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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Ad Avellino sfilata di politici per presentare "Meglio La Casta": il libro di Rotondi/FOTO

Presenti all'iniziativa Di Pietro, Schifani, Mancino e Caldoro

"Meglio la Casta. L'imbroglio dell'antipolitica". Questo il titolo del libro di Gianfranco Rotondi che è stato presentato questa sera alla Camera di Commercio. Oltre all'autore del testo, a prendere parte all'iniziativa una sfilata di big della politica nazionale e regionale: Renato Schifani, Antonio Di Pietro, Stefano Caldoro e Nicola Mancino.

Presentazione Meglio la Casta

Una scelta coraggiosa quella dell'ex ministro per l'Attuazione del Programma nell'ultimo governo Berlusconi che sceglie la strada dell'anticonformismo nel momento in cui l'antipolitica spopola mediaticamente e culturalmente.

"Era meglio la casta che faceva campare bene anche il popolo piuttosto che l'antipolitica che si riduce gli stipendi, ma sta riducendo il Paese alla fame". Così esordisce Rotondi che ha scritto un libro ironico e originale per demolire quei luoghi comuni che spopolano a causa della propaganda diffusa nell'era grillina. In una parola per il leader della Dc si tratta di populismo che non potrà mai culminare nell'avanzamento della democrazia.

Scettico sull'attuale situazione parlamentare anche il presidente Nicola Mancino: "Io non dico meglio la Casta, ma meglio la politica. Però la politica ha bisogno di un sostegno forte da parte della cultura che purtroppo vive un momento di difficoltà dettata anche da una scarsa chiarezza di posizioni".

Sul governo tecnico aggiunge: "Gentiloni è un uomo di esperienza, paga il fatto che il suo è un governo che non ha alle spalle il sostegno di un risultato elettorale".

Anche Schifani si sofferma sul neo-presidente del Consiglio: "Non è una nostra scelta - dice - da lui ci aspettiamo un cambio di passo sulle materie europee e dell'immigrazione e soprattutto maggiore rigore sul tema della sicurezza. Non è un nostro uomo è stato scelto dal Pd, certo non faremo le barricate, ma non faremo nemmeno sconti".

Poi la parola passa ad Antonio di Pietro, l'outsider del tavolo. Il pm di Mani Pulite, uno dei primi ad intercettare un certo risentimento verso la politica italiana. Un modus operandi che col tempo si è dissolto come neve al sole finendo lui stesso vittima degli stessi toni. "Oggi mi voglio sfogare - ironizza - Ho letto il libro e mi sento provocato e provocatore. L'inchiesta portata avanti nel '92 non aveva nulla a che fare con l'attacco politico. C'erano dei criminali che rubavano e li abbiamo presi con le mani nella marmellata". Secondo Di Pietro in Parlamento ci sono i buoni e i cattivi, c'erano prima e ci sono oggi. Ciò non toglie che l'indagine degli anni '90 fu giusta, "piuttosto - aggiunge - il problema è nato dopo: quando sono nati i personalismi a causa del sistema dei partiti". Il riferimento è a Silvio Berlusconi che prese il potere nel '94, ma anche a Renzi che in questi mesi è stato giudicato come l'uomo solo al comando.

Una crisi irreversibile quella generata dalla rivoluzione dell'antipolitica che non ha dato i frutti sperati, ma solo una politica demagogica e irrazionale. La pensa così Stefano Caldoro che punta il dito contro la legge che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti. "Un errore commesso per seguire l'onda dell'antipolitica - conclude e che pesa fortemente sulla nostra democrazia ".

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