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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Ariano Irpino

Politiche, il Collegio Ariano/Alta Irpinia dice no a De Mita

Ecco il documento destinato a Renzi

I militanti del Partito Democratico si sono ritrovati a Morra De Sanctis, presso il ristorante Cigno Blunel, per il summit “Buona politica e protagonismo dei territori” per la definizione delle candidature in provincia di Avellino in vista delle Politiche del 4 marzo.  L’obiettivo è quello di scongiurare la candidatura di Giuseppe De Mita.  

Ecco il documento destinato a Renzi:

Il 12 e 13 gennaio il Pd ha riunito al Lingotto di Torino mille amministratori di tutta Italia per discutere sul tema della “energia locale a servizio del paese”, con l’obiettivo di promuovere “proposte per riorganizzare le istituzioni locali, per rafforzare gli investimenti, per continuare a migliorare le città italiane e i piccoli comuni”.

Con quella che correttamente è stata ribattezzata “la carica dei territori” il PD sceglie di dar voce a chi sta in trincea: Sindaci, presidenti, consiglieri, assessori. Il partito cerca, finalmente, un contributo prezioso dalla prima linea, alimentando così quel circuito virtuoso di “crescita dal basso” troppo spesso rimasto solo sulla carta.

Ebbene utilizzando lo stesso metodo e perseguendo il medesimo obiettivo una nutrita rappresentanza di sindaci ed amministratori locali si è riunita oggi in assemblea a Morra De Sanctis, portando in dote l’esperienza maturata sul campo in vista di un importante appuntamento elettorale che determinerà gli assetti futuri del Partito.

All’esito della discussione sono venute diverse proposte unanimemente condivise dai partecipanti.

Innanzitutto, seguendo il solco già tracciato a livello nazionale, anche in Irpinia il partito democratico non può tener conto di quanto suggerito dai territori e dai loro protagonisti istituzionali che chiedono a gran voce un ricambio della rappresentanza ai diversi livelli in linea con quanto da tempo sostiene il segretario nazionale Matteo Renzi.

Un partito inclusivo ha la necessità di aprirsi all’esterno, mediante il coinvolgimento diretto delle associazioni, degli intellettuali, della cosiddetta società civile. Un partito plurale deve avere la capacità di parlare un linguaggio comprensibile a tutti, in particolare a quei giovani del ’99 ricordati dal presidente della Repubblica che per la prima volta saranno chiamati ad esprimere il voto.

Affinché questi obiettivi siano utilmente perseguiti, però, è necessario che il Partito Democratico selezioni con molta accortezza la sua classe dirigente e, in particolare, i candidati alle elezioni che si terranno il 4 marzo.

Proprio per questo Sindaci e amministratori irpini ribadiscono la loro contrarietà alla riproposizione di vecchi schemi, con candidature che – al di fuori degli uscenti – non favoriscono alcuna novità.

Non si comprende infatti quale apporto innovativo possa fornire chi ha addirittura contribuito ad alimentare spaccature e lacerazioni all’interno del Partito Democratico, con il triste e disgraziato epilogo del commissariamento del provinciale di Avellino.

E’ difficile parlare di rinnovamento se ci è stato già premiato dagli elettori grazie ad un formidabile sforzo dei territori e dei loro rappresentanti, piuttosto che esercitare il ruolo per il quale si è stati votati chiede di partecipare per l’ennesima volta ad una competizione politica addirittura invocando “deroghe”.

L’impresa poi diventa addirittura impossibile nel momento in cui si dovesse scegliere di premiare con la candidatura chi ha sposato improbabili alleanze – mai concordate con nessuno né a livello locale, né tantomeno a livello provinciale – con forze politiche che hanno metodicamente mortificato il Pd con il risultato di regalare amministrazioni in precedenza a guida Pd, enti sovracomunali e di gestione.

Inoltre è doveroso segnalare che anche nella scelta delle candidature di coalizione si stia andando nella direzione di prediligere rappresentanti che sono passati in maniera disinvolta da uno schieramento all’altro, che hanno addirittura osteggiato progetti di rinnovamento portati avanti dal PD e che, in ogni caso, hanno determinato rotture che non si saneranno di certo con una campagna elettorale e che metteranno a serio rischio il risultato del Partito Democratico.

È necessario, dunque, valutare presenze e candidature nuove da affiancare agli uscenti, facendo ricadere la scelta su amministratori che lavorano per il territorio, al fine di suscitare entusiasmo e interesse verso una campagna elettorale che comunque si presenta difficile per il PD.

Ancor più necessario in Irpinia è stabilire in modo corretto il rapporto con gli alleati di oggi ma non di ieri e chissà se di domani, ai quali sarebbe auspicabile non cedere collegi.

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