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Crisi al Comune, Preziosi spiega il "programma dei cento giorni"

Preziosi chiarisce ulteriormente la sua posizione: “Il mio voto sarà per coerenza contrario agli equilibri di bilancio"

Il protagonista indiscusso dell’assise comunale è Dino Preziosi, che nel 2013 giunse al ballottaggio con Paolo foti per la carica di sindaco. Dall’opposizione la sua proposta “dei cento giorni” ha scombussolato il quadro generale del consiglio. A pochi giorni dal crocevia sul futuro della città, Preziosi chiarisce ulteriormente la sua posizione. “Preciso che il mio voto sarà per coerenza contrario agli equilibri di bilancio. Con questo spirito, credetemi, e alle condizioni non negoziabili Cento Giorni di pianificazione e di Metodo con uomini liberi dai vincoli partitici, per riconsegnare subito dopo ogni decisione ai cittadini di Avellino, non saremo traditi dalla città e noi non tradiremo una Comunità allo stremo delle forze ma non ancora perduta” esordisce il capogruppo “La svolta inizia da te”

EXCURSUS – “Nel giugno 2013 presentai agli elettori di Avellino un programma raccolto intorno ad alcune linee qualificanti, che metodologicamente riassunsi in cinque punti: Corresponsabilizzazione; Monitoraggio continuo dei processi di miglioramento; Governance; Cittadinanza partecipata; Partenariato.

Il mio programma prevedeva interventi strategici su Lavori Pubblici e Ambiente, Urbanistica e Politiche di sviluppo, Patrimonio e comunità urbana, Politiche sociali e Politica della Cultura, costruita sui principi di un’economia della cultura appunto e sulla prospettiva di una solida e proficua collaborazione tra pubblico e impresa privata.

La intensa cementificazione da combattere con la tecnica del riuso e della rifunzionalità dell’esistente, le opere pubbliche non completate, la frattura sociale e urbana tra centro città e centri periferici, la stagnazione della vita economica, l’assenza di strutture tecnologiche innovative, la scarsa presenza di modelli culturali nell’azione politica, lo stato di abbandono sia del centro antico che di quello storico, l’assenza di politiche sociali adeguate allo stato presente apparivano e sono questioni non eludibili sul piano politico-sociale e su quello più strettamente amministrativo.

Grande punto di attivazione della nuova pianificazione veniva individuato nelle risorse offerte dai fondi europei, vera chiave di volta per affrontare, su modelli competitivi, le sfide della modernizzazione. Non sapersi raccordare a quelle opportunità già allora appariva il motivo di fondo di un fallimento dai risvolti drammatici, che avrebbe danneggiato per decenni la vita sociale economica e civile di Avellino”

LE TRATTATIVE NEL 2013  – “Non entro nel merito delle alchimie elettoralistiche compiute al tempo dal gruppo dirigente del Partito Democratico per assicurare al proprio candidato la vittoria. Pertanto rinuncio con serenità ad esaminare le ragioni profonde della crisi che oggi come ieri tormenta la vita amministrativa e politica avellinese.

Già nel lontano 2013, quando rifiutai, lo ricordo a qualche novello Savonarola, qualsiasi apparentamento elettoralistico, erano evidenti i punti di tensione su cui intervenire per aiutare e orientare la città ad uscire dal pantano e imboccare con determinazione la via del Cambiamento.

Purtroppo la perenne litigiosità tra gruppi e sottogruppi politici e non, probabilmente alimentata dal bisogno di acquisire spazi gestionali nelle istituzioni pubbliche con intenti non sempre definiti, ha piegato l’azione amministrativa verso obiettivi non proprio d’interesse comune.

Qui ritorneremmo facilmente alle ragioni delle divisioni all’interno del Partito Democratico che, lo sottolineo con forza, mi interessano e possono persino inquietarmi da osservatore e da cittadino, ma non da esponente politico. Chi vi parla non è nel PD né intende rinunciare in alcun modo alla propria autonomia”.

IL FUTURO - "Il Sindaco, con senso della realtà, nella seduta del 5 settembre scorso ha dovuto ammettere pubblicamente il fallimento del meccanismo delle alleanze interne ed esterne che reggeva la sua maggioranza.

