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Fusione Eav-Air, la nota della Uil

Ecco il comunicato congiunto dei segretari Simeone e Caso

Leggiamo con non poco stupore che in molti si stanno angosciando per l’ ipotesi di fusione, per incorporazione, di AIR in EAV come se questo dovesse stravolgere l’attuale assetto dei servizi.

In primo luogo c’è da dire che l’AIR è stata già spacchettata in due con il patrimonio in AIR spa e la produzione dei servizi in AIR mobilità senza che nessuno abbia condiviso le proteste e le preoccupazioni della UIL e della UILtrasporti   che facevano prefigurare, esattamente ciò che sta avvenendo, ovvero la costruzione di una società del patrimonio regionale, e non di una azienda unica regionale, con un indebolimento delle società di esercizio che una volta avviate le procedure di gara, così indebolite – senza patrimonio- sarebbero dovute ricorrere a partner industriali ( privati?)  e di produzione per partecipare alle gare con la speranza di vincere. 

Oggi la Regione accorpa le proprie aziende del patrimonio…. lo farà anche con il ferro? Ovvero accorperà il patrimonio della rete ferroviaria nella stessa società del patrimonio della gomma? Vedremo... certo è che se per il ferro si potrebbe capire la divisione per garantire un eventuale accesso alla rete regionale è un po’ più difficile, ma non impossibile, intenderlo per il patrimonio immobiliare e mobiliare delle aziende su gomma.

La verità è che la qualità e la quantità del servizio non dipenderanno dall’assetto societario, ma dalla disponibilità economica riservata ai contratti di servizio, e visto i tagli operati inusitatamente negli ultimi decenni sulla provincia, forse sarà il caso di capire come e quale servizio sarà affidato, e che sistema di relazione, riferita anche alla disponibilità del materiale rotabile, ci sarà tra la società del patrimonio ed il gestore dei servizi e della rete.

Appare evidente che l’azienda unica regionale può essere riferita al patrimonio, non al servizio, che vede più di 130 aziende titolari di contratti di servizio, più lotti individuati per gli affidamenti con la reale possibilità di avere più operatori sul territorio regionale, ed in questo quadro AIR appare certamente più debole di quanto non lo sarebbe stato senza la separazione tra patrimonio e mobilità, ma questo è avvenuto nell’assordante silenzio della politica che troppo spesso dimentica. 

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