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Udc punto e a capo per battere l'indifferenza: "Amministrazione Foti mai nata"

Ha concluso Ciriaco De Mita: “La più grande vergogna che Avellino debba sopportare è che Gianluca Festa sia divenuto il punto di equilibrio della sua vita politica ed amministrativa”. Il diretto interessato lo prenderà come un complimento?

L’Udc punto e a capo. Ad Avellino l’indifferenza regna sovrana.

Ma tant’è in Consiglio Comunale passano gli equilibri di bilancio in modo striminzito e all’Asilo Patria e Lavoro si guarda al futuro. A dettare la linea l’Unione di Centro che ribadisce la necessità di mettere fine all’esperienza Foti.

A spiegare le motivazioni dell’incontro ad una folta platea Maurizio Petracca, consigliere regionale e anche coordinatore del partito in Irpinia: “Sbagliamo, molto spesso, a concentrare le nostre analisi su Avellino soffermandoci su Foti perché quest’amministrazione comunale non è mai nata. Come si fa a fare una discussione su di un sindaco che non c’è? L’emblema di quest’amministrazione è la nuova piazza Libertà che è la sintesi politica di quello che accade al Comune di Avellino. Hanno fatto una mediazione al ribasso e ci troviamo pavimentazioni di tutte le tipologie: praticamente uno show room al centro città. Non per criticare, ma posso dire che la piazza rappresenta il più grande scempio che ci sarà ad Avellino”.

E su come immagina di ripartire dice: “Più in generale chiudiamo con il passato e apriamo una discussione con la città. Abbiamo preclusioni? Certo, verso chi è corresponsabile di questo sfascio, verso chi vive di ambizione personale, verso chi con disinvoltura è passato dall’opposizione alla maggioranza. Con le forze politiche responsabili e con chi ha buona volontà, riprendiamo il dialogo con Avellino”.

Il confronto al di là delle appartenenze è stato interessante sotto tutti i punti di vista.

Hanno partecipato vari consiglieri comunali di altri schieramenti (Nicola Battista, Antonio Genovese) e anche l’ex sindaco Giuseppe Galasso, candidato alle ultime elezioni regionali con Forza Italia, incassando anche i complimenti da Stefano La Verde, ex vice sindaco utili per demolire l’attuale fascia tricolore Paolo Foti. “Sono stato per molto tempo in rotta di collisione con l’ex sindaco Galasso, probabilmente sbagliando. Galasso ha affrontato le primarie, era un vero sindaco. C’è invece chi è stato solo nominato e risponde solo a se stesso e ad altri interessi. E’ vergognoso ciò che sta succedendo. Foti non rappresenta più nessuno, eppure esisterebbe un valore chiamato dignità.”

Dettata la linea guida per la costruzione di un’alternativa all’attuale quadro politico ed amministrativo della città.

Il consigliere di minoranza al comune di Avellino e deputato Sel, Giancarlo Giordano, dopo aver abbandonato l’aula consiliare in sede di votazione di bilancio ha partecipato all’incontro. “Sto riflettendo seriamente sul fatto che la responsabilità mi impone anche gesti esemplari rispetto alla comunità. Se Foti non cade, potrei dimettermi. Avellino è in una condizione tale che per parlare di politica bisogna fuggire dai consigli comunali. Il mio esercizio di laicità è un esercizio di democrazia. In questa città non si parla più di nulla”.

Sull’indifferenza, fenomeno non nuovo nella cittadinanza avellinese che si sta acuendo sempre di più ne ha parlato Alberto Bilotta: “Serve una classe dirigente che ricostruisca il tessuto democratico di questa città e la sua identità che si è ormai smarrita. Foti ha delle responsabilità ma non tutte: il vero problema è una maggioranza che è preoccupata più del perseguimento dei propri interessi che di quelli della città”.

L’avv. Antonella De Angelis , dirigente del partito UDC, nel suo intervento  ha messo in evidenza che “ la condizione politica  della attuale  amministrazione  si può definire come una formazione acefala , priva di pensiero, senza ideologia, senza programmazione, mossa unicamente da una gestione privatistica del potere, inteso come il favore all’amico, la triste  gestione di una squallida quotidianità”. Poi lo spunto per guardare avanti: “Vorremmo individuare con i cittadini , attraverso  una serie di incontri tematici periodici , i bisogni della comunità”.

Ragionamento peraltro già intrapreso vista la presenza in sala dei presidenti degli ordini degli architetti, Fulvio Fraternali, degli avvocati, Fabio Benigni, degli ingegneri, Antonio Fasulo, e dell’ordine dei commercialisti, Francesco Tedesco.

Uno scatto collettivo di orgoglio lo chiede Giuseppe De Mita. “L’impegno civico non può bastare al riscatto di Avellino perché essa ritrovi la centralità del proprio ruolo di Capoluogo di provincia. Affiché ciò accada serve la politica. Si può uscire da questo tunnel soltanto attraverso un grande progetto culturale costruito ripartendo dalle cose materiali, della quotidianità, senza però tralasciare una dimensione più alta di ricostruzione della comunità”.

Ha concluso Ciriaco De Mita: “La più grande vergogna che Avellino debba sopportare è che Gianluca Festa sia divenuto il punto di equilibrio della sua vita politica ed amministrativa”. Il diretto interessato lo prenderà come un complimento?

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