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Elezioni, il voto "disgiunto" che può fare la differenza sui candidati sindaci

Ad Avellino, infatti, rispetto agli altri 20 comuni irpini chiamati al voto è possibile tale opzione

Campagna elettorale in pieno svolgimento in vista del voto del 10 giugno. Gli elettori si informano, discutono, apprezzano, criticano. Secondo humor raccolti in giro per la città in molti sono propensi a votare il proprio candidato amico per la carica di consigliere  e poi “disgiungere” il voto per il primo cittadino. Ad Avellino, infatti, rispetto agli altri 20 comuni irpini chiamati al voto è possibile tale opzione. Votare un candidato di una lista o coalizione e poi non sostenere il sindaco di quella stessa parte. In ordine prettamente alfabetico per i candidati sindaco Nadia Arace (Si può), Giuliano Bello (Casapound), Vincenzo Ciampi (Movimento 5 Stelle),  Luca Cipriano (Mai più), Sabino Morano (centrodestra), Massimo Passaro (Cittadini in Movimento), Nello Pizza (centrosinistra), Dino Preziosi (La svolta) potrà rivelarsi quell’arma in più che serve per raccogliere maggior consenso. Per vincere le elezioni al primo turno c’è bisogno che un candidato sindaco raccolga il 50%+1 dei voti, mentre eventuale ballottaggio che si terrà il 24 giugno, vanno i primi due sindaci più votati se uno dei candidati non raggiunge la cifra prima indicata. La gara è aperta, i 46mila elettori della città sono in procinto di fare le proprie scelte dopo la parentesi degli ultimi 5 anni di Paolo Foti espressione del centrosinistra.

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