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Scuola, sarà ancora emergenza: neppure una dose di vaccino per il 15% del personale

"L'anno scolastico inizierà seguendo le note procedure di emergenza, con la variante Delta che imperverserà e circolerà soprattutto attraverso i giovani spiega Agostino Miozzo, già alla guida del Comitato tecnico-scientifico. E denuncia i ritardi nelle immunizzazioni

"Non facciamoci illusioni, sarà un altro anno da vivere in emergenza". Lo dice in un'intervista a La Stampa Agostino Miozzo, già alla guida del Comitato tecnico-scientifico nel primo anno della pandemia e per un mese e mezzo consulente del ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi. "La scuola apre domani e miracoli non se ne fanno. Purtroppo è logico aspettarsi nuove sospensioni dell`attività in presenza. È chiaro che  la variante Delta diventerà prevalente e, probabilmente, da qui a settembre vedremo un rialzo dei contagi. L'anno scolastico inizierà seguendo le note procedure di emergenza, con la variante Delta che imperverserà e circolerà soprattutto attraverso i giovani. Dovremo potenziare gli altri strumenti di controllo: gli screening all`ingresso, i tamponi periodici, il tracciamento. Sono cose che vanno pianificate adesso, lavorando con le strutture sanitarie locali, perché settembre è domani".

"Sappiamo che circa il 15% del personale scolastico, oltre 200mila persone, non ha ricevuto nemmeno una dose. I più anziani tra loro rischiano conseguenze serie in caso di focolai a scuola. È un problema che va affrontato subito. Io sarei per un obbligo generalizzato" di vaccinazione, spiega, "ma mi rendo conto che ora non è applicabile. In questa fase serva una forte moral suasion verso i reticenti, ma in prospettiva si deve andare verso l`obbligo di vaccinazione per chi sta a contatto con gli studenti". E anche per gli studenti "ora è presto", ma per Miozzo "magari da qui a fine anno si potrà iniziare a ragionare su questa ipotesi, visto che ci sono già diverse vaccinazioni obbligatorie per la frequenza scolastica. Si deve lavorare molto e bene sulla comunicazione, per tranquillizzare i genitori". "Credo che, per togliere la mascherina in classe, sarà necessario aumentare considerevolmente la percentuale dei vaccinati nella fascia tra i 12-19 anni. Oltre, ovviamente, completare o quasi 'immunizzazione del personale scolastico", conclude Miozzo.

Scuola, a settembre mascherine e distanze

Si riparte come 12 mesi fa, a fine estate 2020, nel pieno della pandemia: ovvero misurazione della temperatura, mascherine per tutti gli studenti dai 6 anni in su, banchi singoli, orari di ingresso e uscita scaglionati, lezioni solo in classi/locali che possano garantire il distanziamento e tutte le procedure sulle quarantene in caso di ragazzo o docente positivo.

Questa la posizione del Comitato tecnico scientifico improntata alla massima prudenza. Il punto è, secondo il Cts, che la riapertura delle scuole coincide con un periodo critico dell'andamento epidemiologico della pandemia e l'effetto delle nuove varianti sui contagi, le imprevedibili conseguenze delle riaperture estive e delle vacanze chissà troppo spensierate, il ritorno massiccio in locali al chiuso di milioni tra studenti e prof., potrebbero creare le condizioni per un mix esplosivo da terza ondata proprio con l'inizio della stagione autunnale. Meglio quindi prevenire e nel caso allentare le misure via via.

Ma come nell'estate 2020 è caos sui trasporti locali, sulle aule più capienti da trovare, sulle percentuali di didattica a distanza da applicare: probabile che a fine agosto il governo adotti misure ad hoc per gli istituti a seconda della zona di rischio in cui si troveranno.

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