La fine della maggioranza ha determinato l’inevitabile estinguersi di una operatività amministrativa lineare e chiara. Gli indirizzi programmativi del sindaco non hanno superato la prova della collaborazione tra le diverse parti che compongono il consiglio, pertanto si è giunti ad bivio. Scegliere le dimissioni immediate oppure provare a creare una nuova maggioranza capace di sostenere in un tempo definito – Cento Giorni - un’azione di governo forte, riconoscibile, altamente qualificata.

Da qui si è partiti per valutare dal documento del PD, quello che oserei definire lealista alla luce delle divisioni dell’oggi, due importanti scelte: a) l’azzeramento della giunta per costituirne una totalmente rinnovata e non politica; b) la impellente necessità di una nuova maggioranza.

Maggioranza quindi non allargata ma costruita in funzione di una governance interamente orientata ad assicurare ad Avellino un futuro attraverso l’acquisizione dei Fondi per lo Sviluppo e Coesione 2014-2020”.

L’ACCUSA – “Qualcuno ha avuto la temeraria idea di ritenere strumentale la nostra invocazione a non lasciare cadere l’occasione storica offerta dall’Europa e dalla Regione Campania per Avellino attraverso il Patto SUD, stipulato il 24 aprile 2016, ratificato con DPR n. 173 del 26 aprile 2016 e approvato dal CIPE nella seduta del 10 agosto di questo stesso anno.

Centinaia di milioni di euro potranno essere richiesti per finanziare attività e promuovere sviluppo. Nel Patto Sud sono previsti finanziamenti per interventi e programmi relativi alle infrastrutture, all’ambiente, allo sviluppo economico e produttivo, alla scuola, università e lavoro, al turismo.

I SOLDI PER DARE UN VOLTO NUOVO ALLA CITTA’ –“Faccio solo qualche esempio che la CdR ossia la Cabina di Regia per il Fondo Sviluppo e Coesione potrà seguire nel suo iter attuativo.

Per l’Ambiente ci sono disponibili 650 milioni di euro; per lo Sviluppo Economico e Produttivo si possono utilizzare 150 milioni per il Polo della moda e abbigliamento, Polo musei e archivi d’impresa e festival internazionale dell’impresa prevede 60 milioni d’investimenti. Per Scuola e interventi volti a creare opportunità di formazione e di lavoro per i giovani ci sono, ripartiti in varie voci, 200 milioni di euro.

La Messa in sicurezza degli edifici scolastici e degli asili è quantomai indispensabile in un territorio ad altissimo rischio sismico. I fondi europei consentono un’opera di adeguamento strutturale, che può rassicurare tutti noi, bambini, ragazzi e famiglie, per i prossimi decenni.

Importanti finanziamenti sono previsti per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, materiale e immateriale.

Ci sono i fondi Mibact riservati ai nuclei insediativi di 150.000 abitanti;

I fondi di rotazione che sono scaduti il 15/9, presentati all’ultimo momento. Se il Sindaco fosse stato sfiduciato non si poteva accedere a 40.000.000 per i 13 Comuni su 40 che hanno partecipato;

A ottobre 2016 scade il PON sicurezza (Ministero delle infrastrutture) legato ai finanziamenti per la sicurezza, controllo territoriale e video sorveglianza urbana;

PON Energia  (progetti di efficientamento energetico strutture e sistemi di illuminazione pubblica;

Horizon 2020 (UE bando inizio call novembre 2016) relativo a progetti di investimento e ricerca e Urban and smart city;

Psr 2014/2020 relativo ad Enti Pubblici (data indicata dal Presidente De Luca nel BURC – Novembre 2016)

Por 2014/2020 inizio Gennaio 2017. Fatto salvo che è possibile  siglare Apq relativamente agli eventuali progetti sul fondo di rotazione (valutati entro il 2016)”.

COME IMMAGINA LA CITTA’ – “Avellino, finalmente, potrebbe riavere le sue parti antiche e medievali restaurate e un centro storico, ancora popolato da edifici civili e religiosi di particolare rilevanza architettonica, recuperato ad una funzione di raccordo tra l’identità memoriale e le esigenze della modernità, a cui non sfugge il grave problema della integrazione.

