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Olio d'oliva, D'Agostino chiede interventi mirati

“Il crollo della produzione – osserva D’Agostino – e la contestuale decisione dell’Unione Europea di autorizzare l’importazione di ulteriori 35mila tonnellate di olio tunisino a dazio zero rischiano di aumentare la possibilità di inganni e frodi"

 “Il crollo della produzione di olio di oliva, prevista in un rapporto dell’Ismea, avrà effetti negativi sulle aziende del settore, in particolare nel Sud del Paese dove si prevede una riduzione maggiore. È necessario che Regione e Governo si rendano promotori di azioni tese a supportare i produttori e contenere il rischio di frodi e inganni derivanti dall'utilizzo di olio straniero che viene spacciato come italiano.” Lo afferma Angelo D’Agostino, deputato e vice presidente nazionale di Scelta Civica.

“Stando ai dati presentati dall'Istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare e dall'Unaprol - spiega il parlamentare - nel 2016 - 2017 la produzione italiana di olio d’oliva diminuirà di quasi il 50% attestandosi intorno alle 243mila tonnellate; un dato sensibilmente inferiore rispetto a quello dello scorso anno quando ne furono prodotte ben 474mila. Secondo le stime, la flessione sarà molto più marcata al Sud e al centro del Paese, con conseguenze negative sulle aziende produttrici e sui consumatori.”

“Il crollo della produzione – osserva D’Agostino – e la contestuale decisione dell’Unione Europea di autorizzare l’importazione di ulteriori 35mila tonnellate di olio tunisino a dazio zero rischiano di aumentare la possibilità di inganni e frodi a danno dei consumatori che si trovano spesso ad acquistare olio che credono italiano, ma che è tale solo in minima percentuale.”  

“Nonostante sia obbligatorio indicare sull'etichetta la provenienza e la composizione delle miscele di olio, se comunitari o non comunitari, la Coldiretti - prosegue - ha denunciato una persistente e diffusa mancanza di trasparenza. Tali indicazioni, infatti, sono spesso riportate con caratteri minuscoli, posti nella parte posteriore della bottiglia e molto spesso illeggibili. Accade anche che bottiglie di olio extravergine ottenuto dalla spremitura di olive straniere siano vendute con scritte che riportano all’italianità, ingannando i consumatori.”

“E’ evidente – chiude D’Agostino – che ci troviamo in una condizione che richiede un intervento del Governo e delle regioni per evitare che la crisi produttiva, l’importazione straordinaria di olio tunisino e una legislazione europea che tutela poco i nostri prodotti danneggino ulteriormente le aziende del settore olivicolo oleario già duramente provate a causa della crisi economica.” 

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