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Martedì, 3 Ottobre 2023
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La vendemmia, un rituale dal fascino antico

Un'attività tramandata di generazione in generazione, un evento importante per le famiglie contadine che raccolgono i frutti di un intero anno di fatiche tra le vigne

Il mese di settembre apre le porte a una delle attività produttive più importanti e antiche della nostra cultura territoriale: la vendemmia. Un evento annuale di lavoro e condivisione sociale che porta alla produzione di vini conosciuti in tutta Italia e anche all'estero come il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo, il Taurasi.

La vendemmia: il fascino e la storia di un rito antico

La vendemmia è un'attività antica dal forte valore antropologico e sociale le cui origini affondano nelle tradizioni popolari, che alcune famiglie contadine mantengono in vita ancora oggi. Un momento importante per gli agricoltori perché raccolgono i frutti di un intero anno di lavoro nelle vigne: il verderame alle piante ogni settimana, togliere le erbacce tra i filari e assicurarsi che la malattia dell'uva non attacchi gli acini. Un lavoro non sempre giustamente ripagato a causa di un'improvvisa grandinata, di inverni particolarmente rigidi o di una siccità prolungata. 

Tra canti intonati durante la raccolta dell'uva, pranzi in compagnia preparati dalle mogli dei vendemmiatori e fatica, la vendemmia rappresentava e rappresenta anche un'occasione di convivialità e divertimento per tutti. Un momento di sana aggregazione che coinvolgeva uomini e donne, vecchi e bambini in un rituale antico che mantiene ancora oggi un fascino tutto particolare. Secondo la tradizione, la famiglia contadina si riuniva al gran completo, avvalendosi dell’aiuto di conoscenti, amici e giovani manovali assunti per l’occasione, soprattutto quando le vigne si estendevano su grandi superfici.

Muniti di forbici o coltelli, alle primi luci dell'alba, i vendemmiatori iniziavano le loro intense giornate di lavoro staccando tralci di vite da riporre in cesti e tinozze. Una volta colmi, i recipienti venivano caricati su carretti trainati da muli o buoi, che li trasportavano alla grande tinozza dove avveniva la pigiatura, che un tempo veniva fatta da giovani a piedi nudi. Quella che in Irpinia si chiama anche “la macenata”, rito che oggi viene rivissuto e celebrato a Paternopoli con un festival enogastronomico volto alla promozione e alla divulgazione della cultura antica della preparazione del vino.

La macenata o pigiatura, oggi svolta meccanicamente, era una parte fondamentale del processo di vinificazione che inizia con la vendemmia. Anticamente, il rito della pigiatura era un vero e proprio spettacolo folkloristico che radunava tutti gli abitanti del paese: igrappoli venivano messi in enormi bacinelle di legno, chiamate "tini" e le persone, soprattutto le donne, alzavano le loro gonne e si accingevano a pestare gli acini con i piedi. Una vera e propria festa fatta di musica e danze. 

La vendemmia oggi

Con il progresso, oggi la vendemmia ha assunto caratteristiche diverse rispetto al passato perchè la manodopera ha lasciato il posto alla meccanizzazione delle diverse fasi di lavorazione. L'utilizzo delle macchine ha il vantaggio di ottenere ottimi risultati in termini di qualità del lavoro, rapidità, riduzione dei costi, soprattutto in presenza di superfici ampie.
 

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