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Vaccini Covid dal medico di base: il protocollo d'intesa

Ogni dottore avrà un approvvigionamento certo che gli garantirà di rispettare i tempi organizzativi verso i propri assistiti, molto è demandato alle singole regioni

Vaccini Covid dai medici di base? La strada è quella, e ci sono le prime indicazioni in tal senso. ''Abbiamo sottoscritto un importante protocollo d'intesa con i medici di medicina generale per le vaccinazioni da Covid-19 che ci permette di guardare al futuro organizzativo della campagna vaccinale con maggiore ottimismo'' ha spiegato domenica sera Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni.

Vaccini Covid dal medico di base: il protocollo d'intesa

Che cosa cambierà nelle prossime settimane, in concreto, per ''Con la sottoscrizione di questo nuovo accordo - spiega Bonaccini - potremo infatti organizzare in modo più efficace e capillare sul territorio le vaccinazioni e implementarle, dando così respiro a tutti gli altri comparti sanitari in prima linea". 

"Ringrazio sia il ministro Speranza che le organizzazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale per il positivo lavoro svolto. Si tratta di una cornice nazionale - aggiunge Bonaccini - che vede il coinvolgimento diretto dei medici di medicina generale e che poi dovrà essere coniugata a livello regionale sia in base alle fasce della popolazione da vaccinare che alla definita logistica di conservazione dei vaccini. Ogni medico avrà un approvvigionamento certo che gli garantirà di rispettare i tempi organizzativi verso i propri assistiti e l'aggiornamento dell'anagrafe vaccinale. In tal senso sarà utilizzata un'apposita piattaforma di registrazione delle vaccinazioni effettuate a livello regionale da trasferire nei dati nazionali".

"Sono disciplinate anche le modalità della prestazione e l'obbligo di dotazione specifica dello studio medico, come già previsto per la somministrazione dei vaccini nell'ambito dei programmi di vaccinazione antinfluenzale - prosegue Bonaccini - E' possibile inoltre l'intervento professionale dei medici di medicina generale presso i locali delle aziende sanitarie (centri vaccinali) a supporto o presso il domicilio del paziente, a seconda di quanto prevedono gli accordi regionali. Ci sarà un finanziamento aggiuntivo ad integrazione del Fondo sanitario e c'è l'impegno del Governo ad adottare uno o più provvedimenti di urgenza per lo stanziamento delle risorse necessarie. Siamo sulla buona strada, - conclude Bonaccini - che è quella della concertazione e del coinvolgimento di tutti gli attori del nostro sistema sanitario per rispondere con forza alla pandemia''.

Chi potrà essere vaccinato dal medico di base

Secondo l'intesa raggiunta, "la platea dei soggetti da sottoporre a vaccinazione da parte dei medici di medicina generale, in relazione alla fascia di età, alle patologie, alle situazioni di cronicità, alla effettiva disponibilità di vaccini, nonché le modalità logistiche/organizzative per la conservazione e la somministrazione del vaccino” saranno disciplinate dagli accordi regionali".

A proposito del nodo del finanziamento (ovvero, il compenso) nel Protocollo si precisa che esso “è a carico di quota parte del fondo sanitario nazionale. Pertanto, l’assegnazione ai mmg (medici di medicina generale, ndr) delle vaccinazioni anti Covid-19 rende necessario un finanziamento aggiuntivo ad integrazione del fondo sanitario nazionale. Il finanziamento sarà progressivamente definito sulla base dell’andamento della campagna vaccinale e degli obiettivi e dei target assegnati ai mmg. A tal fine, vi è l’impegno del Governo ad adottare uno o più provvedimenti di urgenza per lo stanziamento delle risorse necessarie alla copertura degli oneri derivanti dall’esecuzione della vaccinazione quantificati sulla base del trattamento economico riconosciuto dal vigente ACN”. In soldoni, è tutto da vedere: il compenso ai medici sarà disciplinato dagli accordi regionali fatto salvo la tariffa minima di circa 6 euro prevista dalla convenzione.

Vaccino Covid: 35mila medici di famiglia in tutta Italia sono pronti

"Stimiamo che almeno 35mila medici di famiglia in tutta Italia sarebbero pronti ad effettuare le vaccinazioni anti-Covid nei propri studi partendo da subito: ciò, ovviamente, avendo a disposizione le dosi e sulla base di accordi regionali già presenti o che verranno a breve definiti", dice all'ANSA il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti, dopo il via libera al protocollo d'intesa tra governo, sindacati medici e Regioni, che definisce a livello nazionale le modalità di partecipazione dei medici di base alla campagna vaccinale in corso.

I medici di base in Italia iscritti ad organizzazioni di categoria "son circa 43mila, e sono 26mila gli iscritti alla Fimmg. Io ritengo che in virtù dell'intesa nazionale, la totalità dei medici potrà effettuare le vaccinazioni. Una parte, però, dovrà magari effettuarle in luoghi individuati dalle Asl poiché non tutti gli studi medici sono adeguati".

Le cose cambiano a seconda del vaccino in questione, perché i prodotti Pfizer e Moderna, ad esempio, necessitano di essere conservati a bassissime temperature. "Dipende molto dalle caratteristiche dei vaccini disponibili - conferma Scotti - ma con quello AstraZeneca o J&J quando sarà approvato, la vaccinazione in studio sarà concretamente fattibile perché questi vaccini non richiedono la catena del freddo".  Non è detto che non si possa fare anche per il vaccino di Pfizer secondo Scotti, ma non certo a stretto giro di posta: "Si sta lavorando ad una versione per la cui conservazione non saranno richieste temperature particolarmente basse, e ciò permetterebbe un utilizzo anche nello studio del medico di base". Ciò che "ribadiamo - afferma - è che i medici sono pronti a vaccinare già da domani, avendo le dosi. A questo punto è dunque importante che tutte le Regioni firmino accordi territoriali sulla base dell'intesa nazionale. Dieci hanno già firmato intese in tal senso e ora anche le altre Regioni devono fare presto".

"Grazie a tutti i medici di medicina generale del nostro Paese - ha scritto il ministro della Salute Roberto Speranza in un post su Facebook - che hanno unitariamente sottoscritto l'intesa con governo e regioni per somministrare il vaccino Covid. La loro capillarità e il loro rapporto di fiducia con le persone sono un valore aggiunto importante che ci consentirà, quando aumenteranno le dosi a disposizione, di rendere più forte la nostra campagna di vaccinazione".

Sono 3.497.825 le dosi somministrate a oggi in Italia. Le persone vaccinate (a cui sono state quindi somministrate sia la prima sia la seconda dose di vaccino) sono 1.330.054.

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