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Preziosi chiude nel suo quartiere: "Sono il candidato della gente"

A Rione Mazzini

«Stasera come cinque anni fa ho voluto essere di nuovo nel mio quartiere, tra persone che hanno condiviso con me cose buone e brutte e che hanno dignità da vendere, perché spesso nelle cosiddette periferie si trova una moralità che altrove non c’è. Nel 2013 ho potuto vedere affacciarsi alla finestra mia madre, che ora non c’è più, ma ci sono tanti vecchi amici, ognuno di voi è nel mio cuore, ed è importante perché non c’è futuro senza radici».

Parte da Rione Mazzini, l’appello conclusivo che il candidato a sindaco della lista civica "La svolta inizia da te", Dino Preziosi, rivolge agli elettori scegliendo il luogo dove è nato e cresciuto quale simbolo della ripartenza dell’intera città di Avellino: «Abbiamo il coraggio di cambiare da rione Mazzini – esorta durante il comizio in piazza -, facciamo rinascere il futuro da qua. Rione Mazzini dista un minuto da piazza Libertà perciò non è più una periferia e, qui come altrove, occorre una reale rigenerazione. Vi chiedo il consenso – dice - non solo per portare il rione ai fasti di un tempo, ma perché questo luogo non può restare indietro».

Portando il discorso su un piano più generale, Preziosi sottolinea la necessità di un cambiamento, «perché questa città non permette a nessuno di crescere e ottantenni e novantenni non lasciano ai giovani la possibilità di votare autonomamente senza subire un ricatto. Ma se votare in modo diverso, finalmente ce li saremo tolti di torno. Nei quartieri esiste purtroppo il voto del bisogno, ma non credete a chi promette quello che non può mantenere. Chi lo fa è disonesto, incivile e non si cura veramente di voi, tanto più se chi offre un posto di lavoro è egli stesso un disoccupato. A Rione Mazzini sono passati in questi giorni centinaia di candidati che vi hanno chiesto il voto, ma stasera stanno in piazza senza persone vere, mentre io sono qua con voi».

«Chi ha governato fino a ieri di voi non si interessa – insiste – e se avessero avuto buon senso, dopo cinque anni disastrosi, avrebbero dovuto non candidarsi, invece di tornare a bussare alle vostre porte per chiedere il voto. Segno che non è cambiato l’atteggiamento che hanno dimostrato quando, nell’autunno 2016 e ricevendo tante critiche, ho proposto un patto di 100 giorni con l’obiettivo di dar vita a un governo di salute pubblica, per non far andare sprecati 104 milioni di euro che avrebbero permesso di migliorare la vivibilità ad Avellino».

Preziosi entra, quindi, nel merito del programma e ribadisce l’intenzione di attuare interventi in favore dei giovani, di introdurre la progressività fiscale per sostenere le fasce meno abbienti, di rendere attrattiva la città anche per gli studenti universitari del campus di Fisciano, mentre rigetta con decisione l’ipotesi di istituire un reddito di cittadinanza «improponibile a causa della catastrofe in cui si trova il Comune».

Ringraziando i candidati della sua lista e quelli della squadra di Fratelli d’Italia che corre al suo fianco, oltre alla famiglia «che mi ha sopportato in questo mese intenso», Preziosi rivendica infine di aver condotto «una campagna seria e corretta. Non abbiamo promesso niente – dice -, se non l'impegno di lavorare per il bene della comunità avellinese».

La stessa intenzione è ribadita dalla capolista di Fratelli d’Italia, Alessia Castiglione, che introducendo il candidato a sindaco rivendica a sua volta di aver «aderito a un progetto, mentre altri si sono limitati ad accettare un patto di desistenza. È stata la scelta giusta – aggiunge – se oggi molti dicono che il vero centrodestra siamo noi e FdI vuole vincere per ricostruire Avellino amministrando in modo concreto».

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