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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Aumento stipendi per sindaci e assessori, Nargi: "Stabilito dalla Legge di Bilancio 2022, il resto sono polemiche sterili"

“Si tratta di una decisione governativa, non certamente presa localmente dalle singole amministrazioni"

La Legge di Bilancio 2022 approvata in via definitiva dal Parlamento il 29 dicembre 2021, prevede, ai commi da 583 a 587, un incremento delle indennità di funzione dei Sindaci dei Comuni capoluogo sede di città metropolitana e dei Sindaci dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario in una misura percentuale, proporzionata alla popolazione, al trattamento economico complessivo dei Presidenti delle Regioni (attualmente pari a 13.800 euro lordi mensili).

Anche le indennità di funzione di Vicesindaci, Assessori e Presidenti dei Consigli comunali saranno adeguate alle indennità di funzione dei corrispondenti Sindaci con l’applicazione delle percentuali vigenti nel DM 119/2000. L’ammontare di tali indennità è attualmente proporzionale a quella dei Sindaci, in una misura che varia in rapporto alla classe demografica dell’ente locale: dal 15 al 75% per il Vicesindaco, dal 10 al 65% per gli Assessori, dal 5 al 10% per il Presidente del Consiglio comunale per i comuni fino a 15.000 abitanti mentre per quelli con popolazione superiore è corrisposta un’indennità mensile di funzione pari a quella degli assessori dei Comuni della stessa classe demografica.

Il vicesindaco di Avellino, Laura Nargi, ha voluto dissipare le numerose polemiche nate intorno all’aumento degli stipendi degli amministratori comunali: “Si tratta di una decisione governativa, non certamente presa localmente dalle singole amministrazioni. Voglio sgombrare il campo da ogni polemica sterile relativa alla decisione del Governo nazionale di aumentare le indennità di funzione dei sindaci e, a cascata, dei vicesindaci, assessori e presidenti dei Consigli comunali. Non è certamente una decisione cui, noi, possiamo in qualche modo opporci”.

L’opposizione si è fatta sentire, affermando che anche la decisione di non voler insediare commissioni è strettamente collegata alla volontà di non essere controllati.

“Chi afferma questo non fa altro che puntare tutto sulla politica dell’odio. Una pratica certamente fatta in malafede. Noi stiamo lavorando per cambiare questa città e, bisogna ribadirlo, il nostro lavoro è stato profondamente rallentato dall’emergenza Covid. Quando il nostro mandato sarà terminato, saranno gli elettori a valutare il nostro operato. L'unica rinuncia che potevamo fare era aumentare la percentuale a pieno regime già da subito e, ovviamente, abbiamo rinunciato. Finiamola con le polemiche inutili e pensiamo solo al bene della città". 

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