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Acqua, rappresentanza sindacale: "Politica pronta a vendersi ai privati per ottenere qualche poltrona"

Chiusura netta sull'aggregazione tra Acs e Gesesa per la rappresentanza sindacale unitaria. La politica viaggia in senso opposto

Sulla gestione dell'acqua le divisioni si fanno sempre più nette. La  rappresentanza sindacale unitaria di Alto Calore Servizi, in una nota, si dice “fortemente contraria all’ingresso dei privati e quindi a qualsiasi tipo di aggregazione o partecipazione societaria, anche di minoranza, con Gesesa" E ne spiega anche i motivi: "L’acqua è l’unica risorsa della nostra provincia ed è un bene comune primario e la sua gestione non può essere piegata alle logiche del mercato e del profitto o svenduta in contropartita del pagamento di nessun debito. La legge regionale n° 15/2015 sul riordino del ciclo idrico integrato delle acque è incostituzionale, in quanto non rispetta la volontà popolare espressa con i quesiti referendari (acqua pubblica e gestione senza fini di lucro) ed esautora gli amministratori locali e quindi le comunità da qualsiasi decisione in merito, attribuendo, di fatto, tutte le funzioni sulla materia al Comitato Esecutivo dell’Ente Idrico Campano; Siamo convinti che il pubblico possa essere sinonimo di efficienza se amministrato senza logiche di interesse politico ed economico e da amministratori capaci”. 

Ma la politica va diametralmente controcorrente. E' ferma l'intenzione di trovare a tutti i costi una intesa. A marzo è stata convocata anche l'assemblea dei sindaci dell'Alto Calore. Dal summit in Provincia sul futuro del ciclo integrato delle acque gli attori partecipanti hanno le idde già ben chiare. 

ll Presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci, sindaco di San Giorgio del Sannio socio Acs ha detto: " Non c’è alternativa all’aggregazione. L’Alto Calore, nonostante le difficoltà, resta un gioiellino di tecnologia e professionalità che va salvaguardato".

L'attuale presidente del Cda Acs Lello De Stefano è convinto che "il patrimonio non verrà svenduto. Abbiamo la possibilità di offrire a questi territori un soggetto forte ed autorevole che possa rendere efficiente il servizio”.

Cerca di mettere da parte il campanilismo il sindaco di Benevento Fausto Pepe: "Dobbiamo ragionare in maniera unitaria per risolvere i problemi dell’entroterra in Campania. Dimostriamo di essere classe dirigente che non guarda al campanile ma alla comunità”.

Chi invece sembra aver cambiato idea sulla questione è il presidente della Provincia di Avellino Domenico Gambacorta che mostra tutte le sue perplessità: "Acs ha debiti, inutile girarci intorno, bisogna capire se  crediti che l’Ente ha sono crediti esigibili, quali sono i debiti, quale l’esposizione con le banche, se Acs è in regola con i versamenti contributivi. I bilanci troppe volte sono stati approvati con leggerezza senza la necessità di un approfondimento che era però fondamentale”. 

Ma proprio sul punto dei debiti, la rappresentanza sindacale ribatte: " Dai bilanci di A.C.S. si evince che ci sono dei debiti, ma allo stesso modo ci sono dei crediti che amministratori e dirigenti, per motivi sconosciuti, non hanno mai avviato serie procedure di recupero"

Piero Ferrari, manager di Gesesa si spinge più sugli aspetti tecnici tanto da voler far capire che l'aggregazione si farà: "Il privato è orientato non al profitto ma al servizio, ovvero quello idrico che è necessario garantire 24 ore su 24. Tecnicamente le tariffe sono disciplinate da un piano d’ambito vigente e da una Authority nazionale che legge i numeri territori e determina la tariffa, non la decidiamo noi dunque. Quello che sarà dopo, sarà legato agli investimenti che verranno effettuati, nell’ordine del miliardo di euro per i prossimi 30 anni. Ma avremo bisogno di condizioni solide per farlo, più saremo forti e più daremo garanzie”.

Ma sul comportamento della politica che sorgono i dubbi ai rappresentanti dei lavoratori: "Politici e/o amministratori, che attenti ad apparire come i paladini dell’acqua pubblica, lavorano di nascosto per favorire l’aggregazione con il privato in cambio di qualche poltrona. A tutti i riferimenti istituzionali chiamati ad esprimersi legittimamente su questa vicenda chiediamo chiarezza: in questa partita o si sta da una parte o dall’altra”.

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