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D'Agostino:"Castanicoltura in ginocchio, ministro intervenga"

La lotta al cinipide galligeno ha bisogno di una svolta

“La situazione di grave emergenza nella quale versa il settore castanicolo sta arrecando ingenti danni di tipo economico e occupazionale all’Irpinia. La lotta al cinipide galligeno ha bisogno di una svolta che serva ad evitare ulteriori perdite di quote di mercato a vantaggio di una concorrenza estera spesso scorretta, e ad evitare l’ulteriore abbandono delle nostre aree montane.” Lo scrive Angelo D’Agostino, deputato e vice presidente nazionale di Scelta Civica, in una lettera al Ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina. 

“La castagna è una risorsa economica di particolare rilevanza – aggiunge il parlamentare - non solo per l’Irpinia, ma per l’intero settore agroalimentare della Campania. Ci sono circa 5mila aziende di produzione e 25 di trasformazione che versano in una condizione di grande difficoltà; negli ultimi 15 anni la produzione è diminuita drasticamente a causa di questa interminabile emergenza fitosanitaria che ne sta pregiudicando il futuro.” 

“Dopo anni di lotta con gli antagonisti naturali – prosegue il deputato – occorre quel salto di qualità suggerito recentemente dai Coordinamenti della Campania di Agrinsieme e Confagricoltura: abbinare l’utilizzo degli antagonisti naturali con interventi di lotta integrata, attraverso l'uso di prodotti antiparassitari a basso impatto ambientale, come il piretro, e un secondo intervento con lambda cialotrina, sostanze entrambe adatte al contenimento dei fitofagi. Necessario applicare, pertanto, il disciplinare di produzione approvato dalla Regione Campania nel marzo del 2016 e riclassificare i castagneti da frutto in attività di coltura per permettere pratiche agronomiche e di difesa fitosanitaria oltre che con mezzi o pratiche di lotta biologica, anche con detti interventi di lotta integrata."

“Nel frattempo – chiude D’Agostino – le nostre aziende hanno bisogno di misure straordinarie di sostegno che servano a compensare, anche se solo in parte, i mancati introiti derivanti dalla grave calamità del cinipide.”

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