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L'analisi di De Mita a Nusco : "Ho fallito, ma non vedo protagonisti alternativi"

Parole amare quelle del leader politico in occasione dei festeggiamenti in onore della Beata Vergine

Ciriaco De Mita non si ricandiderà alla guida del Comune di Nusco. E' questo lo stato attuale del sentimento che pervade l'ex premier ad un anno dalla scadenza elettorale. Il leader della Democrazia Cristiana ha parlato ai suoi concittadini in occasione dei festeggiamenti in onore della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo. Uno sfogo amaro e realistico che cela l'insoddisfazione nei confronti degli scarsi risultati amministrativi ottenuti. In particolare De Mita rimpiange di non essere riuscito a ricucire le divisioni all'interno del suo paesendo ricostruendo quel senso di comunità di quando lui era bambino.

"Se dovessi dire la mia opinione credo che anzichè far crescere il processo dell'aggregazione per costruire la comunità, ho l'impresssione che si è determinata una frammentazione ulteriore - esordisce De Mita - Eppure nei tre anni passati credo di averle tentate tutte. Non vorrei vi meravigliaste, ma non ho mai immaginato l' iniztiva politica come un potere di persona, ma come riflessione e approfondimento sulle cose che si potevano fare  e qualche volta non sono state fatte".

De Mita si prende le sue responsabilità su un lavoro politico che non ha raggiunto i risultati preposti:

"In questi giorni anche perchè il camminare è per me diventato un po' difficile ho pensato molto a questa vicenda e devo dire che quando un obiettivo non si raggiunge e  l'obiettivo che avevo in testa non è stato raggiunto, probabilmente la colpa ricade anche su chi sta parlando. Questo ha fatto nascere e crescere una posizione in me non di distacco, ma di nullità nel dover agire. Avevo pensato ad una scuola politica, immaginavo che fosse il luogo dove le diverse opinioni si potessero confrontare, una comunità è viva solo se tutte le persone scoprono le difficoltà e trovano le soluzioni, ma gli studenti che finivano il corso non erano più di tre".

 "Ora manca, l'ultimo tratto per il completamento di questa legislatura. Dovremmo completare l'apparenza della comunità, ma più cresce la comunità più c'è la sensazione della solitudine. Confesso di avere questa convinzione e avendole tentate tutte, credo che l'esperienza passata non è più la possibilità per il futuro. Credo che sia colpa mia, mi ero illuso di poter aiutare a crescere una comunità alimentata dalla speranza e la costruzione del futuro, ma vedo che non c'è più questo desiderio". Il riferimento è a chi in questi anni ha alimentato polemiche, a suo avviso, a discapito del senso di comunità.

 "Da adesso a quando scadrà il mandato amministrativo farò dibattiti pubblici, vedremo le intelligenze appannate che non si eprimono, ma che alimentano cattiveria. Saranno pochi mesi e alla fine di questo percorso mi auguro che questa iniziativa ci aiuti tutti, ma è prevedibile di no e vuol dire che ripiglieremo i discorsi sulle cose fatte e non fatte e le richieste di dimissioni. Io mi sono sempre dimesso quando non sono riuscito a fare le cose, però vedo che i protagonisti alternativi non hanno fatto niente, ma sono sempre stati capaci di esprimere cattiveria".

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