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Consiglio comunale, gestione dell’acqua pubblica: la mozione di Santoro è passata

Il Consiglio comunale di Avellino ha voluto mettere l’accento sullo scenario futuro nel quale l’ente si muoverà

Consiglio comunale monotematico sulla gestione dell’acqua pubblica. Lo stato di salute di Alto Calore preoccupa e non poco l’intera Irpinia. Il Consiglio comunale di Avellino (su proposta del gruppo Si può, nella persona di Amalio Santoro) ha voluto porre l’accento sullo scenario futuro nel quale l’ente si muoverà. La mozione di Santoro è passata con 18 voti favorevoli e un solo voto contrario. Si registra, senza ombra di dubbio, una spaccatura nell’opposizione in merito alla mozione da presentare alla Giunta per la questione Alto Calore. Con questa decisione, di fatto, il Consiglio Comunale di Avellino sfiducia l’Amministratore di Alto Calore Servizi, Michelangelo Ciarcia.

A conclusione del Consiglio Comunale, i consiglieri di opposizione Luca Cipriano (Mai Più Avellino), Francesco Iandolo (Avellino Più), Nicola Giordano (Laboratorio Avellino), Ettore Iacovacci e Francesco Russo (PD) hanno presentato una prima istanza che, tuttavia, veniva respinta con 18 voti (tra cui quelli di Amalio Santoro e Ferdinando Picariello).

La mozione in auge prevedeva l’attivazione del Piano Pozzoli; l’opposizione a qualsiasi modifica dello Statuto dell’Alto Calore che favorisca l’ingresso di privati; l’abbassamento della massa debitoria e l’assistenza nei confronti degli attuali dirigenti dell’Alto Calore. 

Tra i consiglieri di opposizione, l’unico ad appoggiare la proposta di Santoro è Ferdinando Picariello (M5S), che ha ampiamente criticato l’atteggiamento dei consiglieri a favore della mozione di Cipriano:

“Oggi assistiamo all’ennesima pagina di una volontà di difendere un sistema che ha prodotto soltanto 140 milioni di debiti, una situazione catastrofica che si riverbera su tutto l’ente. Segno di una sinistra che risulta essere spaccata e che ha ancora fiducia in un piano, come quello Pozzoli, che è fallimentare. La condivisione non è possibile con chi sostiene tale strategia. È possibile trovare una strada diversa rispetto al passato”.

Luca Cipriano non ci sta e, insieme agli altri firmatari della mozione, lascia l’aula dopo aver espresso la sua contrarietà alla mozione di Santoro.

“Non accettiamo tanta ipocrisia di fronte a una questione che andava affrontata con maggiore responsabilità”. 

Le parole di Amalio Santoro

Ecco quanto dichiarato ai nostri microfoni dal consigliere Amalio Santoro: 

“Ho presentato questa richiesta relativamente al servizio idrico e all'Alto Calore senza nessun tipo di mira elettoralistica. Il consiglio Comunale, ovviamente, è l'unico spazio pubblico dove è possibile realizzare discussioni simili. Il Sindaco, giustamente è senza dubbio, rivendica un ruolo guida del Comune di Avellino, ma bisogna restituire un ruolo strategico all'Ente. Sulla gestione del servizio idrico si sta consumando un grande inganno. Tutti si dichiarano a favore dell’acqua pubblica, ma le leggi sembrano andare in senso contrario. Così si rischia di favorire i privati che hanno interesse a far profitti sull’acqua pubblica. Credo sarebbe utile scrivere qualcosa di nuovo”.

Niente privati, il messaggio è chiaro; e il Comune capoluogo è chiamato a fare da apripista per l’intero territorio irpino:

“Mi aspetto che il Comune, come dichiara il sindaco, eserciti un suo ruolo guida. Questa responsabilità si esalta soprattutto negli enti sovra-comunali. Il comune indichi una strada, quella della gestione pubblica. Il comune ha il 10% di quote di Alto Calore e insieme alla Provincia può essere un assoluto protagonista di questo confronto con gli amministratori locali”.

Una situazione difficile per Alto Calore con circa 140 milioni di debiti. Per Santoro, però, le responsabilità hanno radici profonde nel tempo:

“Dopo la difficile stagione dei processi, si pensava che sarebbe stata introdotta una strategia di risanamento vero. Invece, si è andati avanti con logiche di potere, trasformando quell’ente nel luogo di tutte le convenienze: è schizzata la spesa per le assunzioni, spesso clientelari, sono aumentate le morosità, perché magari si dava una pacca sulla spalla al sindaco assicurando che non c’era bisogno di pagare, magari in cambio di qualche preferenza; fino ad arrivare a questa situazione deficitaria, solo i fornitori hanno crediti per 95 milioni di euro. Quindi, non c’è bisogno di una terapia medica, ma di una terapia chirurgica, un intervento per salvare il salvabile”.

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