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Coronavirus, il vaccino è efficace: ecco quando arriverà in Italia e come funziona

Anche il virologo Burioni ha espresso la sua opinione con ottimismo dopo gli ultimi test anti-Covid sviluppati recentemente

Notizie incoraggianti nella battaglia al Coronavirus, arrivano dagli ultimi test effettuati da Pfizer-Biontech. 

Il virologo Burioni 

Risulta infatti che il vaccino anti-Covid è in dirittura d’arrivo e gli ultimi dati saranno pronti entro novembre. Il virologo Roberto Burioni, tramite il suo portale “Medical Facts”, ha commentato così: “È efficace al 90%, forse ci siamo. I risultati preliminari del vaccino Pfizer sembrano ottimi - aggiungendo - Teniamo duro, perché tra poco potrebbe arrivare la conferma definitiva dell’efficacia e a breve la fine di questo incubo che stiamo vivendo da molti mesi”.

Sviluppo del vaccino

Burioni ha anche spiegato nel dettaglio che Pfizer sta lavorando allo sviluppo del vaccino fase per fase: “Dopo avere dimostrato in studi di fase 1 e 2 che il vaccino è ragionevolmente sicuro, perché suscita una risposta immunitaria potenzialmente protettiva, si è passati alla fase 3. Pfizer ha preso 44.000 persone, le ha divise in due gruppi di 21.000 e metà li ha vaccinati con il vaccino anti-covid, metà no. Ovviamente i partecipanti allo studio non sanno a quale gruppo appartengono, una settimana dopo la seconda (e ultima) dose di vaccino i ricercatori hanno cominciato a contare i casi di covid 19 che si sono verificati nei due gruppi. A oggi se ne sono verificati 94, e pare che siano quasi tutti tra i non vaccinati. Per terminare lo studio bisogna arrivare a 156 infettati e le cose potrebbero anche cambiare”. Infine, un paragone calcistico per spiegare il momento: “Siamo al decimo del secondo tempo e stiamo vincendo 3 a zero”.

Quando arriverà e quante dosi serviranno a testa

Le due aziende chiederanno l’autorizzazione di emergenza alla Food and drug administration statunitense (emergency use authorization) dopo la terza settimana di novembre, quando avranno a disposizione i dati di sicurezza a due mesi di follow-up. Se tutto va come previsto, il vaccino potrebbe arrivare in quantità massicce a fine 2021, con 1,3 miliardi di flaconi. Cinquanta milioni di dosi sarebbero invece distribuite entro la fine di quest’anno e basterebbero per 25 milioni di persone: la schedula infatti è di due iniezioni, a distanza di alcune settimane l’una dall’altra. «Il vaccino si deve dimostrare efficace, il che significa che può aiutare a prevenire Covid in almeno la maggior parte dei pazienti trattati — fa sapere Pfizer —. In secondo luogo, cosa altrettanto importante, si deve dimostrare sicuro, con dati affidabili generati da migliaia di volontari. Infine dobbiamo dimostrare che può essere costantemente prodotto con i più alti standard di qualità. Rimaniamo in linea con le scadenze previste. Abbiamo avviato una revisione progressiva e accelerata con l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) già dall’inizio di ottobre».

Come funziona il vaccino di Pfizer?

Il vaccino sviluppato dal gigante farmaceutico Pfizer (Usa) e dall’azienda tedesca BioNTech (fondata da immigrati turchi) utilizza una tecnologia innovativa: contiene nanoparticelle lipidiche (formate da grasso) che circondano una striscia di materiale genetico, l’Rna messaggero (mRna). Dopo che il siero è stato iniettato, la capsula adiposa trasporta il suo carico nelle cellule e l’Rna messaggero le istruisce a costruire la proteina spike, insegnando così al sistema immunitario a riconoscere e bloccare il coronavirus (che utilizza appunto la proteina spike per legarsi alle cellule umane). È lo stesso approccio utilizzato da un altro candidato vaccino, quello dell’azienda americana Moderna. Nel trial di Pfizer/BioNTech, che ha coinvolto circa 44mila volontari, ci sono stati fino ad oggi 94 casi di Covid: solo una decina si sarebbe verificata in persone che hanno ricevuto le due dosi di vaccino. I dati, analizzati da un Comitato indipendente, non sono stati ancora pubblicati, ma finora non sono emerse particolari questioni riguardanti la sicurezza: gli effetti collaterali riportati sono dolore nel punto dell’iniezione, stanchezza e febbre, più frequenti tra i giovani. La sperimentazione proseguirà fino a raggiungere 164 casi di Covid con sintomi.

dati sulla sicurezza entro novembre

«I risultati dimostrano che il nostro vaccino a base di mRna può aiutare a prevenire Covid-19 nella maggior parte delle persone che lo ricevono — scrive Albert Bourla, presidente Pfizer, in un lettera pubblicata sul sito dell’azienda —. Però non possiamo chiedere l’autorizzazione alla Food and drug administration per l’uso in emergenza solo sulla base di questi risultati di efficacia. Sono necessari più dati sulla sicurezza, che stimiamo arrivino nella terza settimana di novembre. Voglio ringraziare le migliaia di persone che si sono offerte volontarie per la sperimentazione clinica, i nostri collaboratori e ricercatori, i colleghi in tutto il mondo che stanno dedicando il loro tempo a questo compito cruciale».

 L’accordo dell’Italia per il vaccino a gennaio

C'è stato un incontro riservato nei giorni scorsi tra Speranza ed i vertici Pfizer: possibile l’arrivo di 3,5 milioni di dosi per personale sanitario e case di riposo.

Entro venerdì, l’Italia potrebbe chiudere un accordo per avviare la vaccinazione di 1,7 milioni di italiani dalla seconda metà di gennaio 2021 con le dosi della Pfizer. Lo rivela il quotidiano La Repubblica, che riferisce di un incontro avvenuto lo scorso 29 ottobre tra il ministro della Salute, Roberto Speranza, ed i vertici dell’azienda farmaceutica. Una videoconferenza tenuta quasi due settimane prima dell’annuncio sull’efficacia al 90% del vaccino, che ieri ha puntato i riflettori sulla Pfizer e scosso i mercati finanziari di tutto il mondo.

Speranza non tratta soltanto direttamente con i vertici della Pfizer ma anche a Bruxelles. Come annunciato ieri dal presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, infatti, l’Unione acquisterà circa 300 milioni di dosi del vaccino da distribuire tra gli Stati membri a seconda delle loro esigenze. La quota dell’Italia sarebbe del 13,5%, cioè poco meno di 3,5 milioni di dosi destinate, appunto, a circa 1,7 milioni di persone, dato che il vaccino ha bisogno di due dosi a persona. Il Governo, come quelli di tutti gli altri Paesi Ue, è chiamato a consegnare alla Commissione Ue al più presto possibile un piano su come intende trasportare, conservare e distribuire il siero.

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