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L’ex assessore regionale Romano: “Rifiuti in Irpinia? Ho tanti dubbi”

Ecco le parole dell’ex assessore regionale

"E’ iniziato lo svuotamento del sito di Pianodardine (Avellino) dove sono stoccate circa 30.000 tonnellate di rifiuti che verranno smaltite nell’ambito del Piano Straordinario di smaltimento dei rifiuti imballati. Il sito era già stato parzialmente svuotato nel 2010, con la piazzola n. 1, per circa 6 mila tonnellate con il conferimento dei rifiuti presso il termovalorizzatore di Acerra. Non è poi stato possibile completare lo svuotamento a causa della saturazione dello stesso termovalorizzatore. Al momento non si conosce la destinazione dei rifiuti. Di certo verranno conferiti in impianti di smaltimento nazionali, visto il diniego di tutti gli Stati interessati a prendere i rifiuti imballati della Campania. I rifiuti di Pianodardine, quindi, come quelli di Coda di Volpe, Marcianise e Villa Literno finiranno prevalentemente negli impianti del Nord Italia”.

Lo ha scritto l’ex assessore regionale Giovanni Romano su Facebook.

“Dopo 10 mesi dall’avvio del programma che era stato, come tanti altri, propagandato come un evento straordinario con tanto di presenza dell’allora Presidente del Consiglio, sono state smaltite circa 40.000 tonnellate, rispetto alle 800.000 previste nel cronoprogramma da completare in 18 mesi pari al 5% del programmato. Rispetto all’ammontare complessivo dei rifiuti imballati (circa sei milioni) e stoccati siamo all1%! Siamo di fronte ad un fallimento… di grande successo!

Torniamo all’Irpinia: a fronte dei rifiuti che vengono portati via dall’Irpinia sono pronti altrettanti rifiuti che nello stesso tempo arrivano sullo stesso territorio. Una sorta di gioco delle tre carte. Infatti è di pochi giorni fa l’avvio delle operazione di svuotamento dei rifiuti imballati dal sito di Taverna del Re ubicato a Giugliano. I rifiuti imballati di Giugliano sono forse trasferiti proprio nell’impianto di Serino, in attesa del via dalla Bulgaria? Il meccanismo è quello di rimuovere i rifiuti da Giugliano, portarli in Irpinia e poi spedirli in altre parti. Viene legittimo chiedersi: perché questo giro “turistico”, questi trasporti (che hanno un costo), questo cambio di modulari e intestazioni?

In questi impianti, vengono anche prelevati i rifiuti ordinari prodotti negli impianti STIR di Giugliano e di Tufino, nonchè i rifiuti urbani di alcuni Comuni?

Se così fosse, è del tutto logico pensare che una volta pervenute nell’impianto di Serino i rifiuti delle balle vengano confusi con quelli provenienti dal ciclo ordinario ”cancellando” le tracce di origine?

Ricordiamo che uno dei punti cardine del bando di gara per la rimozione dei rifiuti imballati era quello di garantire la tracciabilità circa la destinazione dei rifiuti imballati.

Al momento, invece, sembra che per ovviare alle mancate autorizzazioni da parte degli Stati destinatari, sono stati inseriti innumerevoli impianti nazionali di recupero, principalmente del Nord Italia, tra cui Lombardia, il Piemonte e l’Abruzzo.

Ma se i rifiuti imballati dai siti di stoccaggio finiscono nella stessa Campania che, però, non ha impianti di smaltimento finale, dove finiscono veramente questi rifiuti e, soprattutto, che trattamento ricevono in questi impianti?

Il dubbio che è legittimo avanzare è che si tratti solo di un modo per modificare la provenienza degli stessi per far passare i rifiuti in impianti intermedi per il semplice cambio del produttore, in modo che gli stessi possano essere poi smaltiti comunque all’estero.

Insomma, un espediente per superare il diniego degli Stati, un vero e proprio cambio del formulario che modifica il produttore e consentire, con una modalità che suscita giustificate perplessità, lo smaltimento fuori nazione.

Sembra essere tutto fuori controllo.

Ma le preoccupazioni non finiscono qui.

Ci domandiamo, infatti, se gli stessi rifiuti sono stati smaltiti al momento con tre diversi produttori del rifiuto: nel primo caso la Società Provinciale, nel secondo caso la Società aggiudicataria ed infine, come produttore la Regione, almeno fino al primo impianto di destinazione e ci domandiamo ancora, successivamente le balle, una volta entrate nell’impianto dell’aggiudicatario della gara, acquisiscono come produttore il nome della società titolare dell’impianto. Ed infine i rifiuti inviati in Portogallo al momento transitano in Marocco e probabilmente cambiano anche essi il produttore, insomma perdendo la cittadinanza Italiana?.

Con le nuove procedure si stia decidendo di aumentare di oltre il 10% del prezzo a base di gara?

Insomma, lo stesso rifiuto aggiudicato con prezzo a base di gara a 150 euro a tonnellata, nel prossimo bando potrà essere aggiudicato a 170 euro?

Circostanza che potrebbe indurre le società aggiudicatarie del primo bando a ricorrere per avere riconosciuta una maggiorazione rispetto al prezzo già aggiudicato.

Poi ci sono diverse perplessità.

Tutti gli aggiudicatari ri-filmano i rifiuti come previsto dal bando? Ci sono costi aggiuntivi? Ed i portali radioattivi sono a norma? Esiste un controllo unificato sulla taratura della pesa?

Non per ultimo la questione del percolato: sembra che in alcuni siti siano le Società Provinciali ad effettuare il prelievo per lo smaltimento dai siti mentre, in altri casi, sono le società aggiudicatarie che hanno l’obbligo di evitare una produzione in eccesso a provvedere.

E’ normale tutto questo?”, conclude la riflessione di Romano.

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