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Salute

Malattie cardiovascolari over 65, Di Lorenzo (Moscati): "Oggi le possibilità di curare i pazienti sono più alte"

All'Azienda Ospedaliera di Avellino è stato illustrato lo studio nazionale Prevasc, partito da Montoro, che si propone di esaminare lo stato di salute cardiovascolare di un campione di 2mila italiani di età superiore a 65 anni

Malattie cardiovascolari e cerebrovascolari rappresentato, ad oggi, le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità in Italia. Sono responsabili, infatti, del 34,8% dei decessi. 

Al via lo studio Prevasc sulle malattie cardiovascolari 

Questa mattina, presso l'Azienda Ospedaliera "Moscati", è stato illustrato lo Studio Prevasc, partito da Montoro questa settimana, che si propone di esaminare lo stato di salute cardiovascolare di un campione di 2mila italiani di età superiore a 65 anni, mediante visita cardiologica, elettrocardiogramma ed ecocardiografia. 

Malattie cardiovascolari nella popolazione italiana over 65: conferenza stampa sullo Studio Prevasc

La prima tappa dello studio, battezzata “Il Cuore di Montoro”, è in corso al Forum dei Giovani della frazione di Misciano, grazie all’impegno degli specialisti cardiologi della Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, che prestano collaborazione a SICGe e Italian Alliance for Cardiovascular Rehabilitation and Prevention - ITACARE-P, promotori dello studio PREVASC, con il sostegno di Edwards Lifescience Italia, General Electric Healthcare e Mortara.

"Si tratta di uno studio trasversale, basato sulla popolazione, uno dei più ampi mai effettuati nel nostro Paese, che sarà condotto in 10 comuni di altrettante regioni italiane, scelti per dimensioni e popolazione, intorno ai 2-3mila abitanti, onde permettere una più efficace prevenzione di comunità. I partecipanti sono sottoposti gratuitamente a visita cardiologica, elettrocardiogramma ed ecocardiografia" spiega Alessandro Boccanelli, Vicepresidente SICGe – Società italiana di cardiologia geriatrica e coordinatore dello studio.

Pizzuti: "Accolto con entusiasmo l'invito a collaborare con Sigce e Itacare-P"

La rilevazione, prevista in 10 regioni, è partita dalla provincia di Avellino grazie alla collaborazione tra Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati, SICGe - Società Italiana di Cardiologia Geriatrica e Italian Alliance for Cardiovascular Rehabilitation and Prevention - ITACARE-P, con il sostegno di Edwards Lifescience Italia, General Electric Healthcare e Mortara: "L’Azienda Ospedaliera Moscati – sottolinea il Direttore Generale Renato Pizzuti – ha accolto con entusiasmo l’invito a collaborare con Sigce e Itacare-P, mettendo a disposizione le proprie professionalità interne per effettuare gli screening cardiologici. I dati che emergeranno al termine dello studio saranno senz’altro utili sia a tutti i cittadini over 65 nel suggerire ulteriori strumenti di prevenzione e l’adozione di corretti stili di vita, sia ai cardiologi e agli altri clinici per ottimizzare le procedure diagnostico-terapeutiche".

Fortunato: "Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte per malattia in Italia"

"Le malattie cardiovascolari sono un problema importante per la salute della popolazione occidentale, a esse sono associate un’elevata morbilità, un’alta mortalità e costi sanitari considerevoli" dichiara Salvatore Fortunato, cardiologo a Montoro, membro di ARCA-Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), infatti, le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare, la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte per malattia in Italia, rendendo conto del 28% di tutti i decessi, mentre gli eventi cerebrovascolari sono al terzo posto con il 13%, dopo i tumori. Ancora l’ISS sottolinea come chi sopravvive a un attacco cardiaco diventi un malato cronico; la malattia modifica la qualità della vita e comporta notevoli costi economici e sociali: in Italia la prevalenza di cittadini con invalidità cardiovascolare è pari al 4,4 per mille e circa un quarto della spesa farmaceutica nazionale è destinata a prodotti per il sistema cardiovascolare.

Di Lorenzo: "Rispetto a 15 anni fa, le possibilità di intervenire sono più alte"

"Oggi stiamo analizzando le patologie cardiologiche correlate con l'invecchiamento - spiega Emilio Di Lorenzo, Direttore del Dipartimento Cuore e Vasi dell’Azienda Moscati - un problema epidemiologico enorme perchè, vivendo più a lungo e meglio, è diventato sempre più frequente vedere ultrasettantenni o ultraottantenni in buone condizioni generali ma che sono portatori di una cardiopatia, quasi sempre su base degenerativa".

Nel corso degli anni, la scienza e la medicina hanno fatto passi in avanti per migliorare le condizioni di vita di coloro che sono affetti da problemi al cuore: "Mentre quindici anni fa non si poteva offrire nulla a questi pazienti, se non una terapia perchè l'operazione non era possibile, oggi si può intervenire" - afferma Emilio Di Lorenzo - tuttavia, questo tipo di patologie è ancora poco identificato e, di conseguenza, il numero di pazienti anziani che trattiamo oggi è inferiore rispetto a quello che potremmo curare adeguatamente. Lo scopo è cercare di capire qual è la prevalenza di queste malattie e poi la sfida sarà avere la possibilità di consentire l'accesso alle cure di questi pazienti". 

"Nessuna correlazione diretta tra Covid e malattie cardiovascolari"

Per quanto concerne la relazione tra Covid e malattie cardiovascolari, Di Lorenzo afferma: "Non esiste un dato in letteratura che ci suggerisca una correlazione tra Covid e malattie cardiovascolari. L'unico effetto del virus sulle patologie cardiovascolari riguarda la riduzione dei trattamenti per i pazienti acuti durante le fasi pandemiche. Lo abbiamo visto durante la prima fase da cui abbiamo imparato a gestire la seconda ondata pandemica che, di fatto, non ha bloccato al Moscati l'accesso alle cure cardiologiche. Quello che vediamo adesso è l'effetto delle mancate cure di questi due anni. Qualche scompenso cardiaco in più ma non ci sono dimostrazioni scientifiche di un legame diretto tra Covid e l'insorgenza di malattie cardiovascolari".

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