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Al Cimarosa il ricordo dell’ex ministro Bianco, Piantedosi: “Grande maestro. Non ha mai dimenticato il suo territorio”

Giuseppe Conte: “Se dovessi dare un titolo a questo intervento direi “Gerardo Bianco, volto umano e popolare del cattolicesimo politico”. È stato indiscutibilmente un esponente autorevole trasversalmente apprezzato“

Terza tappa nel capoluogo irpino per il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Nel pomeriggio appuntamento al conservatorio "Cimarosa" di Avellino, per partecipare al convegno in ricordo dell’ex ministro Gerardo Bianco, scomparso lo scorso dicembre.

Convegno in ricordo di Gerardo Bianco

I lavori, moderati dal giornalista Rai Luciano Ghelfi, hanno visto gli interventi, tra gli altri, di Pier Ferdinando Casini, Pier Luigi Castagnetti, Giuseppe Conte, Matteo Piantedosi, Luciano Violante e Ortensio Zecchino. Quest'ultimo ha così ricordato Bianco: “Ha ricoperto sicuramente una posizione originale per due ragioni: perché era un uomo di cultura, che non è una condizione diffusa, e perché è stato un uomo libero dal tempo, dalla partitocrazia e dal correntismo. Ha avuto grandi cariche senza appartenere a nessuna corrente. E questo è un grande segno di libertà”.

Piantedosi: "Non ha mai dimenticato il suo territorio, i paesi, gli elettori"

Il Ministro Matteo Piantedosi ha ricordato Gerardo Bianco "per le origini irpine che ci legano, innanzitutto - ha detto -. Per i racconti di mio padre che fu un suo grande ammiratore. Tra le sue tante cariche è stato un grande insegnante, autentico. Utilizzando la cultura come metodo. Una vita dedicata a una visione europeista ma senza mai dimenticare il suo territorio, i paesi, i suoi elettori, per i quali ha avuto sempre grande responsabilità. 

Conte: "Esponente autorevole trasversalmente apprezzato"

“Come ha ricordato Rotondi - ha dichiarato Giuseppe Conte - sono stato io stesso a chiedere di poter partecipare a questa commemorazione. Perché Gerardo Bianco è stato attento ai fenomeni nuovi, alla nuova realtà sociale e politica, come lo stesso movimento che io rappresento. Se dovessi dare un titolo a questo intervento direi “Gerardo Bianco, volto umano e popolare del cattolicesimo politico”. È stato indiscutibilmente un esponente autorevole trasversalmente apprezzato. Ha sempre messo al centro la persona e l’uguaglianza dei diritti. L’azione politica e sociale di Bianco ha trovato sempre fondamenta nei principi della carta costituzionale, principi che non sono stati per lui solo un quadro di valore che ha ispirato il suo percorso politico, ma di più: il concreto orizzonte delle sue scelte politiche. Il dovere della politica è quello di offrire risposte a tanti bisogni dell’uomo contemporaneo. E la sua battaglia per il Sud Italia, ad esempio, era convito dovesse essere affrontata come problema nazionale e non solo del Meridione. Oggi più che mai è importante muovere da queste basi concettuali. Quello dell'Autonomia differenziata è progetto insidioso, chiedo a tutti di unire le forze per contrastarlo. Se dovessi consegnare ai giovani la lezione di Gerardo Bianco la riassumerei in volontà dialogica, comprensione reciproca, valorizzazione della cultura umanistica, visione europeista".

Casini: "Ha servito la politica e non se ne è servito"

“Sicuramente ha dato tanto alla politica - ha aggiunto Pier Ferdinando Casini -. In vita è stato considerato molto ma vale ancora di più. Elegante, intelligente, coerente. Ha servito la politica e non se ne è servito. Un uomo disincantato nella gestione del potere".

Gianfranco Rotondi: "Ha rappresentato tanto per la cultura, la politica e per la città di Avellino che oggi lo omaggia con grande presenza a questo incontro. Il rapporto con Avellino è sempre stato fortissimo e dalla città ha ricevuto tanta forza per le sue battaglie, e fino all'ultimo ha dato il suo contribuito con altissima attenzione morale".

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