorso che ha portato il gruppo di artisti a consolidarsi sempre più all’interno del genere della rappresentazione sacra.

Chi volete che vi liberi”: qual è il significato che viene racchiuso all’interno del titolo della rappresentazione?

“In realtà è una domanda, anche se noi l’abbiamo utilizzata come citazione. Ed è la domanda che Ponzio Pilato rivolse alla folla, la cui risposta fu terribile. È un testo molto interiore: parleremo e racconteremo anche del pensiero che ha avuto la folla in quel momento e del pensiero che potrebbe avere in questo momento. Quindi, è una domanda che è stata fatta ieri, ma che può essere posta anche attualmente e alla quale cerchiamo di dare una risposta oggi”.

Lo spettacolo riprende il genere della rappresentazione sacra, tanto caro ai Miro Performers: qual è stato il percorso che, con il passare degli anni, vi ha portato a consolidarvi sempre più all’interno di tale genere?

“Con questa sezione, teatro sacro, abbiamo avuto parecchie soddisfazioni, sia con la rappresentazione del Cristo, sia con altri spettacoli che sono stati improntati sulla vita e sulle opere di tanti santi e persone che hanno fatto e dato del bene. Attualmente, però, credo che si tratti dell’ultimo o, forse, del penultimo spettacolo basato su questo genere, anche perché ci stiamo avvicinando a una nuova sperimentazione, un nuovo percorso che io e i miei amici troveremo a breve”.

Infine: qual è stata la crescita, da un punto di vista personale e professionale, che i Miro Performers hanno conseguito a contatto con il teatro sacro?

“Siamo cresciuti tanto, soprattutto interiormente. Ti svelo un segreto: per ‘Chi volete che vi liberi’, ho sperimentato su me stesso un training, che non consiste soltanto nella respirazione o in quello che può essere un personaggio, piuttosto che un altro, bensì una lettura. Ogni mattina, leggo il Vangelo del giorno e posso dirti che mi ha arricchito tanto. È una sperimentazione, un immedesimarsi: leggere e capire tante altre cose che, forse, attualmente vengono anche messe un po’ da parte, tenute nascoste. È sempre bello ricercare in se stessi tutto quello che può essere messo in scena in occasione di ‘Chi volete che vi liberi’. Sarà uno spettacolo molto forte, ma bello da vedere, e spero che il messaggio arriverà a tutti, soprattutto ai più giovani: sono stato anche nelle scuole, perché è da loro che si deve ricominciare per far capire l'importanza di questo messaggio. Un messaggio che non solo è racchiuso nella citazione, ma è anche imperniato su quello che la folla ha pensato e su quello che può pensare, su quello che noi vediamo attualmente, su quello che noi viviamo quotidianamente e che è un banco di prova. Una prova anche di vita, stile, responsabilità, maturità e, soprattutto, fede”.

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