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Il Ministro Bianchi ad Avellino: "Creare reti di scuole e investire sulle tecnologie per la trasformazione del Paese"

Presente all'Assemblea di Confindustria Avellino, il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ha tracciato una panoramica sul sistema di istruzione in Italia: "Stiamo investendo massicciamente per formare 650mila docenti all'uso del digitale. Ci viene riconosciuto come il più grande sforzo in Europa, ma siamo capaci di farlo"

Il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, ospite di eccezione all'assemblea pubblica di Confindustria Avellino, dal titolo “I nuovi orizzonti della formazione”, tenutasi presso l'Hotel de la Ville di Via Palatucci.

"Ci troviamo di fronte a un vero problema in questo Paese: la caduta demografica"

"Gli ITS sono uno strumento necessario per permettere quella condizione di cui abbiamo bisogno, oggi più che mai" esordisce il Ministro dell'Istruzione. "Il 90-95% dei ragazzi che frequentano un ITS trovano immediatamente un lavoro. Perché? Perché iniziano prima. Perché vi è prima questa capacità di dialogo continuo con le imprese. Siamo in una fase di grande trasformazione dei sistemi produttivi e c'è bisogno che questo diventi la vera scuola del Paese: un Paese capace di trasformarsi, senza nuove fratture".

Un messaggio, quello comunicato dal Ministro Bianchi, che va recepito soprattutto nelle aree interne: "Ci troviamo di fronte a un vero problema in questo Paese: ossia, la caduta demografica. Pensate che, nei prossimi dieci anni, avremo 1,4 milioni di bambini in meno nelle nostre scuole. Questo tema, tuttavia, ci richiama a un ripensamento completo del sistema organizzativo del Paese: non puoi avere delle aree interne, bensì una capacità di continuità e fluidità e, soprattutto, un interscambio continuo e questo viene dato soprattutto dalla scuola".

Il Ministro Bianchi ad Avellino: "Creare reti di scuole e investire sulle tecnologie per la trasformazione del Paese"

"Ben 79 milioni di euro destinati alla Campania per combattere la dispersione scolastica"

In particolare, la Campania registra il più alto tasso di dispersione scolastica: "Sono problemi antichi, come ha anche affermato Invalsi. Tuttavia, essendo tornati a scuola in presenza quest'anno, siamo stati capaci di frenare ciò che, con il blocco delle lezioni, era diventato un problema anche sociale; abbiamo dimostrato che c'era la possibilità di tornare a scuola e, quindi, di tornare a crescere. Vi è un problema oggettivo tra regioni del Nord e del Sud che, però, ha origini antiche. Tuttavia, gli Invalsi dimostrano un'altra cosa e, cioè, che tutto il sistema sta crescendo, resistendo di fronte alla situazione drammatica causata dal lockdown e differenziandosi. Ad esempio, è stata interessante non solo la tenuta, ma anche la ripresa dell'inglese, la lingua su cui i ragazzi, anche quando stavano a casa, avevano più capacità di dialogo. Quindi, bisogna stare più tempo a scuola e in sicurezza. Tutte le azioni che stiamo facendo sono importanti e, per quanto riguarda la prima tranche per combattere la dispersione, su 500 milioni di euro, ben 79 sono andati alla Campania e 49 alla Città Metropolitana di Napoli. Ciò è stato fatto perché abbiamo intenzione di creare reti di scuole che, insieme a tutti coloro che rappresentano una capacità di ripresa nel territorio, diventino non solo elemento di sopravvivenza, ma anche di forte recupero. Tuttavia, questi obiettivi non si raggiungono con un unico strumento e la scuola è il luogo in cui ciò viene reso evidente. Vanno sfruttati tutti gli strumenti: quelli nazionali, quelli regionali e quelli a disposizione del territorio".

"Se non avessimo utilizzato la DAD, i ragazzi sarebbero stati abbandonati completamente"

Il rischio di tornare in DAD a settembre, tuttavia, c'è: "Riguardo a questo argomento, c'è grandissima attenzione: di fronte a eventi che non siamo ancora capaci di dominare, bisogna essere accuratamente presenti con tutte le autorità sanitarie. Ho insistito molto per tornare alle attività didattiche in presenza e, tutto sommato, siamo stati capaci di governare le situazioni tutti insieme. Abbiamo intenzione di tornare in presenza e in sicurezza e, nel concetto di sicurezza, vi è anche la capacità di affrontare insieme quello che, oggi, non riusciamo a preconfigurare. Abbiamo anche demonizzato molto la DAD: se non l'avessimo usata, i ragazzi sarebbero stati abbandonati completamente, come avvenuto in molti Paesi. Abbiamo compiuto un salto in avanti, a livello di tecnologie: ad esempio, oggi sarebbe possibile mettere in collegamento due scuole distanti, una in Italia e una in Germania, una nel Nord e una nel Sud. Dobbiamo essere capaci di andare oltre, fare tesoro di tutto ciò che abbiamo appreso e messo nel cuore e fare un passo in avanti tutti insieme. Il Paese si ricuce con la solidarietà, ma anche con la capacità di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione. Stiamo facendo qualcosa di straordinario sul digitale, stiamo investendo massicciamente per formare 650mila docenti all'uso del digitale e non sono solo professori di informatica, ma anche di latino e greco. Ci è stato riconosciuto come il più grosso sforzo che viene fatto oggi in Europa, ma siamo capaci di farlo".

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