Durante la mia campagna elettorale del 2013 proposi, e lo ricordo per la sua incalzante attualità, un recupero e una riqualificazione dell’area che include il Convitto Nazionale “Pietro Colletta”, l’Orto Botanico, cioè la Biblioteca provinciale “Giulio e Scipione Capone” e il Palazzo dell’ex GIL. Proprio quell’edificio, inaugurato nel 1937, credo debba costituire, insieme al Teatro Carlo Gesualdo, una istituzione comunale non dimentichiamolo mai, e il Centro di Ricerca Guido Dorso, un polo di cultura contemporanea di livello internazionale.

In ogni caso è necessario individuare delle forme giuridiche che possano gestire in autonomia i beni pubblici.

Potrei continuare nella elencazione delle opportunità ma cifre e dati relativi ai fondi 2014-2020 possono essere facilmente reperiti per poterli analizzare e discutere pubblicamente e in ogni sede.

Tutto questo è sospeso perché il sindaco di Avellino non ha più una maggioranza”.

CHE FARE? – “Domanda dal sapore rivoluzionario ma necessaria da rivolgere agli scettici, ai critici di mestieri, ai leoni in poltrona che combattono su internet una simpatica battaglia tra “mi piaci” e critiche al fulmicotone, con giudizi adatti più alle vecchie gogne che ad una società civile, informata, dialetticamente democratica.

La nostra disponibilità quindi a vivere in Cento Giorni i sogni e le ambizioni di una città non è legata a considerazioni utilitaristiche o personali né può essere ricondotta nell’alveo di una modesta operazione di bassa politica”.

Il PENSIERO – “Non invoco in questa situazione la mia onestà in quanto essa è la petulante richiesta degli imbecilli e della inintelligenza volgare, che riduce la politica ad una sorta di rituale catechistico per tradirlo puntualmente nei comportamenti: l’attività di un politico è onesta quando è capace e quando realizza le aspirazioni dei governati. Su questo Avellino è ancora una città-bambina.

Mi chiedo cosa possa sollecitare qualcuno in questa specifica situazione a parlare di trasformismo. La politica non si fa con i linguaggi cattivi e violenti, partoriti da condizioni di disperazione e di intrinseco interesse, bensì con il coraggio e la trasparenza delle proprie idee. Qui stiamo cercando di trovare le vie del Futuro mentre altri, senza pudore, scagliano dardi contro la luce per oscurarla.

Ai cattivi imitatori del nobile linguaggio politico di Guido Dorso ricordo che il trasformismo è uno stato d’animo, è un modo di vivere la politica come mestiere e non come Speranza.

Con sofferenza ma con consapevole audacia noi, e con noi quanti hanno ascoltato e discusso senza preconcetti le nostre preoccupazioni e incertezze, riteniamo che Avellino non meriti il diluvio invocato da personaggi di un’austera aula consiliare, né soprattutto di perdere una grande occasione, quella davvero storica, di uscire dalla stagnazione non per imboccare un “nuovo corso” dal sapore sovietico ma per affrontare il ventunesimo secolo non nelle retrovie di un Mezzogiorno nostalgico e dolente ma alla testa del Cambiamento e della Modernità”.

PERCHE’ I CENTO GIORNI – “Cento Giorni quindi per continuare a credere nel Futuro, nelle risorse dell’intelligenza, nell’ottimismo di chi realisticamente preferisce il coraggio alla estenuante, faticosa ricerca dell’utile”.

L’APPELLO – “Signor Sindaco, Associazioni politiche, Consiglieri comunali ricordate che si corre il rischio di rubare alla Città le sue energie migliori. Questa volta, e lo ribadisco con un’intima passione di padre e uomo d’impresa, Avellino corre il rischio di perdere una opportunità quasi irripetibile.

Si mettano da parte le ambizioni, i calcoli personali, le avventate aspirazioni e si lavori per una Città dell’Uomo in cui l’Utile sia un bene comune certo e non un bisogno avventuroso e illegittimo dell’individuo”.

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