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Partito Democratico, dopo il voto in assemblea è l’ora degli “stracci”

Accuse reciproche, in attesa di decisioni dall'alto. Il Partito Democratico in balìa delle onde: la divisione è netta nel partito. Per le dichiarazioni ufficiali del segretario provinciale bisognerà attendere un altro giorno

Carmine De Blasio stanotte avrà dormito su due guanciali. E’ uscito vittorioso “tecnicamente” dal voto dell’assemblea. Il segretario provinciale grazie al suo staff ha sventato sul filo del rasoio la sfiducia. Ma le acque restano agitate visto la divisione netta nel partito. Per le dichiarazioni ufficiali del segretario provinciale bisognerà attendere un altro giorno.

Ma chi accende la miccia è Andrea Forgione, membro dell’assemblea e segretario circolo Angelo Vassallo di Paternopoli" che si è schierato dalla parte del segretario.

“Per tre mesi una ciurma di dilettanti allo sbaraglio, millantando numeri da capogiro, ha bloccato il partito con raccolte firme, tre assemblee provinciali, paginate di giornali, facendo credere di aver i numeri per occupare manu militari la federazione. Ma, ieri sera, dopo aver sequestrato per cinque ore i delegati a Capriglia non e' riuscita a sfiduciare il segretario. In un partito serio le tre figure apicali del partito, on. Luigi Famiglietti, on.Valentina Paris ed on. Rosetta D'Amelio, gia' a risultato dell'assemblea acquisito, si sarebbero dimessi per manifesta incapacita' politica e manifesta irresponsabilita'. E si, perche' sono stati questi tre ad organizzare la sceneggiata senza pensare che il partito e' una comunita' di donne ed uomini che ha bisogno di attenzione e di partecipazione, su questioni serie”.

Tra gli “sconfitti” parlano Francesco Todisco e Gianluca Festa. Il primo mette in evidenza che “C'è uno stato di ingovernabilità del partito che richiederebbe un atto di responsabilità da parte del segretario: le dimissioni immediate”. Poi l’analisi dei numeri: “Il dato fisiologico, è difficile che tutti in un lunedì lavorativo possano partecipare all'assemblea, così come non può essere ignorato che quello è un luogo di difficile governo. Non si può dimenticare ad esempio che la lista per le elezioni regionali è stata varata da soli 46 delegati. Insomma quattro in più che votano per mandare a casa il segretario rappresentano un risultato incontrovertibile. Non entro nel merito del voto, gli assenti erano quattro di cui due della nostra componente, entrambi giustificati da impegni professionali. Il che vuol dire che al voto hanno comunque partecipato due persone in più rispetto a quanti avevano sottoscritto la mozione”.

Sugli scenari futuri Gianluca Festa annuncia: “spetterà alla segretaria regionale Tartaglione e alla segreteria nazionale dirimere la vicenda. Vengano a verificare se esistono 50 delegati a favore di De Blasio. Evidentemente se la sua componente non si è neanche registrata ai lavori dell'assemblea è perché avevano paura di contarsi. Chiediamo che finalmente si riconsegni al Pd la possibilità di operare”. De Blasio non è all'altezza del compito e i risultati ci danno ragione: i due terzi della sua maggioranza lo hanno abbandonato. Se vuole continuare a fare muro contro muro allora lo sfidiamo a convocare un'assemblea provinciale e porre ai voti una mozione di fiducia nei suoi confronti. Noi ovviamente gli consigliamo di dimettersi immediatamente”.

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