"It's coming home": la Coppa Europea made in Irpinia torna in Italia

"It's coming home", recitavano gli inglesi fino al verdetto della finalissima di ieri sera al Wembley, che ha decretato l'Italia quale vincitrice di Euro 2020 dopo un'avvincente sfida ai rigori contro l'Inghilterra (4-3, dopo l'1-1 dei 120' di gioco).

"It's coming home", recitano anche gli irpini. Già, perché la Coppa Europea, prestigioso trofeo forgiato dalla Iaco Group, azienda con sede ad Avellino, in Via Verdi, è tornata oggi in Italia, con il volo che, dall'aeroporto londinese di Luton, ha riaccompagnato in patria gli azzurri di Roberto Mancini, atterrando a Fiumicino nelle prime ore del mattino.

Per l’azienda, fondata da Igino Iacovacci nel 1978 ed ora presieduta dal figlio Alberto, si tratta dell’ennesimo attestato di affidabilità e garanzia che l’Uefa ha voluto riconoscere al gruppo italiano, conferendo l’incarico di creare la Coppa in argento, che è stata ridisegnata nel 2008, è alta 60 centimetri e pesa circa 8 chilogrammi.

Sulla Coppa, forgiata da maestri artigiani, che lavorano con la Iaco Group a Vicenza (le altre sedi sono ad Avellino e Lugano), si è focalizzata anche l’attenzione de “La Gazzetta dello Sport”, che, nel magazine dedicato al Campionato Europeo, ha dato ampio risalto all’originalità del trofeo, partendo dalle diverse fasi del processo di produzione. Un’operazione lunga, complessa e accurata, che prevede la fresatura della base e del corpo, il lavaggio in una vasca di sapone e sostanze chimiche per cancellare le asperità, il bagno in una soluzione di concentrato d’argento ed infine la doccia. 

Cinquantatre anni dopo il primo, storico successo nella finale di Roma contro la Jugoslavia nel 1968, la Nazionale italiana di calcio torna sul tetto d'Europa, alzando sotto il cielo azzurro di Wembley un trofeo made in Irpinia, orgoglio di una provincia e di un'intero Paese.