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Ok dei medici agli antinfiammatori per la cura del Covid da casa: "Sono meglio del paracetamolo"

Come per tutti i processi infiammatori così come quelli da Covid-19, è importante ricorrere a un farmaco che agisca sulla cascata infiammatoria stessa, come per esempio l’acido acetilsalicilico dell’Aspirina, il ketoprofene sale di lisina, il naproxene, l’ibuprofene o la nimesulide

Negli ultimi tempi si è parlato molto del cosiddetto protocollo Remuzzi per le cure da casa dei sintomi iniziali del Covid-19, che prevede fin da subito, prima ancora cioè dell’esito del tampone, l’utilizzo di farmaci antinfiammatori. Alla base del protocollo, c’è la considerazione che, come per tutti i processi infiammatori che si manifestano con dolori articolari, muscolari e febbre e che caratterizzano gli stati influenzali così come quelli da Covid-19, è importante ricorrere non già a un semplice antidolorifico come il paracetamolo della Tachipirina, bensì a un farmaco che agisca sulla cascata infiammatoria stessa, come per esempio l’acido acetilsalicilico dell’Aspirina, il ketoprofene sale di lisina, il naproxene, l’ibuprofene o la nimesulide.

“La scelta dei Fans rispetto agli analgesici, come il paracetamolo – nota Scarpignato, che ha insegnato per 35 anni farmacologia clinica all’Università di Parma e gastroenterologia all’Università di Nantes – è assolutamente corretta, in quanto questa molecola, pur avendo un effetto antipiretico, presenta un’attività antinfiammatoria molto debole. Al di là del Covid-19, il paracetamolo è stato spesso preferito ai Fans perché considerato più sicuro sia da un punto di vista gastrointestinale che cardiovascolare e renale. Una rivalutazione recente della letteratura ha messo in evidenza che, in realtà, i rischi sono sovrapponibili a quelli riscontrati con i Fans”.

Tra gli antinfiammatori, il protocollo Remuzzi dà molta enfasi alla nimesulide, molecola alla base dell’Aulin, così come all’Aspirina, raccomandando però di non assumere i due farmaci insieme. Tuttavia, come precisa nel protocollo lo stesso Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in caso di febbre la nimesulide dovrebbe essere sospesa. Si tratta di un avvertimento importante, specie se si considera che un’elevata temperatura è un sintomo diffuso che spesso caratterizza anche gli stati di Covid-19 lievi.

"La nimesulide – spiega Scarpignato – è un Fans con delle caratteristiche peculiari, quali un assorbimento quasi completo dopo somministrazione orale, un rapido effetto farmacologico e una buona tollerabilità gastrointestinale. Tuttavia, alla luce delle attuali conoscenze sulla fisiopatologia del Covid-19, non dovrebbe essere considerato un Fans di prima scelta”. Al contrario, sempre a parere di Scarpignato, “è necessario utilizzare molecole, dotate di un intrinseco effetto anti-aggregante piastrinico e di minima tossicità cardiovascolare, comprovata da ampi studi epidemiologici. Naproxene e ketoprofene, che appartengono alla stessa famiglia chimica, da utilizzare con gastroprotezione se necessaria, rispondono pienamente a queste caratteristiche”.

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