Guerra, De Luca: "A Ferragosto non sapevamo neanche dove diavolo fosse l'Ucraina"
Le parole del Presidente della Regione Campania: "Putin ha dato vita a una guerra preventiva ed è stato colpevole, ma sono uno di quelli che ritengo che se va via lui, ne viene uno peggiore"
Intervenuto in occasione dell'Assemblea pubblica di Confindustria Benevento, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca si è soffermato sulla guerra in Ucraina: "Putin ha dato vita a una guerra preventiva, seguendo in quest'azione il cattivo esempio di Bush che, sulla base di una grande mistificazione, avviò la seconda invasione dell'Iraq. Putin è stato colpevole anche perché non ha immaginato che l'Ucraina avesse un'identità nazionale che ha dimostrato. Ma non ci sono innocenti in questo conflitto".
"In Afghanistan ci fu il tradimento nei confronti di coloro che avevano creduto nell'Occidente"
Che cosa è cambiato negli ultimi dieci mesi? "A Ferragosto nessuno parlava di Ucraina sulla faccia della terra. Non sapevamo neanche dove diavolo fosse l'Ucraina. Dieci mesi fa, a Ferragosto, al centro dell'attenzione mondiale c'era l'Afghanistan: la fuga indecorosa degli occidentali e degli americani da Kabul. Ci fu il tradimento nei confronti di coloro che avevano creduto nell'Occidente. C'erano le mamme di Kabul che buttavano i bambini al di fuori del recinto dell'aeroporto per salvarli. E c'era, fra l'altro, un'unica ambasciata aperta, ossia quella russa, alla quale facevamo capo tutti, anche noi italiani, per avere un canale di comunicazione con i talebani. Allora, un anno, fa, non c'erano l'imperialismo russo, l'espansionismo, Putin, la barbarie, la lotta tra libertà e dittatura. Non c'era assolutamente niente di niente. Che cosa è successo in questi dieci mesi di nuovo per causare una così grave drammatizzazione della situazione con il conseguente scoppio della guerra? E' successa una sola cosa: l'avvio da parte dell'Ucraina del procedimento per entrare nella NATO. Punto. E l'Occidente ha risposto in maniera irresponsabile a tale richiesta: braccia aperte. Anzi, se nella NATO facciamo entrare anche la Finlandia e la Svezia, neutrale da 200 anni, tanto di guadagnato. Ciò ha rappresentato un pretesto per mettere in campo una guerra preventiva che sta avendo esiti drammatici, innanzitutto per le popolazioni colpite, e poi per il mondo intero, per le nostre economie".
"Sono uno di quelli che ritengo che se va via Putin, ne viene uno peggiore"
"Abbiamo ascoltato dichiarazioni assolutamente idiote, irresponsabili, da parte soprattutto di esponenti della NATO" continua il Governatore. "Ma davvero ci possiamo immaginare che i confini del territorio russo siano tutti delimitati da Paesi NATO? Ce lo diceva Kissinger, che non era italiano e nemmeno pacifista, che la pace si difende con l'equilibrio dei poteri e tenendo conto delle aree di influenza che tutte le grandi potenze hanno. Questo ce l'ha insegnato l'America, diversi anni fa quando, nel momento in cui l'Unione Sovietica metteva i missili su Cuba, decise il blocco navale intorno all'isola. In quel momento il messaggio fu chiaro: o togliete i missili o sarà guerra. In quel caso, Kennedy ha fatto bene. Qual è l'obiettivo di questa guerra da parte degli occidentali? Non si è capito. L'America ha detto qual è l'obiettivo: far andare avanti la guerra per mettere la Russia in ginocchio e determinare un cambio di potere. Io sono fra quelli che ritengo che se va via Putin, ne viene uno peggiore. C'è qualcuno che è in grado di governare trenta etnie? Si verificherebbe un processo di balcanizzazione, cioè di disgregazione della Russia".
"Se la guerra continua avremo una crisi economica dramattica e la perdita di 500mila posti di lavoro"
"Noi abbiamo una grande incertezza. Non sappiamo cosa succederà nelle prossime settimane. Bisogna far capire ai nostri amici americani che l'Alleanza Atlantica è un dato essenziale per tutti noi. Ma essere amici significa dirsi la verità. E, mentre l'America se ne può infischiare della guerra, perché non ha né problemi di materie prime, né di sicurezza, né alimentari, né energetici, noi rischiamo una crisi economica drammatica e la perdita di 500mila posti di lavoro, se la guerra continua. Questa cosa, ai nostri alleati americani, va detta in maniera chiara. Noi abbiamo il dovere di difendere, in primo luogo, la nostra comunità nazionale, i nostri lavoratori, le nostre imprese, le nostre famiglie. Poi, discutiamo di tutto il resto" conclude De Luca.